Ho ascoltato le parole di John McNeill e ho pianto
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Testimonianza di Diane Xuereb, Co-Presidente del Forum europeo dei Gruppi LGBT cristiani, tratta dal blog gayandblessed.blogspot, 7 giugno 2011, liberamente tradotta da Giacomo Tessaro
Roma. Roma è bella, ci sono stata quasi trenta anni fa, a quei tempi ero troppo giovane per apprezzare la sua storia gloriosa e il suo fascino. Penso comunque che sia la stessa cosa, sono atterrata presto la sera (alle 20.20), ma era già buio. La città appare diversa durante il giorno.
In ogni caso, non appena sono scesa dall’aereo, sono stato salutata da un caldo scirocco che immediatamente mi ha ricordato la mia amata rocca, Malta. Ero eccitata ma anche frustrata perché l’aereo era in ritardo di un’ora e la prima del documentario di John McNeill “Taking a chance on God” era in programma (a Roma) alle 21.45.
No, non ce l’avrei proprio fatta ad arrivare in tempo. Infatti sono arrivata in albergo alle 22.30. Ho posato in fretta a terra i bagagli e mi sono precipitata all’EuroPride Park che per fortuna dista solo 300 metri dall’albergo.
Pensavo che sarei arrivata lì a cose fatte, invece, in modo autenticamente italiano (praticamente, sempre in ritardo 😉 ) stava per cominciare proprio allora. Erano le 22.45.
Sono arrivata appena in tempo per ascoltare padre John presentare se stesso e il documentario. Il tendone era stipato di gente, tutte le sedie occupate, a malapena trovavi un posto dove stare in piedi e tutti ascoltavano con attenzione. Ascoltavano questo carismatico ottantacinquenne, questo leggendario sacerdote Gesuita gay, pendevano dalle sue labbra.
Breve descrizione del documentario, le parole non sono mie: “Taking a chance on God” è un film di 48 minuti su padre John, sulla sua vita e sul suo impegno per la comunità LGBT.
È una storia che prende il cuore; la storia dell’amore di John McNeill per la sua Chiesa, la sua comunità gay, i suoi confratelli Gesuiti e il suo amato compagno ora sposato davanti alla legge, Charlie Chiarelli.
“Taking a chance on God” è una rara occasione di dare uno sguardo nel cuore del viaggio di un uomo ispiratore, mentre affronta la sua vita di prete Cattolico, di omosessuale e coraggioso difensore dei diritti LGBT.”
Sto fissando questo cursore da circa cinque minuti perché sto cercando di trovare le parole giuste per descrivere cose questo uomo ha fatto e cosa significa per il mondo LGBT. Penso che lo capirò piano piano, ho ancora bisogno di tempo per apprezzare il suo coraggio e la sua determinazione.
Voglio onorare quest’uomo e tutto ciò che ha fatto. Voglio ringraziarlo per essersi alzato e aver dato voce a tutti coloro che erano spaventati, per non aver negato a se stesso la pienezza trovata nell’amare un altro uomo.
Ha rischiato tutto ciò che amava per far sapere che non è malvagio amare qualcuno dello stesso sesso, al contrario è santo e buono. Si è dedicato a ricerche di psicologia, teologia e tradizione e ha scritto saggi che hanno ricevuto molta attenzione.
Ha viaggiato in lungo e in largo per raccontare la sua storia ma il Vaticano gli ha intimato di tacere. Per molti anni ha obbedito, ma quando un documento del Vaticano (e qui cito) ha definito l’omosessualità “un disordine oggettivo” e “una tendenza più o meno forte che conduce a un intrinseco male morale” non ha più potuto restare in silenzio.
Per aver rotto il suo silenzio è stato espulso dall’ordine che così tanto ama dal Cardinale Joseph Ratzinger. Non ho potuto fare a meno di piangere mentre guardavo il documentario e quando sono andata a incontrarlo ho potuto vedere che anche lui è molto emotivo.
Sono grata per aver potuto incontrare questo uomo umile e tutto d’un pezzo e ringraziarlo di persona per aver pavimentato la strada al mondo LGBT e per rendere la nostra vita più possibile. È attraverso il coraggio e la determinazione di individui come lui che tante cose sono cambiate e si è sviluppata l’accettazione nel mondo LGBT.
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Testo originale: Fr John McNeill at EuroPride Rome 2011