Essere una parrocchia cattolica inclusiva in una chiesa che fatica ad accogliere le persone LGBT
Articolo di Melissa Feito* pubblicato sul sito dell’associazione LGBT cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 20 aprile 2020, liberamente tradotto da Diana
“Se si è gay, spesso pare impossibile rimanere cattolici”, scrive il teologo Jason Steidl in un articolo che fa parte di una serie sul Cattolicesimo contemporaneo negli USA sulla rivista The American Parish Today (La parrocchia americana oggi).
Steidl, professore di studi religiosi al St. Joseph College, scrive di aver trovato una parrocchia accogliente nella chiesa di San Paolo Apostolo a Manhattan, dopo un lungo viaggio alla ricerca della “sua vocazione di gay”.
Nel suo saggio, intitolato Necessary Affirmation (Incoraggiamento necessario), scrive del radicale potere terapeutico di una comunità di fedeli che ci incoraggia, come primaria necessità per vivere la fede. Steidl ha visitato per la prima volta la parocchia di San Paolo apostolo (OSP) nel 2015. Fin dalla sua prima visita ha scoperto di aver trovato una comunità terapeutica per lui: “La comunità che OSP mi ha offerto quella sera – e sempre in seguito – è stata un balsamo all’interno di una Chiesa che continua a ferirci”.
L’esperienza di essere feriti dalla Chiesa viene vissuta da molti cattolici LGBTQ. La Chiesa è variegata, eppure molti leader cattolici continuano a privare di diritti e dignità la nostra comunità LGTBQ. Ecco perché è così importante essere in una comunità che ti valorizza per quello che sei.
Steidl scrive ogni volta che sente l’impossibilità di rimanere cattolico: “Se si è gay, spesso pare impossibile rimanere cattolici. Moltissime dottrine della Chiesa ufficiale sono deleterie, e tanti leader cattolici sono omofobi. Ogni volta che la mia anima soffre, tuttavia, trovo una cura e una casa nella parrocchia di San Paolo Apostolo. Sono cattolico perché so che qui sono amato e aiutato. La parocchia di San Paolo apostolo (OSP) è il cuore di Cristo che batte per le persone LGBTQ nel quartiere di Hell’s Kitchen”.
Steidl, che è stato blogger occasionale del [nostro blog] Bondings 2.0, in precedenza aveva condiviso questa esperienza negativa e dolorosa con Courage, un ministero cattolico che promuove un approccio in 12 fasi per i cattolici che sperimentano quello che definiscono “attrazione per persone dello stesso sesso”, in vista del celibato. Il suo post Il coraggio di essere me stesso ha descritto il suo percorso per integrare la sua fede con la sua sessualità.
Steidl fa notare che la visibilità di OSP ha attirato critiche sia da parte dell’arcidiocesi di New York, sia da parte di gruppi esterni, che chiedono “perché i gruppi LGBTQ cattolici non possono stare in silenzio?”. Veramente “silenzio” è una parola che non si può usare per descrivere OSP. Fondata nel 2010, OSP ha attirato molti membri orgogliosi della comunità LGBTQ e di tutte le comunità dei quartieri intorno a Hell’s Kitchen. Non ha mai cercato di nascondere quello che fa: una messa trimestrale, eventi sociali, conferenze, attività di volontariato a favore dei malati di HIV/AIDS, celebrazione della messa durante il Pride tutti gli anni a Sheridan Square, proprio di fronte allo storico Stonewall Inn.
Ma a parte tutti questi eventi e attività, OSP è prima di tutto un luogo di vero sostegno, dove le persone LGBTQ possono vedersi come immagine di Dio: “Molti membri di OSP sono in coppia o sposati. I nostri differenti orientamenti sessuali e generi sono espressione del divino, doni per la Chiesa e il mondo. Non ci vergogniamo della bontà di Dio rivelata nelle nostre relazioni romantiche e sessuali, una testimonianza contro una tradizione che ci descrive ‘intrinsecamente disordinati’”.
Steidl scrive che la parocchia di San Paolo apostolo (OSP) ha spazio per allargarsi. Per la maggior parte i suoi membri bianchi, maschi, cisgender, della classe medio-alta, negli ultimi tempi la parrocchia ha cercato di diversificarsi e incrociarsi. Inoltre, sebbene alcuni membri abbiano frequentato il seminario, in vista dell’ordinazione sacerdotale, questa opportunità non esiste per le donne.
Le comunità accoglienti devono continuare a crescere, specie fuori dalle aree metropolitane, e in fasce demografiche più ampie. In una Chiesa con un cuore diviso, la necessità di una comunità che sostiene una persona con la sua unicità davanti a Dio deve continuare a crescere e deve sempre esistere.
* Melissa Feito è una produttrice audio e scrittrice che vive in Florida, dove sta studiando giornalismo e comunicazione. In precedenza viveva a Washington, dove lavorava per Interfaith Voices, un famoso programma radiofonico sulla religione. Dalle Chiese all’assistenza ai migranti sul confine meridionale, all’ascesa delle comunità neopagane, ai modi in cui le tradizioni religiose vengono tenute in vita grazie al cibo, Melissa ha parlato di una grande quantità di argomenti e continua a interessarsi di come le fedi, ogni forma di fede, influenza quasi tutti gli aspetti del nostro mondo. Si è laureata alla Tufts University, dove si è segnalata come leader del ministero cattolico per studenti, e come membro del Consiglio Studentesco Interfede.
Testo originale: Welcoming Parish Is “Balm Within a Church That Continues to Wound,” Writes Jason Steidl