Sono gay ma la mia famiglia è omofoba. Che fare?
Testimonianza pubblicata dal blog del mensile Têtu (Francia) il 2 settembre 2014, liberamente tradotta da Marco Galvagno
All’inizio non sapevo se ero gay o no. Mi dicevo “sì, sono gay, no, non sono gay, sì, sono gay”. Ma nell’estate tra la seconda e la terza media ho avuto una rivelazione. Sbirciavo i ragazzi mentre i miei compagni di classe sbirciavano le ragazze.
Non oso dire niente alla mia famiglia perché i miei fratelli e le mie sorelle, come del resto mio padre, non sono molto aperti sull’argomento né sarebbero disposti ad ascoltarmi. Prendono in giro “quei buffoni dei gay”, loro li definiscono così.
Mia sorella ha incontrato un ragazzo sexy che era gay. Ha detto “Che spreco”. Ho spiegato a mio fratello più piccolo cosa fosse l’omosessualità e lui mi ha chiesto se anch’io ero gay. Gli ho detto di no, perché mi vergogno.
I miei genitori mi hanno cresciuto alla vecchia maniera e non voglio deluderli. L’altro giorno in TV c’era una sfilata del Gay Pride e mio padre ha detto “Non capisco come delle persone possano sostenere una causa simile”.
Mi ha fatto male sentire queste parole e anche il fatto di non potermi confidare con nessuno. Ho letto su Internet che molti ragazzi gay che hanno il mio problema ne hanno parlato ai loro prof, ma io vado in una scuola privata e i miei insegnanti troverebbero questa cosa inammissibile.
Non ho molti amici, il mio migliore amico, se glielo dicessi, mi prenderebbe in giro. È un peccato che le persone abbiano una mentalità così arretrata. A volte mi dimentico persino di essere come tutti gli altri: mangio, bevo, dormo.
Bisognerebbe spiegare questo alle persone, cioè che siamo come tutti gli altri, non siamo malati. Non si sceglie di essere gay o lesbica o etero o bisessuale. In fondo sono fiero di essere gay, anche se non oso ancora dirlo a nessuno. Buona giornata, Gaëtan.
Testo originale: Gaëtan: «Je suis gay et mon entourage est homophobe»