Il mio faticoso coming out di liceale in una scuola cattolica
Articolo di Lindsay Hueston* pubblicato sul sito dell’associazione LGBT cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 18 gennaio 2019, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
“Rivelarti di fronte al mondo è una cosa terrificante” dice Finn Stannard, un giovane liceale cattolico australiano, aggiungendo che è snervante pensare “E se il mondo non mi accettasse?”.
Finn, che l’anno scorso aveva 17 anni e studiava al liceo gesuita St. Ignatius di Sydney (Australia) stava tenendo un discorso di fronte a 1.500 studenti e in quell’occasione annunciò di essere gay.
Quello che avrebbe potuto essere un gran rifiuto è stato invece il momento in cui Finn è stato acclamato con una standing ovation da parte di studenti e professori, e l’ambiente della scuola in generale ha reagito molto bene.
L’annuncio di Finn Stannard è giunto poco dopo il Sì al referendum sul matrimonio omosessuale in Australia, una decisione storica alla quale si sono opposti due celebri ex allievi della scuola, l’ex primo ministro Tony Abbott e il suo vice Barnaby Joyce.
Nonostante questo, la posizione della direzione della scuola sulle tematiche LGBTQ è alquanto diversa, come afferma il preside Paul Hyne: “Credo che nessuno possa scegliere i suoi occhi, il colore dei capelli, la statura; non credo nemmeno che si possa scegliere la propria sessualità, si è così e basta. Perciò dobbiamo essere aperti, accettare [l’omosessualità] e fare in modo che i luoghi dove viviamo siano inclusivi”.
Un ambiente scolastico che accetta e accoglie è essenziale per gli studenti LGBTQ, ma è importante che lo sia anche la società. Per Finn il Sì al referendum è stata un’importante iniezione di fiducia, che lo ha aiutato a uscire allo scoperto pubblicamente e senza ombre, come ha riferito a SBS News: “Quando sono arrivati i risultati del referendum ho saputo che potevo fare quel discorso e che alla fine tutto sarebbe andato bene”.
Quando i governi nazionali prendono decisioni favorevoli alle persone LGBTQ, l’opinione pubblica, compresa quella più legata agli ambienti religiosi, si sente più a suo agio con le questioni LGBTQ.
L’immediata accettazione della sessualità di Finn da parte dell’intero istituto è un segno del cambiamento che sta investendo molte scuole cattoliche.
Il coming out può sembrare poco importante, ma non è così. Molti studenti e docenti LGBT delle scuole cattoliche vivono ogni giorno discriminazioni, oppressioni e pressioni per rimanere invisibili.
È un segno sicuro di progresso quando un’istituzione, nel suo piccolo, cerca di essere inclusiva invece di sollevare uno scandalo morale, soprattutto in un Paese che ha conosciuto un acceso dibattito sul matrimonio omosessuale.
Noi speriamo che altre scuole cattoliche seguano questo esempio ed accolgano tutte le sessualità di studenti e professori con amore e vicinanza.
* Lindsay Hueston viene dai sobborghi di Philadelphia. Si è laureata nel 2016 all’Università Saint Joseph, dove ha compiuto studi di inglese, francese, intreccio fede-giustizia e leadership, etica e organizzazione sostenibile. È stata volontaria a Seattle presso i gesuiti, dove si occupava di un giornale dedicato alla giustizia sociale, venduto per strada dai senzatetto e dalla popolazione più povera. Lindsay è in attesa di lavorare, come responsabile della comunicazione, per l’associazione cattolica NETWORK, che si occupa di giustizia sociale. È una grande emozione per lei continuare a operare lì dove si incrociano la scrittura, la fede e la giustizia.
Testo originale: Coming Out at an All-Boys Catholic High School–And Getting a Standing Ovation