Il cammino di Géraldine ed Élisabeth, una coppia lesbica impegnata in parrocchia
Testimonianza di Élisabeth Saint-Guily et Géraldine Beys pubblicata nel dossier “L’Eglise et homosexualitè” (Chiesa e omosessualità) del quotidiano cattolico La Croix (Francia) il 21 aprile 2018, pag.5, liberamente tradotta da Giacomo Tessaro
Géraldine, giornalista, era sposata quando ha incontrato Élisabeth, dottoranda in economia rurale ed ex consulente agricola. Le due donne si incontravano spesso a Avesnes-sur-Helpe, nel dipartimento del Nord, e si sentivano sempre più attratte l’una dall’altra: “Avevo le idee piuttosto confuse” ricorda Géraldine, fino a quel giorno del dicembre 2006 in cui confessa il suo amore a Élisabeth. Per via dei suoi valori cattolici, assorbiti in famiglia, Élisabeth “si sente in colpa” per la sua attrazione verso una donna sposata: “Ho pensato di smettere di vederla”.
Nel 2007, Géraldine decide di divorziare; nel 2008, le due donne vanno a vivere insieme. Élisabeth, molto impegnata nella Chiesa (“Ho fede nel Cristo che libera e chiama alla Vita”), informa il suo parroco della sua nuova situazione e gli presenta le sue dimissioni da preparatrice dei giovani alla cresima: “Ma io non penso che le due cose siano incompatibili” risponde lui. Nel 2010, dopo il PACS, Élisabeth e Géraldine chiedono a un sacerdote e a una pastora di benedirle; nel 2013 si sposano, tutt’e due in abito lungo: “La nostra coppia è riconosciuta ovunque senza tentennamenti” affermano le due donne, musiciste nella filarmonica municipale.
Anche nell’équipe dei Cristiani nel Mondo Rurale [Movimento di azione cattolica rivolto al mondo rurale, n.d.t.] Élisabeth e Géraldine si sentono molto sostenute, una vicinanza che è stata loro d’aiuto nel periodo dei dibattiti sul matrimonio omosessuale, vissuto intensamente dalla coppia in quanto Élisabeth era portavoce del movimento omosessuale cristiano David & Jonathan. Nel 2014 viene chiamata a far parte del consiglio parrocchiale, posizione nella quale incoraggia generosamente i suoi parrocchiani ad aiutare i migranti; nell’autunno 2016, viene nominata dal vicariato animatrice di “Pietro e Paolo”, un gruppo di formazione per responsabili laici.
Questa prospettiva la “appassionava”; Élisabeth si è affrettata in ogni caso a informare la diocesi della sua vita di coppia: “La diocesi, allora, ha detto di no. È stata una grossa ferita per me” dice la donna, la quale, sebbene sia rimasta “toccata” dalla lettera del vescovo, in cui questi le chiede scusa e le propone un incontro, non ha però provato il desiderio di chiarire. Dopo il suo rifiuto della richiesta del vescovo, da un anno Élisabeth non trova la forza di andare a messa e ha dato le dimissioni dal consiglio parrocchiale, anche se rimane molto impegnata con i migranti.
Testo originale: «Le refus des instances diocésaines nous a blessées»