In quell’ultimo posto “i miei occhi han visto la tua salvezza”
Riflessioni di Luigi Testa
«Nostro Signore ha scelto l’ultimo posto, che nessuno ha mai potuto togliergli». Frère Charles è impazzito d’amore qui: quando ha capito che avevi scelto l’ultimo posto.
L’ultimo posto non è quello del presepe, di Betlemme, del fieno – «Ahi, quanto ti costò l’avermi amato», è stato bello cantartelo per l’ultima volta, ieri. L’ultimo posto è quello in riva al Giordano, in coda con gli altri peccatori, uno tra i tanti – forse non volevi neanche essere visto, e quando Giovanni ti vede e grida, sconvolge i tuoi piani.
Perché dinanzi ad un bambino ci si commuove, fa tenerezza, si sorride. Gli si fanno le smorfie, come quando si fa l’amore. Ma un peccatore in fila con gli altri è diverso: lì non c’è neanche quello. Verrebbe da dirti: «Ma che fai lì. Abbi un po’ di dignità. Abbi un po’ di rispetto per te stesso». Ma tu resti lì, all’ultimo posto, in fila, perché io non mi senta solo quando mi sento sporco, e forse neanche lo sono.
In fila tra quelli sporchi trovo anche Te, che sorridi, e dici: «Se sei sporco tu, allora lo sono anch’io». Perché la verità è che certe volte io mi sento sporco solo perché ho gli occhi piccoli, e non riesco a guardarmi come mi guardi Tu. E come mi guarda il Padre: «Tu sei l’amato».
Se sto da solo, io non ci credo. Se invece stiamo insieme, Gesù – se tu fai la fila con me – se ti metti accanto a me – allora ci credo, ti guardo, senza trattenere il sorriso, per chiederti conferma, e tu sorridi, bello come sei: «Sì. Sei l’amato».
La festa del tuo battesimo è come una grande compieta per il tempo di Natale. Mi metto in fila, trovo te, e devo chiedere perdono per quello che già sai, e che è già perdonato. E ora lascia, Signore, che il tuo servo vada in pace, perché i miei occhi han visto la tua salvezza.
L’hanno vista in un bimbo che mi sorride. L’hanno vista in un uomo che mi sorride. Forse io neanche lo capisco fino in fondo che quello che hanno visto i miei occhi è la tua salvezza. Forse lo capirò domani; forse mai.
O forse alla fine me lo svelerai tu: «Ricordi? Era quello che io avevo pensato per salvarti». Perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te – «preparata da me». «Non avere paura: preparata da me. Non diffidare: preparata da me. Non opporti: preparata da me». Preparata da me.
Forse non è un caso che già oggi il Vangelo ci racconti di quando ti mettesti a camminare sul lago, e chiamasti Simone, e Andrea, e Giacomo, e Giovanni. Lasciarono tutto, perché tu avevi preparato altro per loro. E loro non ebbero paura.
Fa’ che sia così questo nuovo anno, Signore. Che io stia stretto a te – anche quando mi sento sporco: tanto, in fila, trovo anche te. Sarà il tuo sguardo a convincermi che ho capito bene: «Tu sei l’Amato». E non avrò paura di lasciare ogni cosa vecchia, perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te.