Il cammino di guarigione dei cristiani LGBT dagli “abusi spirituali” delle chiese
Articolo di Joseph M. Amico pubblicato sul sito del NALGAP* (Stati Uniti) nel settembre 2003, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Sono entrato nel campo della dipendenza come cappellano in un’unità di abuso di sostanze per adolescenti. Quando per prima cosa ho fatto il quarto e quinto passo, ho fatto l’errore di credere che le persone cattoliche sarebbero state avvantaggiati nel capire come funzionava il quinto passo: dopo tutto, avevano familiarità con la confessione. Non era un’esperienza liberante? Dopo aver ascoltato terribili storie da molti di questi clienti riguardanti la loro esperienza con la confessione, insieme all’odierna copertura mediatica degli abusi sessuali dei preti, ho imparato a non presumere che le persone avessero un rapporto positivo con la loro religione d’origine.
Lavorare nell’unità per adolescenti mi ha preparato per il mio successivo lavoro con clienti gay, lesbiche, bisessuali e transessuali (GLBT). Mi sono formato una comprensione di quello che definisco un “abuso spirituale”. L’abuso spirituale capita quando lo spirito di una persona, o il modo in cui una persona pratica la spiritualità, viene attaccato.
Alcuni dei miei vecchi abusatori di sostanze rifiutavano di andare agli incontri dei dodici passi a causa della chiamata in causa di “Dio”. Avevano iniziato a leggere dei passi affissi sul muro e avevano visto “Dio come lo capiamo” nel terzo passo, “Ammesso davanti a Dio” nel quinto passo e quindi avrebbero detto “mi chiamo fuori” prima di arrivare a “Chiedi a Dio di togliere” nel sesto passo! Sostengono di avere terribili ricordi del catechismo, della Chiesa o delle altre attività religiose che non era bene sottoporsi ancora a tanta negatività.
Ho imparato velocemente che abbiamo bisogno di distinguere tra religione e spiritualità. Quando conduco i gruppi scrivo queste due parole sulla lavagna bianca: RELIGIONE/SPIRITUALITÀ. Quindi chiedo ai membri del gruppo di gridare ciò che viene in mente quando sentono ognuna di queste parole. Solitamente iniziano con parole associate alla religione: rituali, soldi, regole, papa, preti, suore, ministri, rabbini, cresima, confessione, abusi, obblighi, omofobia.
Alla fine, qualcuno inizia a gridare parole per la spiritualità come pace, serenità, natura, speranza, fiducia, accettazione, amore incondizionato, individuale, personale, appagante. Discutiamo associando un significato positivo o negativo alle liste e ognuno concorda che le parole della parte della spiritualità sono molto più positive rispetto a quelle della parte della religione. Sottolineo il fatto che se sono capaci di vedere la differenza tra le due, saranno più capaci di lavorare in un programma di spiritualità.
Quelli che avevano queste sensazioni negative circa la religione possono aver bisogno del processo di guarigione dall’abuso spirituale per poter lavorare ad un programma di dodici passi. Ignorare l’abuso spirituale è lo stesso che ignorare un abuso sessuale, fisico o emotivo come parte del processo di guarigione. Molti di noi che hanno avuto esperienze in questo campo riconoscono che senza lavorare sull’intero io, inclusa la parte fisica, quella sessuale e quella emotiva, la persona non può rimanere sobria. Credo che dobbiamo aggiungere “spirituale” a questa lista. Una persona con un’anima ferita non può essere una persona sana.
Ho iniziato ad applicare i principi di quello che sappiamo circa l’abuso sessuale e fisico all’abuso spirituale. Prima di tutto, dobbiamo dargli un nome: abuso spirituale. Invito i miei clienti che hanno avuto esperienze negative con la loro religione di origine a considerare cosa è successo durante l’abuso spirituale. Dopo, il nome dell’abusatore: il nome della confessione, della chiesa locale, dell’ecclesiastico, dei genitori, l’ambiente dell’abuso.
