Il Cristo dichiarato. Dal peccato del nascondimento alla grazia del coming out
Riflessioni teologiche* del rev. Patrick S. Cheng** pubblicate sul blog jesusinlove.blogspot (Stati Uniti) il 24 novembre 2010, liberamente tradotte da Andrea D.
Il secondo modello cristologico di peccato e grazia per le persome lesbiche, gay, bisex e trans (LGBT) è il Cristo Dichiarato. Il Cristo Dichiarato è Dio che si rivela nella maniera più completa nella persona di Gesù Cristo.
In altre parole, Dio esce allo scoperto e si dichiara nella persona di Gesù Cristo; solo attraverso l’incarnazione, il ministero, la crocifissione e la resurrezione di Gesù capiamo la vera natura di Dio (ad esempio la solidarietà di Dio nei confronti degli oppressi e gli emarginati).
L’immagine del Cristo Dichiarato come rivelazione di Dio trova riscontro nel Vangelo di Giovanni quando definisce Gesù logos, Parola di Dio. Chris Gasler, teologo gay e ministro della Chiesa della Comunità Metropolitana, ha scritto riguardo al Cristo Dichiarato nel suo libro Coming Out as Sacrament (Il Coming out come sacramento, editore Geneva Press, 1998).
In questo libro Glaser descrive Gesù come il vero e proprio coming out di Dio all’umanità: “La storia del Nuovo Testamento ci dice che Dio esce dal cielo e dal sistema religioso del tempo per rivelarsi nella persona di Gesù il Cristo.” 1
Per Glaser Dio rivela in Gesù la solidarietà divina con gli emarginati e gli oppressi del mondo. Ad esempio Dio esce allo scoperto nelle sembianze di un bambino che nasce in una “strana città e in una terra e una cultura dominate da una potenza straniera, l’Impero Romano”. Attraverso il ministero di Gesù che “difende donne, eunuchi e meticci (i samaritani) ed è sensibile verso gli stranieri (il centurione romano, la donna siro-fenicia)” Dio fa coming out in solidarietà con gli oppressi.
Sulla croce Dio si dichiara estendendo “un paradiso inclusivo a un criminale crocifisso”. E nella resurrezione Dio si rivela come Colui che “vive nonostante la violenza umana, un vero sopravvissuto all’abuso e alla vittimizzazione”. 2
Il Peccato: nascondersi
Se concepiamo il Cristo Dichiarato come Colui attraverso il quale Dio si manifesta pienamente all’umanità, allora il peccato (opposto al Cristo Dichiarato) è nascondersi, rifiutare di rivelarsi per quello che si è alla propria famiglia, agli amici, ai colleghi e alle persone amate. Nascondersi impedisce di creare legami ma non solo: sotto la costante pressione di dover mantenere segreta la propria vita, anche l’autostima e il benessere personale ne risentono. Molte persone LGBT hanno scritto di conoscere il peccato del nascondersi.
In America per molte persone LGBT di colore dichiararsi a famiglia e amici può essere un processo difficile a causa della condanna da parte di chiese rigorosamente conservatrici, delle aspettative culturali sui ruoli di genere tradizionali e dell’ansia di portare la vergogna nelle loro famiglie e nelle loro comunità etniche. Ma queste persone LGBT di colore vivono un ulteriore nascondiglio, quello etnico, cercando di celare o minimizzare il loro status di minoranza all’interno della comunità LGBT in prevalenza bianca.
La Grazia: uscire allo scoperto
La grazia nel contesto del Cristo Dichiarato è quindi il coraggio di uscire allo scoperto, far partecipi gli altri del proprio orientamento sessuale e/o della propria identità di genere. Per le persone LGBT il percorso del coming out può essere vissuto come una grazia, un dono immeritato da parte di Dio. Non c’è un modo giusto, né un unico sentiero da seguire. Alcuni si dichiarano molto presto; altri aspettano più tempo. Per qualcuno è un percorso lento e intimo. Per altri è un annuncio pubblico e immediato.
Non importa come si esce allo scoperto: l’atto di dichiararsi riflette la natura intima di Dio, che a sua volta costantemente esce allo scoperto e si rivela a noi nel Cristo Dichiarato. Dichiararsi è un regalo che si accompagna con altri doni: l’amore per se stessi e per gli altri, il superamento della vergogne e dell’omofobia interiorizzata. La grazia del coming out non è qualcosa che può essere semplicemente “desiderato” o “guadagnato”: può solo essere un atto di grazia da parte di Dio.
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1 Chris Glaser, Coming Out as Sacrament (Louisville, KY: Westminster John Knox Press, 1998), p.85
2 Glaser, idem, p.82-84
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* “Rethinking Sin and Grace for LGBT People Today” (Ripensare il peccato e la grazia per le persone LGBT oggi) è un testo del Rev. Patrick S. Cheng suddiviso in cinque brevi brani intitolati: il Cristo erotico (Il peccato come sfruttamento, la grazia come reciprocità); il Cristo rivelato (il peccato come nascondimento, la grazia del coming out); il Cristo liberatore (il peccato come apatia, la grazia, come attivismo); il Cristo trasgressivo (il peccato come conformità; la grazia come devianza): il Cristo ibrido (il peccato come singolarità, la grazia come ibridità). Articolo tratto dal suo saggio Sexuality and the Sacred: Sources for Theological Reflection (La sessualità e il sacro: Fonti per la riflessione teologica), a cura di Marvin M. Ellison e Kelly Brown Douglas, editore Westminster John Knox Press, 1994.
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Patrick S. Cheng è professore di teologia storica e sistematica presso la Episcopal Divinity School in Cambridge (Massachusetts, Stati Uniti) ed è stato ordinato ministro delle Chiese comunitarie metropolitane (MCC), un denominazione cristiana aperto alle persone LGBT, inoltre collabora alla sezione religione dell’Huffington Post. Vive a Cambridge con il suo compagno, da quasi due decenni, Michael.
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Testo originale: Out Christ / Rethinking Sin and Grace for LGBT People