Ho baciato una ragazza e sono stata gettata nell’inferno di Scientology
Articolo di Chris White pubblicato sul sito del quotidiano Daily Mail (Gran Bretagna) il 21 marzo 2016, libera traduzione di Giacomo Tessaro
“Ho baciato una ragazza di Scientology e mi è piaciuto… poi sono stata imprigionata dalla stessa Scientology!”. Un’ex seguace di Scientology di alto rango, che ha lavorato con i più grandi nomi della Chiesa come John Travolta e i figli di Tom Cruise, afferma di essere stata imprigionata per tre anni in una “galera” di Scientology perché aveva baciato una ragazza. Nora Crest, che da nubile si chiamava Nora Sova, era amica di queste star e lavorava al Celebrity Centre di Los Angeles, dove strinse importanti relazioni con i figli di Tom Cruise e con John Travolta, aiutandoli nei loro corsi e agendo da “consigliera di vita”.
Ma, afferma, tutto cambiò quando baciò un’altra ragazza, con grande gradimento di ambedue. Anche se dopo il bacio non ci fu nulla. Nora venne spedita alla Forza del Progetto di Riabilitazione (RPF), che gli ex membri definiscono come “la galera di Scientology”. Nora, che oggi ha 39 anni, afferma di essere stata costretta a lavorare per una miseria e di aver sopportato terribili condizioni di vita e di lavoro (fra le altre cose, si ruppe tre costole).
Il fondatore di Scientology L. Ron Hubbard classificò l’omosessualità tra le “malattie” e le “perversioni sessuali” e disse che la Chiesa dovrebbe aiutare gli omosessuali a “curarsi”. Nora è la prima persona a denunciare la Chiesa dopo aver avuto un’esperienza omosessuale, affermando la “cura” consiste in anni passati nella RPF, destinata a chi viola le regole o le aspettative della Chiesa: le persone vengono spedite in basi segrete per compiere “lavori forzati” massacranti 80 ore alla settimana, per mesi o anni, senza sosta.
Nora tentò di fuggire diverse volte, ma venne sempre riacciuffata; alla fine, nella disperazione più nera, ingurgitò della candeggina: “È stato il periodo più orribile della mia vita. Ero esaurita e ferita, mi tiranneggiavano, sono quasi morta cercando di abbandonare la Chiesa e tutto perché ho avuto il coraggio di desiderare un’altra donna. Mi facevano il lavaggio del cervello per convincermi che avevo fatto del male e ho dovuto vivere in condizioni terribili per tre anni prima che mi permettessero di andarmene. Questo non deve più succedere a nessuno, ecco il perché della mia denuncia. L’omosessualità nella Chiesa è il punto più basso in assoluto, sei trattata come cacca”.
Il Daily Mail Online ha contattato la Chiesa di Scientology per un commento a questo articolo, ma nessuna risposta è arrivata. Nora è ora felicemente sposata con due bambini e dice che suo marito Cameron le ha “salvato la vita”, ma non avrebbe mai creduto che la sua fede in Scientology l’avrebbe quasi uccisa.
Prima del suo castigo, Nora era un membro di grandi speranze della Sea Org, il nocciolo duro formato dai membri più devoti, che firmano un contratto che li lega alla Chiesa per un miliardo di anni. I suoi genitori, Kathy Thomas e Constantine Panfilous Sova, erano ambedue molto impegnati nella Chiesa: niente di più facile per Nora essere coinvolta fin da bambina. A 18 anni lavorava come insegnante alla scuola scientologista di Woodland Hills a Los Angeles e si era appena iscritta alla Sea Org: “Mio padre aveva deciso che nella vita non esisteva nient’altro.
Fin da quando ero piccola cercava di farmi ricordare le mie vite passate, che è quello in cui credono gli scientologi. Ma a me piacevano le cose normali, come il basket o il calcio. Volevo andare all’università e fare la commentatrice sportiva. Ma poi, a 18 anni, ebbi questo lavoro nel liceo della Chiesa: insegnavo educazione fisica e leggevo. Così, agli occhi di Scientology, sarei stata perfettamente qualificata. Facevo tutto questo per far piacere a mio papà e alla Chiesa. Gli scientologi vogliono sempre mostrare il loro impegno, in tutte le cose che fanno. Facevo sempre più corsi e a 14 anni, un’età molto tenera, avevo raggiunto lo “stato di Clear”.
“Dicono che a quel punto la tua mente è libera dalle emozioni indesiderate, ma in pratica vuol dire che il lavaggio del cervello è completo. Mi convinsero che, dato che stavo facendo così bene, allora in una vita precedente dovevo essere stata un membro della Sea Org e che quindi era mio dovere esserlo di nuovo”.