A seconda della severità dell’abuso, i clienti possono aver bisogno di aiuto nel lavoro attraverso la rabbia e il dolore per ciò che è accaduto, prima che possa cominciare il processo di guarigione e di ricostruzione spirituale. Ricordo ai clienti il motto del programma: “prendi ciò che puoi usare e lascia il resto”.
Ci possono essere aspetti della religione d’origine che si possono usare nella nuova spiritualità, ma non si deve credere in tutto. Per esempio, ho avuto un gruppo di uomini gay che venivano nel mio ufficio quando ero dirigente di un programma per persone GLBT ricoverate: “Apprezziamo il fatto che lei si offra di portarci nelle varie chiese gay della città la domenica mattina. Capita che molti di noi siano cattolici romani. Sappiamo ciò che il Vaticano insegna sull’omosessualità, ma troviamo ancora significativi alcuni aspetti della messa, in particolare i rituali e l’eucaristia”. Ho fatto sì che potessero frequentare una parrocchia cattolica pro-GLBT.
La vulnerabilità delle persone LGBT
Le persone GLBT sono specialmente vulnerabili all’abuso spirituale. Quando sentono commenti del tipo “l’omosessualità è un peccato, un abominio; i sodomiti sono condannati all’inferno” che arrivano dal pulpito, fanno esperienza di un abuso spirituale.
Una cosa che è al centro della loro esistenza è il loro spirito. Essere gay, lesbiche, bisessuali o transessuali è al centro dell’esistenza. Queste persone che lottano per guarire sanno che l’orientamento sessuale non è una scelta. Se così fosse, avrebbero preso la strada più semplice da tempo. Hanno combattuto con la loro identità e spesso la lotta è ciò che li ha portati a modelli e a comportamenti di dipendenza. La vergogna di non essere ciò che la loro famiglia e la loro religione dice che dovrebbero essere è il motivo che li spinge a nascondersi nell’alcool, nella droga, nel sesso, nel gioco d’azzardo, nella spesa sfrenata, nella dipendenza da lavoro o in altri comportamenti compulsivi.
Non possiamo aspettarci che persone che sono state ferite così brutalmente nello spirito accolgano a braccia aperte un programma in dodici passi basato sulla spiritualità! Abbiamo bisogno di riconoscere gli effetti dell’abuso spirituale, aiutare le persone con cui lavoriamo a dargli un nome e assisterli nella ricerca di una spiritualità che faccia per loro. Alcuni saranno capaci di “prendere ciò che possono usare e lasciare il resto” tornando alla loro religione di origine. Altri avranno bisogno di esplorare altre forme di spiritualità e avranno bisogno del nostro aiuto per trovare tali risorse.
Per quelle persone GLBT che vogliono seguire la loro religione d’origine, offro informazioni sui gruppi locali che sono accoglienti verso le persone GLBT, senza giudizi e preconcetti. Molte delle principali confessioni hanno programmi nazionali che le chiese locali possono utilizzare per identificarsi, per esempio Open and Affirming Churches (Discepoli di Cristo), More Light Churches (presbiteriani), Welcoming and Affirming (battisti americani), Reconciling Congregations (metodisti uniti), Reconciled in Christ (luterani), Supportive (fratelli mennoniti), Oasis (episcopaliani), Affirming (Chiesa Unita del Canada), Inclusive (Gran Bretagna), and Welcoming Congregations (unitariani universalisti).
Per quelli che non sono stati accolti nelle loro confessioni, o che vogliono fare l’esperienza di andare in una chiesa a predominanza GLBT, raccomando di individuarle tramite le riviste GLBT. La più ampia confessione GLBT è la Universal Fellowship of Metropolitan Community Churches. Le più grandi comunità MCC si trovano praticamente in ogni area metropolitana degli Stati Uniti e di molti altri Paesi, incluse Russia, Sud America e Australia. Sono anche in aumento le chiese aconfessionali GLBT.
