Ho 55 anni, sono sposato ed oggi ho capito di essere un gay felice di esserlo
Email inviataci da Valentino, risponde Alessandra Bialetti*, pedagogista sociale e Consulente della coppia e della famiglia di Roma
Vorrei raccontare la mia esperienza di Omosessuale. Ho 55 anni e sono sposato ed ho scoperto da un anno circa di essere gay. A dire la verità questa sensazione l’ho avvertita da tanti anni ormai, ma all’inizio avevo paura di ammetterlo a me stesso.
Da giovane ero etero e a dire la verità i gay non mi erano molto simpatici. Ho vissuto in una famiglia molto all’antica che mi ha insegnato molti valori positivi della vita e quindi il mondo omosessuale l’ho visto sempre come una vergogna. Poi crescendo le cose pian piano sono cominciate a cambiare e me ne sono accorto quando ho cominciato a vedere i ragazzi, con lo stesso piacere che provavo a vedere le ragazze.
Piano piano in me è nata la passione per il corpo maschile e più aumentava il desiderio di maschio e più diminuiva il desiderio femminile fino a quando mi sono reso conto di essere bisex.
All’inizio avevo molta paura perché non volevo assolutamente diventare gay al 100% e quindi cercavo con tutte le mie energie di pensare solo alle donne. Mi sono sposato, vivevo bene con mia moglie, ma poi un giorno ho provato un desiderio enorme di diventare omosessuale.
Tutte quelle paure che avevo un tempo erano svanite e ho capito che la mia vita doveva essere nel segno dell’amore verso gli uomini. Le donne le rispetto ma non mi interessano più. sono felice ed orgoglioso della mia omosessualità e vorrei tanto trovare un uomo da amare.
Essere gay è meraviglioso e forse la vita mi ha voluto dare un insegnamento con questa trasformazione. Un bacio a tutti gli uomini con amore.
La risposta…
Caro Valentino, ti ringrazio di averci contattato e aver condiviso la tua storia di vita. Per prima cosa si percepisce la tua serenità di questo momento, serenità che ha avuto un costo notevole in termini di consapevolezza e passi compiuti al di fuori di un solco già tracciato e preponderante come quello eterosessuale in cui sei cresciuto da sempre.
Sicuramente non ci si “scopre” omosessuali ma è più corretto parlare di riappropriazione di un orientamento che, per svariati motivi, potrebbe essere stato nascosto, allontanato, negato o rifiutato. E questa sembra la tua storia dato che parli di sensazioni che avevi percepito ma poi messo da parte.
Accade spesso che per educazione, formazione, cultura si finiscano per adombrare parti di sé che risultano poco accettabili, sia personalmente che socialmente, e vissute come pericolose per la propria serenità. Ma quando l’orientamento è radicato nella propria essenza tutto riemerge e spesso dopo aver compiuto scelte importanti come la costruzione di una famiglia e anche di una genitorialità.
Affermi che i gay non ti erano simpatici e anche questo potrebbe essere stato sintomo di qualcosa che dentro di te non era accettato e ti creava disagio. Spesso accade che per non ammettere internamente certe realtà si finisca per giudicarle. Ma anche questo fa parte di un percorso che spesso è molto lungo e travagliato.
A un certo momento ti sei definito bisessuale provando interesse, attrazione e piacere verso entrambi i sessi ma sembra che poi questa realtà non sia stata per te corrispondente a ciò che veramente sentivi di essere. Può accadere che nel percorso di riconoscimento di se stessi si passi attraverso una fase in cui si fa fatica a lasciare il terreno noto per avventurarsi in qualcosa che ancora non è chiaro e si possa provare quindi sentimenti forse anche contraddittori.
Di sicuro l’orientamento sessuale non è una scelta. Non si sceglie cosa essere (anche perché nessuno avrebbe scelto un orientamento tuttora esposto a difficoltà e complessità), piuttosto si decide come vivere ciò che si percepisce. Se con tranquillità, serenità, autenticità o piuttosto con vergogna, angoscia, senso di colpa.
Da ciò che esprimi sembra che tu oggi abbia raggiunto la piena consapevolezza di ciò che sei e che la riappropriazione profonda di te stesso sia ormai avvenuta. Quindi, a beneficio tuo e di tanti che vivono la situazione di persone sposate, ribadisco che non si diventa o ci si sforza di diventare omosessuali o rimanere eterosessuali costringendosi a pensare a persone del sesso opposto.
Non sarebbe giusto perse stessi ma anche per le persone coinvolte in questo tipo di percorso che potrebbero soffrire una non autenticità che invece sarebbe un bene per tutti. Capisco perfettamente ciò che hai vissuto e tutte le tappe che hai attraversato e la tua serenità di adesso dimostra che solo accogliendo profondamente se stessi e facendo chiarezza in ciò che si sente di essere, si possa raggiungere un nuovo equilibrio e la costruzione di una vita conforme ai propri desideri e ai propri progetti.
La trasformazione di cui parli è l’accoglienza definitiva di te non il cambiamento di orientamento, è l’aver dato nome e voce alla tua essenza ed esserne oggi orgoglioso. Non ci dici se il tuo matrimonio sia ancora in essere o se sia avvenuta una separazione.
In ogni caso, se sei genitore, potresti riferirti a Rete Genitori Rainbow, associazione che riunisce genitori con figli da precedenti relazioni eterosessuali che poi si sono riappropriati del loro orientamento omosessuale. Dal confronto con esperienze e vissuti si possono trarre tanti spunti e aiuti per il proprio percorso.
Ti auguro un buon cammino e presto una relazione affettiva in cui vivere totalmente te stesso.
Alessandra
* Alessandra Bialetti, vive e opera a Roma come Pedagogista Sociale e Consulente della coppia e della famiglia in vari progetti di diverse associazioni e realtà laiche e cattoliche. Ha discusso la sua tesi Baccalaureato alla Pontificia Università Salesiana, Facoltà Scienze dell’educazione e della formazione salesiana sul tema “Genitori sempre. Omosessualità e genitorialità”. Il suo sito web è alessandrabialetti.wordpress.com