Nel 1996 Nora cominciò a lavorare come reclutatrice a Los Angeles prima di finire il corso e la pratica intensiva necessari per diventare Word Clearer. Questo le permise di continuare con la Study Tech, una forma di studio intensivo ideata dal fondatore Hubbard nella quale gli studenti vengono condotti a comprendere ogni singola parola di un testo, così da eliminare ogni ostacolo allo studio. Nora ottenne una posizione di prestigio al Celebrity Centre di Los Angeles: aiutava le star e i loro figli a studiare le scritture di Hubbard usando un E-Meter, “uno strumento elettronico che misura gli stati mentali e i cambiamenti di condizione negli individui, favorendo la precisione e la velocità dell’auditing”, come si legge nel sito di Scientology. “Lavoravo faccia a faccia con le celebrità. Stavo assistendo John Travolta quando ebbe un problema con una specifica regola scritta da LRH (L. Ron Hubbard). Con l’E-Meter lo guidai alle parole che non capiva. L’E-Meter mi aiutava a captare le reazioni della gente se non capivano una parola. Quando non capiva, l’ago tremolava e così usavo un dizionario per aiutarlo e lui doveva ripetere fino a che l’ago si stabilizzava. Era molto gentile: si scusava venti volte ogni volta che lo aiutavo. Ho lavorato con i figli di Tom Cruise, Connor e Isabella: erano molto piccoli e lavoravo con loro durante le vacanze estive: erano simpatici, molto dolci. Era il periodo nel quale Tom e Nicole stavano affrontando la separazione: ci avevano ordinato di non parlare mai di lei perché era una persona cattiva. Ho lavorato anche con Riley, la figlia di Lisa Marie Presley. Era adorabile.”
Pur essendo una seguace di Scientology rispettata, Nora era costretta a vivere in una topaia sudicia con altri membri della Sea Org: tutti lavoravano per una miseria. Dopo aver frequentato un paio di ragazzi (ma senza avere rapporti completi, in ossequio alle rigide regole della Sea Org che non ammettono il sesso prima del matrimonio) Nora si trovò a condividere la stanza con un’altra ragazza. “Qualche mese dopo mi ammalai e lei disse che mi avrebbe aiutata con i nervi, una pratica di Scientology che consiste nel porre le mani sui nervi critici lungo la spina dorsale per far ripartire il corpo. Mi piaceva, mi faceva sentire a mio agio, poi lei volle portarmi nel letto, si chinò e mi baciò sulla bocca. Fu qualcosa di più di un bacetto. La mia mente in quel momento stava esplodendo. Non sapevo costa stava accadendo, non sapevo come mi sentivo ma mi piaceva e nei mesi seguenti continuammo a baciarci, ma niente più di questo. Non facevamo sesso prima del matrimonio perché sapevamo quanto fossero rigide le regole. Non volevo finire nei guai e mi trovai un ragazzo per nascondere quello che stavamo facendo. Stavo facendo i corsi più importanti di Scientology, non volevo far andare tutto in malora.“
Tuttavia, non passò molto tempo che altri membri della Sea Org capirono ciò che stava succedendo e Nora venne convocata dal suo ufficiale capo per quello che lei definisce “un intenso interrogatorio”: “Registrarono tutto e dissero che stavo distruggendo il morale della Sea Org, che era una cosa molto grave, così confessai tutto: mi sentivo molto in colpa. Poi mi dissero che non avrei più avuto il mio lavoro e che avrebbero deciso cosa fare con me. Fecero la stessa cosa con [l’altra ragazza]. Ci misero a lavorare nelle pulizie e nelle costruzioni per tre mesi, poi nel marzo 2000 mi mandarono nella RPF: lì cominciò il mio inferno”.
