I cristiani omosessuali europei scrivono al Papa perchè condanni l’omofobia
Articolo di Marco Politi, Il Fatto Quotidiano, 9 giugno 2011 , p.10
I gay cristiani scrivono al Papa. “Santo Padre ci appelliamo per chiedere una condanna degli atti di violenza contro Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender e chiediamo la collaborazione di Sua Santità per la depenalizzazione degli atti omosessuali a livello mondiale”.
Per i gruppi cristiani omosessuali, che partecipano all’Europride, è importante che la Santa Sede sostenga l’appello dell’Onu agli stati del mondo a riconoscere che l’orientamento sessuale non può essere motivo di condanne penali, carcere ed esecuzioni.
E’ una lettera scritta con tono pacato. “Episodi di violenza, torture e assassinii nei confronti di persone LGBT si verificano di frequente in diverse parti del mondo e chi li mette in atto è spesso convinto di conformarsi alla volontà della Chiesa cattolica…
Ci appelliamo a Sua Santità perché si forniscano a tutti i cristiani chiare informazioni in merito ai passi della Bibbia che sono usati per giustificare questi atti aberranti…
I versetti a sostegno dell’uccisione di persone che praticano attività sessuali con persone dello stesso sesso non devono essere interpretati letteralmente”.
Domani (10 giugno 2011) una delegazione del Forum europeo dei gruppi cristiani LGBT si recherà in Vaticano per consegnare la lettera indirizzata a Benedetto XVI, in rappresentanza di quarantaquattro associazioni omosessuali cristiane.
Le associazioni di cattolici, protestanti, anglicani e di altre confessioni cristiane provengono da ventidue paesi. Dall’Armenia alla Gran Bretagna, dalla Spagna alla Russia, dalla Svezia a Malta.
Interessante è il formarsi di gruppi cristiani LGBT nei paesi dell’ex Unione Sovietica a forte presenza ortodossa.
La lettera al Papa contiene anche la richiesta che la Chiesa cattolica abbandoni ogni tipo di pressione in favore delle cosiddette “terapie”, che dovrebbero guarire dall’omosessualità.
Sono esperimenti, cui vengono indotti certi genitori e che hanno causato gravi danni psichici ai ragazzi e alle ragazze che vi sono stati sottoposti.
Lo stesso giornale dei vescovi italiani Avvenire affermava con chiarezza, in un suo recente fascicolo sul tema, che l’omosessualità non va considerata una malattia da curare.
“Poiché la scienza ha dimostrato che l’omosessualità è una variante della sessualità, facciamo appello affinché questa evidenza scientifica sia inclusa negli insegnamenti della Chiesa”.
Il Forum domanda, infine, a Benedetto XVI che “riconsideri la posizione della Chiesa sulle relazioni tra persone sia dello stesso sesso sia transessuali, supportando altresì l’accettazione e la benedizione di queste relazioni all’interno della Chiesa”.
In Italia il problema è particolarmente sentito per il veto ecclesiastico a una legge sulle coppie di fatto.
Su Fare Italia mag, l’associazione che fa riferimento ad Adolfo Urso, si giudica “vergognoso” che il parlamento non affronti un problema che “riguarda qualche milione di persone”. L’auspicio è che a destra si facciano dei passi in avanti.
Per l’Europride è in corso una mobilitazione di massa. Tra militanti e simpatizzanti di ogni orientamento culturale si prevede una partecipazione massiccia.
Sabato il corteo dell’Europride si muoverà da piazza dei Cinquecento al Circo Massimo e la sera alle 21 si terrà l’ esibizione di Lady Gaga. All’Europride Village di piazza Vittorio Emanuele si terrà anche un dibattito su “Ebraismo e omofobia”.
Domani i cattolici del Forum hanno indetto una conferenza sul rapporto tra Chiese e gay in Europa.
Vi parteciperà il teologo John McNeil, fondatore della celebre associazione Dignity negli Stati Uniti, insieme a Franco Barbero.
Durante il dibattito verranno illustrate testimonianze di come si configura nelle comunità ecclesiali dei diversi paesi l’accettazione della realtà omosessuale.
Tra le diverse esperienze di un processo di accettazione della realtà gay da parte delle gerarchie ecclesiastiche verrà illustrata la storia delle “messe di Soho”, organizzate dal “Catholic Caucus of the Lesbian & Gay Christian Movement” e celebrate dal 2007 – con il pieno consenso dell’arcivescovado cattolico – a partire dal 2007 nella chiesa dell’Assunzione di Warwich Street.
Non è una “messa gay”, è un rito aperto a tutti, officiato la prima e la terza domenica del mese.
Il nuovo arcivescovo cattolico di Londra mons. Vincent Nichols – racconta Martin Pendergast, che parteciperà venerdì alla conferenza – ha resistito alle pressioni dei cattolici conservatori di bloccare l’esperienza.
Di più, in un’occasione pubblica ha dichiarato: “È chiaro che c’è un legame tra procreazione e sessualità umana.
Ora come partire da questo principio, senza perderlo, e avere un confronto aperto e continuo con coloro che dicono ‘non è la mia esperienza’?
Come mettere insieme i principi scritti nell’ampio libro della natura con le esperienze individuali? È questa l’area (il problema) a cui dobbiamo essere sensibili e aperti e che bisogna volere sinceramente esplorare”.
Fosse il linguaggio anche della gerarchia ecclesiastica a Roma, i gay credenti italiani forse organizzerebbero una novena.