I cristiani e le terapie riparative: tutto cominciò sul Golden State Bridge
Articolo di Harmon Leon* pubblicato sul sito Timeline (Stati Uniti) il 22 febbraio 2017, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Nel 1973 Frank Worthen stava attraversando il Golden State Bridge [di San Francisco] quando udì la voce di Dio. Era un gay dichiarato da vent’anni ma non era a suo agio con il suo stile di vita. Poco prima l’Associazione degli Psichiatri Americani (APA) aveva rimosso l’omosessualità dal Manuale Diagnostico e Statistico delle Malattie Mentali (DSM), dove era stata inclusa nel 1952. Secondo i professionisti della salute mentale essere gay non era più da considerarsi una devianza. Worthen non era d’accordo e fondò Love in Action. Più tardi ebbe a dire: “Sentivamo che [la fondazione di Love in Action] era davvero volontà di Dio, era la Sua risposta all’APA, secondo cui l’omosessualità era normale. Dio stava dicendo ‘Non è proprio così’”.
Fondata nella contea di Marin [a nord di San Francisco], Love in Action è stata la prima organizzazione a praticare quelle che sono state poi definite “terapie riparative”, una serie di controverse pratiche che pretendono di cambiare l’orientamento sessuale soprattutto con la preghiera. Worthen, che notoriamente non aveva nessuna formazione psicologica, così spiegava l’ideologia che soggiace alle terapie riparative: “Sono sempre stato certo che l’omosessualità consiste in quella che io chiamo “la ricerca del padre assente”, in quanto è causata dalla mancanza di una significativa figura maschile in giovanissima età”.
Le radici di questo atteggiamento risalgono a Sigmund Freud. Il fondatore della psicanalisi credeva che tutti gli esseri umani fossero bisessuali e che incarnassero aspetti di entrambi i sessi: da qui l’attrazione reciproca. Dapprima credeva che l’omosessualità potesse essere rimossa attraverso la suggestione ipnotica. Nel 1920, nella sua opera Psicogenesi di un caso di omosessualità femminile, espose la sua analisi di una diciannovenne mandata in terapia dai suoi facoltosi genitori perché lesbica; suo padre sperava che la psicanalisi avrebbe curato il suo disturbo. Freud concluse che, poiché la donna era stata obbligata a curarsi e l’omosessualità non è una malattia mentale, la prognosi non fosse favorevole: “Non sta alla psico-analisi risolvere il problema dell’omosessualità”. Nel medesimo periodo lo psicanalista ungherese Sándor Ferenczi, che seguiva le orme di Freud, ipotizzò che l’omosessualità sia causata dall’ostilità dell’uomo verso le donne e la risoluzione di questo conflitto era la base delle sue terapie. Per Ferenczi l’omosessuale ha un’identità sessuale confusa e si sente “una donna desiderosa di essere amata da un uomo”.
Nel 1976 Worthen collaborò alla fondazione di Exodus International, coalizione a livello nazionale di ministeri per la cura dei gay. Le tecniche di “cura” comprendono l’astinenza, il senso di colpa indotto dalla religione, insulti, un senso di vergogna indotto, il rafforzamento dell’identità virile e la correzione dei rapporti distorti con le persone dello stesso sesso.
Dieci anni dopo un uomo di nome John Smid arrivò ai vertici di Love in Action. Già sposato con figli, nel 1980 fece coming out e divorziò. Oppresso dai sensi di colpa, due anni dopo divenne un cristiano rinato e affermò che le terapie riparative lo avevano fatto diventare eterosessuale: “Credo fermamente che non ci si possa davvero definire ‘omosessuale’. L’omosessualità è un comportamento. Io non mi reputo un ex omosessuale: a dire il vero non sono mai stato un omosessuale, ero piuttosto coinvolto nell’omosessualità. L’ho sempre vista come un comportamento, un comportamento sessuale o una scelta relazionale, oppure come coinvolgimento in una certa cultura. L’ho sempre vista come un aggettivo o un verbo, non mi ci sono mai identificato”.
Nel 1994 Love in Action trasferì il suo quartier generale dalla contea di Marin a Memphis, nel Tennessee: secondo Smid i membri del gruppo, soprattutto quelli che frequentavano il programma residenziale di cura, erano troppo vulnerabili al paradiso gay di San Francisco: “Alcuni dicono che facciamo il lavaggio del cervello: penso sia una questione semantica” ebbe a dire una volta. Nel 2005, però, cominciò a mettere in discussione il programma dopo che un sedicenne di nome Zach Stark postò un’accorata richiesta di aiuto sulla sua pagina MySpace: “È come il servizio militare: se ne uscirò etero, la mia mente sarà talmente instabile e depressa che a quel punto non avrà più importanza”. Dopo aver fatto coming out con i genitori, Zach Stark fu immediatamente spedito a Refuge, un programma residenziale di cura per adolescenti. Dopo il suo post su MySpace il Dipartimento per i Servizi all’Infanzia inviò delle unità speciali a Memphis per indagare su possibili abusi. Il Dipartimento di Salute Mentale del Tennessee, invece, mise sotto accusa Love in Action per aver somministrato terapie psicologiche senza licenza; come risultato, il programma Refuge venne chiuso nel 2007. John Smid si dimise da Love in Action nel 2008; due anni dopo chiese scusa per ogni danno da lui causato attraverso le terapie riparative e ammise che il programma Refuge “ha ferito ancora di più molti adolescenti che già erano in un delicato momento della loro vita”.
Nel 2014 il Comitato delle Nazioni Unite contro la Tortura (CAT) ascoltò alcune testimonianze sulle terapie riparative provenienti dal Centro Nazionale per i Diritti delle Lesbiche. Le sue leader fecero pressione sull’ONU per far adottare delle risoluzioni di condanna dei tentativi di cambiare l’orientamento sessuale e l’identità di genere dei minori: “Oggi, per la prima volta un comitato delle Nazioni Unite ha riconosciuto che le terapie riparative sono una questione di diritti umani in tutto il mondo” ha detto Samantha Ames del Centro.
Oggi le terapie riparative sui minori sono proibite ni sei degli Stati Uniti. Quando Smid cominciò a lavorare per Love in Action ebbe a dichiarare: “Non sono omosessuale e non lo sono mai stato”. Anni dopo cambiò idea e disse di non aver “mai incontrato un uomo che da omosessuale sia diventato eterosessuale”. Nel novembre del 2014 ha sposato il suo compagno Larry McQueen. Frank Worthen, conosciuto nel suo ambiente come “la Madre Teresa dei gay”, è morto questo mese [febbraio 2017] dopo 32 anni di matrimonio.
* Mi chiamo Harmon Leon e sono scrittore, fotografo, cineasta e comico. Potete trovare le mie opere su Vice, Vanity Fair…
Testo originale: Gay conversion therapy got its start on the Golden Gate Bridge