La spiritualità unica di fra Mychal Judge
Articolo di Francis DeBernardo* pubblicato sul sito dell’associazione LGBT cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) l’11 settembre 2020, liberamente tradotto da Grazia Pierangeli
Signore, conducimi dove vuoi che io vada;
permettimi di incontrare chi vuoi che io incontri;
dimmi ciò che vuoi che io dica, e
fai sì che io non ti ostacoli.
Queste quattro righe sono conosciute come “La preghiera di Mychal”. Sono state scritte da fra Mychal Judge OFM (Ordine dei Frati Minori), cappellano dei vigili del fuoco di New York, morto questo stesso giorno di 19 anni fa mentre stava prestando assistenza ai soccorritori e alle vittime del World Trade Center, a seguito della distruzione del complesso da parte di due aerei dirottati.
Sebbene padre Judge avesse messo in forma scritta questa preghiera, e molto spesso la condividesse con altri, era soprattutto scritta nel suo cuore. Come tutti i veri santi, la spiritualità di Mychal non è emersa da una forza estremamente devota, ma dalla disperazione che lo ha portato a confidare profondamente nella misericordia di Dio. Da ex alcolista, e da omosessuale angosciato per una vita a lungo celata, Mychal aveva sperimentato la disperazione in modo intimo e profondo.
Attraverso la sua formazione francescana e la spiritualità in 12 passi di Alcolisti Anonimi, Mychal è stato in grado di smettere di bere, accettarsi e aiutare coloro che ne avevano bisogno con umile compassione. Le prime tre righe della sua preghiera riflettono la sua profonda fede in Dio, un tratto distintivo dell’Ordine dei Francescani, di A.A. (A.A., Alcolisti Anonimi) e di altre concezioni religiose.
Ciò che è peculiare della preghiera di Mychal è l’ultimo verso: “fa sì che io non ti ostacoli”. Sebbene nella sua vita sia spesso stato apprezzato per la sua attitudine a servire gli altri, Mychal ha respinto questo merito, consapevole che lui stesso, spesso, potesse rappresentare il maggior ostacolo al volere e alla misericordia di Dio. Pregare Dio affinché gli indicasse la via non era sufficiente per lui senza pregare, anche per avere la grazia di non essere d’ostacolo all’azione di Dio nel mondo.
Ho avuto modo di imparare molte cose sulla spiritualità di padre Judge, e da quale profondità interiore sia affiorata la sua vita di preghiera, scrivendo una sua biografia ispiratrice, che verrà pubblicata tra un anno a partire da oggi dalla [casa editrice] Liturgical Press. Si intitolerà Mychal Judge: ‘Lord, Take Me Where You Want Me to Go.’ (Mychal Judge: ‘Signore, conducimi dove vuoi che io vada’). Farà parte della serie People of God (Popolo di Dio) di Liturgical Press, che documenta le vite di coloro che nel XX e XXI secolo hanno risposto con modalità eccezionali alle sfide della vita. Altre personalità incluse nella serie sono l’arcivescovo Oscar Romero, Dorothy Day, suor Thea Bowman, padre Augustus Tolton e Martin Sheen.
Nel prepararmi alla fase di redazione ho letto numerosi reportage su di lui, sia antecedenti che successivi alla sua morte; ho intervistato vari parrocchiani, vigili del fuoco, colleghi e amici, e mi sono servito di sue tre precedenti biografie: Father Mychal Judge: An Authentic American Hero (Padre Mychal Judge: un autentico eroe americano) di Michael Ford; The Book of Mychal: The Surprising Life and Heroic Death of Father Mychal Judge (Il Libro di Mychal: La sorprendente vita e l’eroica morte di Padre Mychal Judge) di Michael Daly; Saint of 9/11 (Santo dell’11 settembre) coprodotto da Brendan Fay e Malcolm Lazin.
Ho imparato che, sebbene padre Judge non abbia reso di dominio pubblico il suo orientamento gay, nemmeno lo considerava un segreto: condivideva questa notizia con gli amici, specialmente quando era consapevole che questa informazione poteva aiutare qualcuno (un esempio per tutti: un comandante dei vigili del fuoco che si stava sforzando di capire suo figlio gay).
