I cattolici LGBT americani e le speranze riposte in Papa Francesco
Articolo di Ivey DeJesus pubblicato sul sito Penn Live (Stati Uniti) il 24 agosto 2015, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Poco dopo essere stato eletto alla guida della Chiesa Cattolica, papa Francesco espresse la sua compassione, inusuale per un Papa, verso i gay e le lesbiche, con la sua famosa frase: “Chi sono io per giudicare?”. A differenza dei suoi predecessori, Francesco ha dato un taglio al linguaggio clinico per riferirsi alla comunità LGBT e ha usato il termine “gay”. Per gli LGBT cattolici quel luglio 2013 è stato uno spartiacque, il segno di una Chiesa più inclusiva e accogliente. Da quel momento Francesco ha invitato diverse persone LGBT cattoliche a incontrarsi con lui e ha persino concesso delle udienze a persone transgender.
Molti passi avanti, ma anche dei segnali di dubbio per il leader di 1,2 miliardi di cattolici. Mentre in gennaio stava celebrando la messa nelle Filippine, il Paese più cattolico dell’Asia, Francesco affermò che il matrimonio omosessuale costituisce una minaccia alla famiglia tradizionale. “La famiglia è […] minacciata dai crescenti tentativi da parte di alcuni per ridefinire la stessa istituzione del matrimonio mediante il relativismo, la cultura dell’effimero, una mancanza di apertura alla vita” disse il settantottenne pontefice. Un mese dopo, in Slovacchia, Francesco appoggiò i tentativi del Paese di bloccare le leggi sul matrimonio e l’adozione per le coppie omosessuali.
La comunità LGBT è stata a lungo ignorata oppure condannata alla dannazione dalla Chiesa Cattolica. Ora, in vista della visita papale negli USA, gli LGBT cattolici sperano di essere di nuovo ricevuti e invitati dal Papa. “Penso che la realtà sia questa: la nostra Chiesa è molto divisa al momento” afferma Marianne Duddy-Burke, direttrice esecutiva di Dignity USA, uno delle decine di gruppi di attivisti LGBT che sperano di incontrare Francesco a Philadelphia il 26 e 27 settembre. Il Papa, che celebrerà la Messa quella domenica, incontrerà alcuni esponenti dell’Incontro Mondiale delle Famiglie.
Dignity USA manderà una decina di famiglie all’incontro triennale, che sperano di incontrare il pontefice. Alcune sono coppie omosessuali, altre hanno figli gay o figlie lesbiche o sono figli di coppie omosessuali. “La realtà è che gran parte della Chiesa nel mondo occidentale ci sostiene e ci accoglie davvero. Da più di vent’anni analizziamo i sondaggi condotti sui religiosi cattolici e i responsabili di altre denominazioni che sono usciti allo scoperto nell’accettare e sostenere le persone LGBT. Sono risultati sorprendenti, perché il vertice della Chiesa si è sempre opposto ai diritti civili. C’è un grande fossato tra il vertice e la base. L’esperienza delle persone e delle famiglie LGBT dipende dalle parrocchie” dice Marianne.
Un fossato che ha giocato d’anticipo. L’arcivescovo [di Philadelphia] Charles Chaput all’inizio dell’estate ha accolto i gay e le lesbiche cattoliche al congresso dell’Incontro Mondiale delle Famiglie, pur sottolineando il fatto che non è loro permesso attaccare il magistero della Chiesa o praticare l’attivismo LGBT. “Non vogliamo che questo incontro sia una base per difendere posizioni contrarie alla vita della nostra Chiesa” disse l’arcivescovo in conferenza stampa. La scorsa settimana l’arcidiocesi sembrò avere annullato un accordo con i cattolici LGBT per l’utilizzo di una chiesa nel centro di Philadelphia come punto di ritrovo in attesa della visita del Papa.
La gerarchia disse ai membri della coalizione LGBT, che include Dignity USA, di non approvare il suo programma e di non poter più concedere la parrocchia di San Giovanni Evangelista. Marianne si dice certa che la decisione è venuta dall’alto e non dalla parrocchia: “Crediamo fortemente che ci sia dietro l’arcidiocesi. È un messaggio della gerarchia. Niente di nuovo”.
Eppure, per tutta risposta al nuovo papato, i cattolici statunitensi sono sempre più progressisti. Circa sei cattolici su dieci (stessa percentuale tra i protestanti “storici” bianchi) sostengono il matrimonio omosessuale. Questo appare in forte contrasto con le direttive ecclesiastiche, in particolare quelle emanate nel 1986 dal cardinale Joseph Ratzinger, poi papa Benedetto XVI.
L’allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede scrisse nella famosa “Lettera di Halloween” che i gruppi che non osservano gli insegnamenti della Chiesa sull’omosessualità non possono utilizzare le chiese e le proprietà ecclesiastiche per i loro scopi. Negli anni seguenti, i gruppi come Dignity sono stati espulsi dalle scuole, dalle università e dalle parrocchie cattoliche.
Nel rapporto provvisorio sul Sinodo dell’anno scorso si faceva cenno all’estensione della grazia e del sacrificio ai cattolici LGBT e alle coppie dello stesso sesso. Nella bozza finale, emanata lo scorso giugno, questo cenno è stato cancellato. “Si avverte chiaramente la tensione tra i leader della Chiesa a proposito del nostro posto al suo interno. È una Chiesa molto grande, con membri molto diversi tra loro che sostengono ogni tipo di credenza” dice Marianne. Eppure circolano sempre più aneddoti che indicano che gay, lesbiche e perfino transgender sono attivi nelle loro parrocchie e ben accolti dai sacerdoti.