La RPF era un edificio in rovina nella parte occidentale di Los Angeles: chi veniva mandato lì veniva convinto di aver fatto qualcosa di sbagliato contro la Chiesa e costretto a lavorare più di 80 ore alla settimana per 50 dollari al mese: “Era un ambiente dove ogni minuto di ogni giorno centinaia di persone ti guardavano, ti giudicavano, si assicuravano che non sgarrassi. Dormivamo in stanzoni dove si ammassavano almeno 33 donne in letti a castello a tre piani. Se mettevo la mano sulla spalla di una donna, se parlavo con una donna, ogni volta che ero gentile con una donna venivo segnalata. Mangiavamo tre volte al giorno, 20 minuti per raccogliere il cibo e mangiarlo e 30 minuti per l’igiene personale. Ti sentivi annullata, non avevi privacy. Ti abituavi ad andare al gabinetto e avere cinque persone che ti guardavano. La stanze erano piene di scarafaggi e insetti, dormivamo su materassi sporchi posati su reti arrugginite che risalivano agli anni ’50. Queste condizioni disgustose diventavano la norma, pensavi che era quello che ti meritavi e che avevano ragione loro: eri un mezzo di m***a che non valeva niente. Parlavamo solo quando qualcuno ci rivolgeva la parola. Le comunicazioni con l’esterno erano fortemente filtrate, perciò se mia mamma mi scriveva una lettera la facevano sparire o mi interrogavano sul perché avesse scritto una determinata cosa. Ricevevamo 11,25 dollari alla settimana e con quei soldi dovevamo comperare tutto, inclusi i prodotti per l’igiene personale. Se volevi fare uno spuntino, dovevi comperartelo. Andavi alla mensa e ti facevano pagare un dollaro per una Coca Cola e due dollari per una barretta proteica. Non ti restava quasi nulla per il resto della settimana. Ti obbligavano a correre tutto il giorno, tutti i giorni. Se dovevi andare in bagno, dovevi correrci. L’uniforme era composta di jeans neri, maglietta grigia, cintura e scarpe da lavoro, perché tutti in un modo o nell’altro lavoravano nelle costruzioni. Io lavoravo come elettricista anche se non ne sapevo nulla. Ti assegnavano vari compiti da completare entro un certo tempo. Per esempio, dovevo installare cinque scatole di derivazione in un minuto: se fallivo, dovevo ‘fare un giro’, vale a dire andare nel seminterrato dell’edificio e fare 400 metri di corsa. Se non volevano lasciarti il tempo di correre, ti facevano fare cinquanta addominali o flessioni sul posto ogni volta che fallivi il compito”.
“Ci buttavano anche ‘fuori bordo’, espressione che derivava dal fatto che in altre basi le persone venivano punite con l’essere gettate in un lago o in una piscina. Dato che lì non c’era acqua, stavi in piedi in un bidone della spazzatura vuoto mentre le persone attorno ti gettavano secchi di acqua gelata sulla testa e ti gridavano addosso dicendo che eri una cacca. Dopo che avevano finito, ti costringevano a ripulire tutto.
Ogni martedì ci servivano hamburger e patatine per pranzo. Era l’unica cosa, a parte le uova strapazzate fredde per colazione, che mangiavamo regolarmente. Ci costringevano a stare in fila ad aspettare la distribuzione del cibo, eravamo circa 250 persone. Quando le porte si aprivano c’erano grandi vassoiate di hamburger e patatine e la gente ci si gettava sopra, era come una scena del Signore delle Mosche, si davano gomitate e pugni, si strappavano gli hamburger dalle mani, si urlavano in faccia, poi correvano verso gli angoli della stanza con il cibo e lo mangiavano velocemente, come animali rabbiosi. Lì lottavamo per la vita ogni giorno.”
Durante il periodo in cui ha lavorato nelle costruzioni Nora ha riportato vari infortuni, come tre costole rotte e due ernie del disco: “Stavo facendo una tipica attività scientologica che consiste nello spostare una persona da una parte all’altra di una stanza utilizzando comandi verbali e fisici. Stavo lavorando con un uomo che aveva più di 40 anni e pesava più di 90 chili. Era sempre più nervoso perché non riusciva a spostarmi attraverso la stanza e improvvisamente divenne violento: mi buttò a terra e mi fece rimbalzare ripetutamente sul pavimento di cemento. Due costole del lato sinistro uscirono dalla loro posizione e si ruppero, una del lato destro si fratturò. Non avevo né antidolorifici né antinfiammatori ed ero comunque costretta a lavorare. Poi, mentre stavamo costruendo una nuova ala dell’edificio, mi misi a demolire un muretto con un martello. Dopo 20 minuti collassai, incapace di muovermi. Non riuscivo a camminare da sola ed ero curva come una donna di 95 anni. Appena potei rimanere in piedi da sola per più di dieci minuti venni rimandata a lavorare da dieci a quindici ore al giorno. Dopo tutto quello che era successo non volevo assolutamente più rimanere, ma andarmene era virtualmente impossibile”.
Dopo due anni nella RPF, letteralmente esaurita e ferita, Nora cercò di fuggire: “Dissero che potevo andarmene ma mi fecero un interrogatorio con migliaia di domande: sei un agente segreto dell’FBI? Vuoi danneggiare la Chiesa? E avanti così. L’unico modo ufficiale per lasciare la Chiesa è comparire davanti a un gruppo di colleghi della Sea Org, con i quali hai vissuto gomito a gomito per tantissimo tempo, e dimostrare loro che non sei più adatta a stare nella Sea Org, devi dire che sei patetica, che non ne sei degna. Dovetti dire che ero un essere umano degradato, incapace di aiutare me stessa o altre persone, che ero una persona terribile e che, per favore, mi cacciassero via. Fu uno dei giorni peggiori della mia vita; poi dovetti aspettare tre mesi la loro decisione mentre giorno dopo giorno mi convincevano a rimanere. Mi dicevano che ero una persona inutile e che fuori di lì avrei potuto solo fare la battona, che non avevo nulla. Minacciavano di spaccare la mia famiglia, dicevano che non avrei più potuto parlare con mia madre e mia sorella. Alla fine cambiai idea e decisi di restare: mi avevano spezzata di nuovo”.