Negli anni ’80 e ’90, quando solamente il frequentare persone gay o lesbiche esponeva all’accusa di essere gay o lesbica, padre Judge officiò con questa comunità a Dignity/New York e con le persone incontrate tramite A.A. In un momento in cui le persone erano così terrorizzate dall’HIV/AIDS da pensare che potesse trasmettersi tramite le punture di zanzara, Mychal accettò una missione a tempo pieno con questi pazienti, spesso abbracciandoli e baciandoli, nella maniera in cui san Francesco d’Assisi si dice aver abbracciato un lebbroso incontrato per strada (che poi si rivelò essere Cristo stesso, camuffato).
L’orientamento di Mychal divenne risaputo solamente dopo la sua morte, quando le persone che sapevano del suo orientamento iniziarono a farsi avanti. Venne confermato quando Dympna, sua sorella gemella, diede in prestito il diario del fratello al biografo Daly, il cui libro include estratti che confessano la sua identità gay.
Fra Mychal Judge è un santo? Anche se la Chiesa non lo ha ufficialmente canonizzato, molte e molte persone che lo conoscevano testimoniano la sua devozione e la vita di servizio. Più volte mi sono letteralmente emozionato fino alle lacrime nell’ascoltare persone che lo conoscevano descrivere il modo in cui aveva influenzato le loro vite.
Giustamente Liturgical Press lo ha incluso nella sua serie People of God, descritta in questo modo sul sito dell’editore: “Una serie di biografie ispiratrici per il lettore comune. Ogni volume offre un racconto sincero e coinvolgente della vita di un importante cattolico del XX o XXI secolo, alcuni ancora in vita, altri defunti. Ognuna di queste donne e ognuno di questi uomini ha conosciuto le sfide e le debolezze noti alla maggior parte di noi, ma ha reagito in un modo che ispira anche noi a farci eroi. Ognuno offre una testimonianza di fede credibile e concreta, speranza e amore per gli individui del nostro tempo”.
A me questo sembra qualcosa di abbastanza santo.
Fra Mychal Judge è un santo gay? Sì, senz’ombra di dubbio. Questo però, non semplicemente perché era un uomo gay e anche devoto. Ci sono già molte persone nel catalogo dei Santi, le cui biografie indicano con forte probabilità che, se fossero vissute nel mondo odierno, queste persone sarebbero state identificate come LGBTQ.
Ciò che fa di padre Judge un santo gay è che la sua lotta contro il suo orientamento, e infine la sua accettazione, hanno avuto un impatto significativo sulla sua spiritualità, sulla sua relazione con Dio e sulla sua abilità di mettersi al servizio degli altri. L’accettazione della propria sessualità l’ha aiutato a comprendere l’amore di Dio in modo profondo.
Il suo orientamento gay non è una parte secondaria della sua personalità, ma una chiave per comprendere la sua natura più autentica. Insieme alla sua formazione francescana e alla spiritualità di A.A., la sua identificazione e associazione con la comunità LGBTQ è stata decisiva nell’aiutarlo a seguire le vie su cui Dio lo ha condotto, anche quando fu chiamato, questo stesso giorno di 19 anni fa, ad aiutare coloro che stavano sperimentando una distruzione e un orrore inimmaginabili, e a mostrare loro il volto di Dio.
Anche questo a me sembra qualcosa di abbastanza santo.
* Francis DeBernardo lavora per New Ways Ministry dal 1992, prima come volontario poi, a partire dal 1994, come membro dello staff; dal 1996 è direttore esecutivo. Propone iniziative riguardanti cattolicesimo e tematiche LGBT nelle parrocchie, nelle diocesi, centri conferenze, università e comunità religiose in tutti gli Stati Uniti. È autore del libro Marriage Equality: A Positive Catholic Approach (Il matrimonio omosessuale. Un punto di vista positivamente cattolico). È redattore e autore di Bondings 2.0, blog quotidiano di notizie e opinioni sulle tematiche LGBT nella Chiesa Cattolica. Suoi articoli sono apparsi nelle riviste The National Catholic Reporter, Commonweal, The Advocate e The American Catholic. È stato l’oratore di punta alla conferenza su religione e tematiche LGBT tenutasi al primo World Pride di Roma nel 2000; è intervenuto anche alla conferenze interfede in occasione del World Pride di Londra nel 2012.
Testo originale: The Unique Spirituality of Father Mychal Judge