A volte do ai miei clienti il compito di frequentare una di queste chiese in modo da avere anche solo l’esperienza di essere in un ambiente prevalentemente gay che non sia un bar! I clienti GLBT sono inclini a dire ai loro facilitatori “ma il solo posto in cui posso incontrare persone come me è un bar”. Quando do loro il compito di andare in una chiesa o in un altra congregazione a predominanza GLBT, mi dicono spesso: “Ma io non sono religioso”. Dico loro che voglio che vadano e facciano esperienza di un grande gruppo di persone GLBT che sono lì per celebrare quello che sono (i loro spiriti). Non devono cantare gli inni o pregare: devono solo sedersi e stare lì.
Spiritualità alternative
Anche per chi vuole alternative alle tradizionali congregazioni giudaico-cristiane, ci sono sempre più opzioni. Il Radical Fairy Movement nella comunità GLBT ha le sue radici nel paganesimo. Il paganesimo è un’antica religione spesso confusa con il satanismo. Il paganesimo è una spiritualità positiva che fa appello a quei clienti che vogliono un programma basato sulla natura.
I gruppi pagani si possono trovare sui giornali delle comunità alternative o attraverso gruppi più tradizionali come le comunità unitariane universaliste. Sfida i tuoi clienti a guardare sui giornali o online per trovare un gruppo che corrisponda alle loro esigenze o aspettative per un programma spirituale.
La spiritualità degli antichi nativi americani negli ultimi due decenni ha aumentato la sua popolarità tra le persone GLBT. L’attrazione deriva dal modo in cui molte tribù native americane incorporano quelle che noi chiameremmo persone GLBT nella “normale” vita tribale. Spesso esse sono onorate per i loro talenti e le loro capacità uniche. Per esempio, in alcune tribù, quella che chiamiamo una persona GLBT può essere chiamata “two-spirit”, il che significa che ha una visione speciale di entrambi gli spiriti, maschile e femminile. Per questa ragione, spesso vengono scelti come “uomo (o donna) della medicina” o sciamani. Provate a immaginare! Invece di essere trattati da emarginati perché sono diversi, sono scelti come capi per i loro doni speciali.
Ho lavorato con dei clienti che hanno trovato la serenità nella loro ricerca spirituale rivolgendosi al buddhismo, allo zen, al taoismo e alla Chiesa dell’Autorealizzazione, solo per citare qualche nome. Dico loro che non bisogna essere religiosi per avvicinarsi ad un programma di spiritualità, ma certamente non fa male avere una comunità che aiuti a combattere l’isolamento della dipendenza. È importante anche avere un certo tipo di aiuto per il proprio programma spirituale.
In sintesi, è importante riconoscere che le persone GLBT potrebbero aver subito un abuso spirituale. Possono aver bisogno di aiuto per riconoscere questa azione come abuso, per trovare vie di guarigione e impegnarsi in un programma su base spirituale. Anche i miei pazienti che non sono nei programmi dei dodici passi traggono beneficio nell’impegnarsi in questo frangente.
Chiedo sempre durante le mie domande introduttive: “In quale religione sei cresciuto?”. Quindi chiedo: “Adesso sei attivo in qualche tipo di religione/spiritualità?”. Le risposte a queste domande mi aiutano a sviluppare un piano di trattamento riguardo a questi argomenti. Assistere le persone nella ricerca di una sana spiritualità è una componente importante per il loro pieno recupero.
*NALGAP è un’organizzazione, fondata nel 1979, che si occupa della prevenzione e del trattamento dell’alcolismo, della tossicodipendenza e di altre dipendenze nelle comunità lesbiche, gay, bisessuali, transgender e queer.
Testo originale (PDF): Healing from ‘Spiritual Abuse’ Assisting Gay and Lesbian Clients