Ma la goccia che fece traboccare il vaso giunse solo pochi mesi dopo, nel novembre 2002, quando Nora venne punita per aver riso e scherzato con un’altra donna: “Ero stata messa in lavanderia e mi stavo facendo due risate con questa donna, qualcuno ci vide e pensò che stessi cercando di sedurla, così mi ordinarono di confessare tutto di fronte a un E-Meter, che avrebbe dovuto confermare se dicevo la verità. Mi fecero un sacco di domande: se l’avevo baciata, se l’avevo toccata, se le avevo fatto discorsi sporchi. Mi misi a ridere. Posai l’E-Meter e dissi: ‘Questa non è Scientology’ e cercai di uscire dalla stanza, ma loro mi fermarono. Arrivarono molte altre persone. Cercai di arrivare alla porta e ci ero quasi riuscita, quando mi presero da ogni parte e mi gettarono a terra. A un certo punto avevo tredici persone su di me, che mi schiacciavano a terra. Non potevo muovermi, urlavo, ma in qualche modo riuscii a liberare la via con un braccio, aprire la porta e liberarmi. Mi mollavano calci e pugni, avevo la faccia coperta di sangue, ma continuavo a correre. Non connettevo molto, così non andai dalla polizia, corsi invece dalla sicurezza della base, che mi tenne lì fino a che un ufficiale della RPF venne a prendermi. Il giorno dopo l’ufficiale comandante mi disse che ero un pezzo di m***a e che sarei stata duramente punita. Venni mandata a lavare muri, ma perfino mentre lavoravo gridavo istericamente. Pensavo non ci fosse via di fuga, cercai di tagliarmi i polsi con le forbici ma erano così smussate che non ci riuscii, pensavo davvero di essere così inetta da non riuscire nemmeno a uccidermi. Allora andai in uno sgabuzzino e vidi una grossa bottiglia di candeggina industriale: ne bevvi un tappo intero. Caddi all’indietro in preda alle convulsioni, la gola cominciò a gonfiarsi. Quando mi trovarono presero un cartone di latte, mi misero in una stanza e me lo fecero bere.
Poi arrivò un medico di Scientology, che mi scortò in ospedale e si assicurò che raccontassi la storia che avevano preparato, che non ero depressa e che avevo bevuto la candeggina per caso. Il medico dell’ospedale non mi credette e continuò a farmi le stesse domande, ma io mi attenni alla versione di Scientology. Quando uscii dall’ospedale mi portarono in un edificio dove mi obbligarono a firmare una liberatoria con cui mi impegnavo a non fare causa alla Chiesa, a non dire cose negative né criticare. Lo dissi davanti a una telecamera. Non mi importava, volevo solo andare a casa. Poi mi portarono in macchina al quartiere di Eagle Rock, a Los Angeles, dove abitava mia mamma. Ero molto sollevata nel vederla. Ma per cinque anni non le ho raccontato cosa è davvero successo”.
Fuori da Scientology, Nora si accorse di non sapere nulla del mondo e di non avere speranze di trovare un lavoro. Per fortuna, pochi mesi dopo incontrò il suo futuro marito Cameron, che la capiva bene essendo anche lui un ex Sea Org. I due si sono sposati nel 2005 e hanno due bambini, Landon di sette anni e Nick di nove. “Sentivo che l’intero pianeta sarebbe andato in malora perché avevo lasciato la Sea Org. Ci sono voluti anni per dimenticare questo gigantesco senso di colpa. Quando scoprii la verità su Scientology capii l’amara verità, e cioè che nulla di quello che ho fatto nella Chiesa è stato importante per qualcuno. Non ho avuto nessun impatto sulla vita del prossimo, del pianeta. Erano tutte bugie. Non avevo mai usato un telefono, mai fatto cose normali. La cosa più difficile è stata non comportarmi come un membro della Sea Org.
Quando ho cominciato a lavorare non lasciavo mai la scrivania, il mio capo doveva ordinarmi di mangiare. Mangiavo molto velocemente, com’era naturale, anche se non dovevo rispettare dei tempi precisi. Potevo fare una passeggiata, mi era permesso parlare con chiunque, era una cosa bizzarra cercare di essere di nuovo umana. Non penso che ce l’avrei fatta senza avere Cameron al mio fianco. Posso dire con tutta sicurezza che sposare mio marito e avere i miei bambini mi ha salvato la vita.”