Giù le mani dai bambini arcobaleno!
Riflessioni di Massimo Battaglio
Caro presidente Giorgia Meloni, caro ministro Piantedosi, parliamo di bambini e, in particolare, di bambini raimbow, che vivono in famiglie con genitori dello stesso sesso ai quali voi avete definitivamente negato la possibilità di veder riconosciuta la genitorialità congiunta.
Un presidente donna, mamma, italiana, cristiana e chi più ne ha più ne metta, non se la prende coi bambini. I bambini, ai cristiani, come alle mamme di ogni colore dell’arcobaleno e di ogni nazionalità, stanno a cuore. A un cristiano, come a un genitore, non verrebbe mai in mente di farne un uso politico.
Vogliamo qualche riferimento sul tema cristiani/bambini? Ecco:
I discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?». Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me. (Mt 18,1-5)
In parole povere, caro Presidente, i bambini sono più importanti delle nostre convenienze politiche.
Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. (Mt 18,10)
Per dirla in stampatello, qualunque politica che danneggi la felicità dei bambini è contraria anche al Vangelo.
Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio». E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva. (Mc 10,13-16)
I bambini hanno diritto alla tenerezza, non a diventare oggetti per i vostri strilli.
Ma d’altra parte, un presidente cristiana non ha bisogno di inscenare crociate omofobe – e ora anche “pedofobe” – per recuperare il consenso giustamente perso a Cutro, dove anche i suoi elettori più fanatici hanno provato almeno un senso di vergogna per la spietatezza e la disumanità che voi due avete mostrato. Anche sul tema Cutro, avrei qualche riferimento cristiano:
Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. […] Allora dirà a quelli che saranno alla sinistra: «Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, […] perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato».
Essi allora risponderanno: «Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?». Allora egli risponderà loro: «In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me». (Mt 25,31-45)
Un presidente cristiana punta sulla carità, sull’accoglienza, sull’inclusione di tutti, non sull’odio e sugli odiatori. Anzi: si prende ben guardia dal chiedere il loro voto e fa di tutto perché imparino a ragionare. Sa, signora Meloni, cosa pensano i cristiani, dell’odio? Ecco qua:
Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna. (Mt 5,20-22).
Lei, signora Meloni, non è affatto cristiana. E c’è da domandarsi se il suo senso di maternità sia forte almeno quanto il suo cinismo politico.
Cinismo, perché quei bambini, a prescindere da come siano stati generati e da come siano composte le loro famiglie, esistono. Sono cittadini italiani – in molti casi pure cristiani, in altri no – e devono godere dei medesimi diritti di tutti gli altri cittadini italiani. E, per un bambino, il diritto fondamentale è quello della certezza di poter essere amati. Sì: è il primo diritto, perché da esso discende quello di essere mantenuti in vita.
Mettere in dubbio che i genitori delle famiglie arcobaleno possano esercitare i propri doveri genitoriali sui loro figli, vuol dire mettere in pericolo migliaia di bambini. Dunque, caro presidente Giorgia Meloni: lei è pericolosa. Lo è stata la settimana scorsa in Calabria e continua ad esserlo adesso.
Sappia, caro Presidente, che la retorica per cui “un bambino ha diritto a un papà e una mamma” commuove solo più gli allocchi. Non solo esistono ricerche a tutti i livelli, che dimostrano che la diversità dei sessi dei genitori non influisce minimamente sulla crescita dei bambini. Ma è chiara anche la fallacia dell’argomento.
Per caso, un bambino che cresca con un solo genitore, o coi nonni, presenta necessariamente scompensi psico-educativi? E’ destinato alla perdizione? Forse sì, nei romanzi di Carolina Invernizio. Non nell’Italia del ventunesimo secolo.
Ma poi, cosa vuol dire “ha diritto a un papà e una mamma“? Se non ce l’ha, glieli assegnamo d’ufficio? Signor presidente: lei dovrebbe capire bene il senso del termine “diritto“, dal momento che produce diritti per mestiere. Capisce che c’è una certa differenza tra “diritto” e “desiderio”? E ha chiaro che i suoi “desideri” non coincidono con quelli di molti italiani?
Infine: è probabile che coloro che, come lei, intendono negare i diritti dei bambini arcobaleno, lo facciano per scoraggiare le coppie lgbt+ dall’avere figli in qualunque modo. Ma si rende conto di quanto sia ignobile la sua strategia? Per le vostre paturnie sul tema del “gender”, siete disposti a sacrificare migliaia di bambini indifesi.
Scusi signor Presidente se ho usato un’espressione a effetto come “migliaia di bambini indifesi” ma, siccome l’abbiamo sentita tante volte sulla sua bocca (parlateci di Bibbiano), spero che ora abbia qualche effetto. Cioè… spero… diciamo che faccio finta di illudermi.