“Penso che stiamo levando le voci della nostra comunità per riappropriarci del nostro radicamento nell’identità di Dio: un Dio che include, un Dio che ama incondizionatamente e invita tutti e tutte nel suo cuore, un cuore di misericordia” dice Margie Winters, che all’inizio dell’estate è stata licenziata da una scuola cattolica nei pressi di Philadelphia dopo essersi sposata con una donna. Aggiunge che, con Francesco, il cambiamento è stato impercettibile, ma c’è stato; non ci si poteva aspettare nulla di diverso da una Chiesa che è sempre rimasta indietro in tema di sessualità.
Margie è stata destituita da direttrice dell’educazione religiosa alla Waldron Mercy Academy di Merion in Pennsylvania il 22 giugno. Ha lottato per essere confermata nel suo ruolo, ma il contratto non le è stato rinnovato. Lei e sua moglie Andrea Vettori non si sono fermate e stanno lavorando per una Chiesa più inclusiva. “Ecco da dove possiamo cominciare a parlare. Chi siamo noi figli e figlie di Dio? Una volta che la Chiesa afferma che siamo veramente figli e figlie di Dio con tutto il nostro essere, nel nostro lavoro, nelle nostre relazioni, questo la porterà a una pienezza che fino ad ora non ha accolto, in particolare con la comunità LGBT.”
Anche se l’arcidiocesi di Filadelfia ha lodato l’ordine delle Sorelle della Misericordia per averla licenziata, Margie afferma che fino ad ora Francesco ha guidato la Chiesa attraverso le sue azioni, come la lavanda dei piedi ai carcerati il giovedì santo e gli inviti al dialogo. “Credo che i suoi atti ci stiano mostrando come essere Chiesa. La sua dichiarazione ‘Chi sono io per giudicare?’ apre al dialogo e ci distoglie dal giudizio della gente riportandoci a Dio, che è il nostro autentico giudice.” Margie è stata invitata a Washington da Human Rights Campaign per vedere il Papa, cosa che farà anche a Philadelphia. “Questa è la mia Chiesa, certo che mi sento accolta. Non tutti ci vogliono alla mensa ma credo che, in quanto cattolica battezzata e cresimata, un posto per me ci sia sicuramente.”
Joe Aponick, portavoce della diocesi di Harrisburg, spiega che la Chiesa insegna la non discriminazione. Francesco sottolinea i precetti positivi piuttosto che quelli negativi, eppure la Chiesa è percepita come un qualcosa che dice sempre di no, anche quando non è vero. “Francesco ha detto questo, come ha fatto con le persone divorziate che non sono scomunicate. Non lo sono mai state, ma la gente pensava che lo fossero. Francesco è stato abile a indicare il magistero della Chiesa e a dire che noi non facciamo così, non lo abbiamo mai fatto.”
I cattolici più conservatori affermano di essere delusi dalla strada intrapresa dal Paese verso il riconoscimento del matrimonio omosessuale. Mark Bednarchick afferma di essere deluso dalla recente sentenza della Corte Suprema: “Non voglio dire che dovremmo discriminare i gay e le lesbiche, ma penso che il matrimonio sia composto da un uomo e una donna”. Mark, membro della Legione di Maria, vuole che la gerarchia della Chiesa conservi e protegga i suoi insegnamenti tradizionali sul matrimonio, ”ma in modo amorevole, perché siamo chiamati ad essere amorevoli, sempre. Non voglio essere meschino ma ci sono molte persone deluse dalla decisione della Corte Suprema”.
Francesco ha creato un’opportunità per il dialogo, non solo perché gli attivisti esprimano il loro parere ma anche perché gli altri li ascoltino. “Non abbiamo la sensazione che non stia ascoltando. I cattolici LGBT, e la gente in generale, sente che questo è un Papa aperto, che li ascolta. Il suo papato è ancora breve, ma questo è già un dato acquisito” dice Stephen Seufert, direttore dei Keystone Catholics [I “cattolici pietre angolari”, organizzazione che promuove la giustizia sociale n.d.t.]. Stephen sottolinea la diversità di vedute che caratterizza la Chiesa Cattolica, anche negli Stati Uniti; si va dal licenziamento di un cappellano gay agli LGBT cattolici che partecipano attivamente alla vita delle parrocchie: “Penso che si debba a papa Francesco il permettere alle parrocchie e alle comunità di decidere su queste questioni, non è un esperimento ma vuole lasciar decidere ai laici delle parrocchie e ai vescovi cosa fare. Però penso che la Chiesa non sappia ancora rispondere a questi temi”.
Il matrimonio omosessuale è un concetto relativamente nuovo, afferma, soprattutto per una Chiesa che ha 2.000 anni di vita. “Ecco il tema del suo papato: incoraggiare l’incontro e il dialogo. Attira molto i laici e i cattolici che hanno lasciato la Chiesa. Con loro ha un approccio diverso. È emozionante, è qualcosa che la gerarchia dovrebbe accettare e incoraggiare.”
Marianne dice che è difficile orientarsi in una Chiesa che la accoglie assieme a sua moglie e alle due figlie ma, al tempo stesso, pone molti ostacoli per battezzare i figli di coppie omosessuali, per non parlare dell’adozione. Spera di parlare direttamente con Francesco sugli ostacoli che i gerarchi cattolici pongono sul cammino di queste coppie. Marianne afferma che tali atteggiamenti allontanano i fedeli e aprono una crisi nella Chiesa.
Se c’è un uomo che può colmare il baratro, quello è Francesco. “La situazione con lui è imprevedibile; penso comunque che lui sia la più grande speranza di vedere i leader cattolici raggiungere il popolo cattolico.”
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Testo originale: Pope Francis embraces gays, lesbians, but church remains divided over LGBT issues