Il gesuita Brennan ricorda ai vescovi australiani che volere un referendum sul matrimonio gay può essere “molto spiacevole”
Articolo di Bob Shine pubblicato su Bondings 2.0, blog dell’associazione cattolica LGBT New Ways Ministry (USA) il 12 dicembre 2015, liberamente tradotto da Simone Esse
Un plebiscito sul matrimonio gay e’ “una perdita di tempo” e “rischia di diventare molto spiacevole”, sostiene un eminente gesuita australiano, che chiede invece una soluzione legislativa nel suo paese. In un articolo apparso su Eureka Street (una pubblicazione dei gesuiti australiani n.d.t) Padre Frank Brennan,. S.J., condanna apertamente il referendum voluto dal precedente primo ministro australiano Tony Abbott: “Un referendum su questo tema e’ una perdita di tempo e rischia di diventare molto spiacevole, specialmente adesso che il nuovo primo ministro e il leader dell’opposizione sostengono il matrimonio tra persone dello stesso sesso”.
“E’ solo il parlamento, e non un referendum, a dover legiferare sugli aspetti piu’complessi riguardanti l’uguaglianza e la protezione di tutti i diritti, incluso il diritto alla liberta’ religiosa…”. “Qualora il voto referendario si esprimesse a favore del matrimonio tra persone dello stesso sesso, e personalmente sono sicuro che sara’cosi’, si rendera’ comunque necessario un intervento del parlamento per legiferare sulle complesse misure a favore della protezione della liberta’ religiosa e dell’estensione della liberta’di matrimonio.”
I maggiori leader politici australiani, incluso l’attuale primo ministro Malcolm Turnbull, cattolico, sostengono il diritto al matrimonio gay. Padre Brennan ha dichiarato che il referendum fu proposto quando Tony Abbott era ancora primo ministro, proprio per dare voce a coloro che si oppongono al matrimonio gay. Ma lo scenario politico in Australia e altrove nel mondo e’ cambiato.
Ora, Brennam ha dichiarato che lui stesso ha “accettato cio’ che e’inevitabile, cioe’ che il matrimonio civile in Australia verra’ alla fine ridefinito in modo da includere le relazioni tra persone dello stesso sesso”. Brennan ha proposto, come alternativa al voto popolare, un voto di coscienza in Parlamento, per emendare la legge federale sul matrimonio, citando una serie di ragioni per cui la Stato avrebbe tutto l’interesse a estendere i diritti del matrimonio egualitario:
“Dato che il numero di bambini cresciuti da coppie dello stesso sesso e’ in costante aumento, sarebbe auspicabile che lo Stato elimini ogni forma di discriminazione nei confronti dei genitori dello stesso sesso.
“Dato che la popolazione continua ad invecchiare, e’ nell’interesse dello Stato riconoscere e proteggere le relazioni di lungo termine tra persone dello stesso sesso che si prendono cura gli uni degli altri.
“Considerati gli effetti dannosi dell’omofobia, lo Stato ha inoltre l’interesse a incoraggiare un’ampia accettazione nella societa’ di coloro che sono omosessuali. Le leggi e le politiche possono aiutare a questo riguardo.”
Brennan e’ stato chiaro inoltre nell’affermare che una soluzione legislativa e’ la piu’ indicata per assicurare che la liberta’ religiosa sia salvaguardata, nel caso in cui il matrimio egualitario venisse approvato. E’ intervenuto anche sulla polemica riguardante i vescovi cattolici, i quali si trovano ad affrontare un’accusa di discriminazione in relazione all’opuscolo anti-matrimonio gay “Don’t mess with Marriage’.
Secondo le parole di Brennan, “Mentre infuria il dibattito, e’ giusto che I gruppi religiosi e i vescovi cattolici possano proclamare la propria posizione… A oggi, i vescovi hanno parlato con cautela e rispetto, a parte forse qualche sbaglio occasionale dovuto ad un linguaggio un po’ disinvolto. Loro sanno che le loro opinioni non sono di moda..”
Il gesuita ha persino suggerito che le affermazioni anti religiose di alcuni politici superano di gran lunga qualunque traccia di omofobia nelle dichiarazioni dei leader religiosi. Che sia vero o no, la polemica riguardante la protesta contro i vescovi australiani in merito ai diritti umani ha visto i rappresentanti LGBT su entrambi i lati della barricata. Tralasciando le questioni legali, la decisione dei vescovi di pubblicare l’opuscolo e di usare i bambini nelle scuole cattoliche come messaggeri e’ preoccupante dal punto di vista pastorale.
Padre Brennan non ha torto quando afferma che qualsiasi referendum non è solo uno spreco di tempo e risorse degli australiani, ma anche un modo per spalancare le porte ad attacchi omofobi e a divisioni sgradevoli. Prego quindi che i leader della Chiesa ascoltino Padre Frank Brennan e che moderino la loro campagna di opposizione o se ne astengano del tutto. Ci sono problemi molto piu’ urgenti per i cattolici oggi.
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Testo originale: Australian Priest Warns Marriage Vote Could Be “Very Nasty”