I frutti del cammino di riconciliazione dei gruppi di cristiani omosessuali
Riflessioni di Giuliana Arnone* tratte dalla sua tesi di laurea su “Il difficile equilibrio tra azione e contemplazione: strategie di riconoscimento di un gruppo di omosessuali credenti”, Università Ca’ Foscari di Venezia, Corso di Laurea magistrale in Antropologia culturale, etnologia, etnolinguistica, ottobre 2013, pp.122-124
Come afferma (il teologo cattolico) John McNeill (1994): “uno dei principali compiti dei gruppi religiosi gay per promuovere la crescita spirituale dei loro membri, è di insegnarci a considerare noi stessi in modo positivo, cosi da sentirci responsabili, verso Dio e verso gli esseri umani, delle nostre scelte e della nostra esistenza. Dobbiamo imparare che non dobbiamo vivere semplicemente per soddisfare le aspettative degli altri, siano essi genitori o funzionari ecclesiastici”.
Ciò che quindi mi si palesò durante la mia ricerca (sui gruppi dei credenti omosessuali), era questa continua dialettica e tensione tra il (loro) bisogno di auto-legittimarsi, ma nello stesso tempo di essere riconosciuti. Il termine ‘tensione’ è qui esaustivo, perché racchiude in una sola parola la complessità di un rapporto che il gruppo (di credenti omosessuali) instaura con la Chiesa, che non mi sento di definire ‘contraddittorio’. Una tensione particolare, legata probabilmente al contesto italiano, diverso per confessione e organizzazione rispetto, ad esempio, a quello americano, con le sue associazioni cristiane ma aventi una sede completamente indipendente dalla chiesa (come, ad esempio, Dignity).
(…) I gruppi di credenti omosessuali italiani, invece (non tutti, …), mettono in moto una serie di negoziazioni in cui i binomi visibilità/invisibilità e legittimità/auto-legittimazione si fondono l’un l’altro. Per dirla con altre parole, questa tensione li vede impegnati in processi di auto-legittimazione da un lato e riconoscimento da parte dell’ istituzione dall’altro.
(…) Se da una parte la visibilità da libertà e assicura il raggiungimento di una integrità morale, dall’altra destabilizza e isola. Gesù cristo, (…) è preso come esempio aulico di questo rischio, poiché Egli è morto proprio a causa della sua visibilità. (…). In qualche modo chi si espone, rischia.
(…) Questo atteggiamento non caratterizza tutte le realtà che, come ho avuto modo di affermare, sono variegate e differenti e geograficamente e culturalmente localizzate. Alcune hanno fatto un percorso di visibilità, altre no. Alcune rimangono fortemente autoreferenziali e volutamente chiuse nei confronti della realtà esterna. Tuttavia, hanno creato un apparato teorico e ideologico che in qualche modo ha creato una nuova identità. Come afferma Teisa (2002:86) I gruppi creano una quindi una sottocultura atta a giustificare i loro atti.
In questi trent’anni di attività, tuttavia, i gruppi (di credenti omosessuali), hanno sostanzialmente fatto un percorso di accettazione di sé e di riconfigurazione della propria identità a partire dai valori, dalle posizioni (ufficiali e non) della Chiesa, dalle Scritture, interpretate sotto una nuova luce.
I cristiani omosessuali hanno quindi sviluppato delle strategie cognitive e retoriche che hanno sostanzialmente reso compatibili l’identità cristiana con quella omosessuale. Questa ri-negoziazione, seppur positiva, non è data una volta per tutte, ma viene continuamente riproposta alla luce delle nuove posizioni o dei nuovi traguardi raggiunti in seno alla comunità. Ogni nuovo convegno, l’organizzazione della Veglia per le vittime dell’omofobia, il pranzo dei poveri in parrocchia, che è da loro organizzato, sono tutte variabili sociali che contribuiscono a creare e a rinegoziare le propria identità in senso positivo (…).
* Giuliana Arnone si è laureata all’Università Cà Foscari di Venezia in Antropologia culturale con una tesi dal titolo “Il difficile equilibrio tra azione e contemplazione Strategie di riconoscimento di un gruppo di omosessuali credenti” (ottobre 2013) ed ha conseguito il dottorato in Studi Storici Geografici e Antropologici all’Università di Padova con una ricerca etnografica riguardante la realtà di LGBT cristiani in Italia intitolata “Tutta una questione di riconciliazione: uno sguardo etnografico sui percorsi di riconoscimento del movimento LGBT cristiano in Italia” (2016). Ha curato per il Forum Italiano dei cristiani LGBT la ricerca “Rapporto 2016 sui cristiani Lgbt in Italia” (settembre 2016) ed ha scritto con Paola Coppi e Pasquale Quaranta il capitolo intitolato “Una testimonianza: gruppi LGBT e Chiese nell’Italia contemporanea” contenuto nel volume “Tribadi, sodomiti, invertite e invertiti, pederasti, femminelle, ermafroditi… Per una storia dell’omosessualità, della bisessualità e delle trasgressioni di genere in Italia” a cura di Umberto Grassi, Vincenzo Lagioia, Gian Paolo Romagnani, Edizioni ETS, Pisa, 2017.