Il mio matrimonio gay non ha bisogno della benedizione della Chiesa
Riflessioni di Nicola Iervasi del gruppo Cristiani LGBT+ Calabria
Il gruppo Cristiani LGBT+ Calabria pubblica su facebook il bel post dell’amico Nicola Iervasi intitolato “Il mio matrimonio non ha bisogno della benedizione della Chiesa”. Lo riportiamo perché fornisce spunti di riflessione davvero interessanti.
“Il mio pensiero in merito al documento della Congregazione per la Dottrina della Fede (sulla benedizione delle coppie dello stesso sesso)
Nel 2013 io e il mio compagno ci siamo promessi di voler trascorrere il resto dei nostri giorni insieme e sigillato la nostra unione.
Abbiamo fatto un regolare matrimonio civile perché a New York dove viviamo la legge lo consente.
Essendo un matrimonio “diverso” ci siamo sposati in un teatro perché ci occupiamo di questo da oltre 25 anni.
Alle nostre spalle abbiamo voluto fotografie del santuario della Madonna delle Grazie di Roccella Jonica (Calabria), mio paese natio.
Per la cerimonia abbiamo scelto passi del Vangelo insieme ad altre letture di Rumi e Kahlil Gibran.
Durante la cerimonia abbiamo avuto momenti di spettacolo perché alcuni colleghi hanno voluto omaggiarci in questo modo.
Nessuno dei presenti ha avuto nulla da ridire e nonostante alcune scelte poco “normali” la presenza di Dio era innegabile. Forse perché ci ha visto superare la crisi del 7mo anno, forse perché ci ha visti ancora determinati dopo 13 anni di convivenza, forse perché sapeva che saremmo stati in grado di mantenere quella promessa.
Dio aveva già benedetto la mia unione facendomi incontrare colui che mi ama incondizionatamente da oltre 20 anni.
1. Il mio matrimonio ha avuto la benedizione dei nostri padri che ci hanno accompagnato l’uno davanti all’altro.
2. Il mio matrimonio è stato benedetto dalle nostre madri che hanno letto la parola di Dio e dai nostri amici sia in America che in Italia.
3. Il mio matrimonio non ha bisogno della benedizione della chiesa perché gode già della benedizione di tutti quelli che vogliono davvero il mio bene… Dio per primo.
4. Noi Cristiani cattolici non abbiamo bisogno di preghiere più di quanto ne abbia bisogno ogni altro figlio di Dio.
5. Noi Cristiani cattolici non abbiamo bisogno di essere “accettati” o peggio ancora “tollerati”.
6. Noi Cristiani cattolici abbiamo bisogno di RISPETTO. Abbiamo bisogno di una chiesa che smetta di fare falsa morale e politica e cominci a trattarci da figli dello stesso Dio.
Basta con le “lavatine di faccia” e le parole speranzose. Basta con la frase più idiota del mondo che sento da 20 anni: “La chiesa sta cambiando”.
La mia è una storia fortunata ma quanti figli dovranno ancora essere cacciati di casa? Quanti altri adolescenti dovranno togliersi la vita? Quante altre famiglie dovranno essere distrutte a causa del comportamento malavitoso di buona parte del clero e l’omertà di buona parte del popolo di Dio?
Io sono stato fortunato e sento il dovere morale di metterci la faccia. La mia chiamata al servizio la vivo ogni giorno mettendomi a disposizione di altri nella comunità LGBT+ che hanno bisogno di supporto spesso attraverso il gruppo Cristiani LGBT+ Calabria di cui faccio parte.
Le rivoluzioni cominciano dal basso e si fanno ogni giorno con le azioni quotidiane, alla luce del sole.
Chi si reputa un vero Cristiano e ne ha la l’occasione faccia la differenza con i fatti non solo con le preghiere. La chiesa siamo (anche) noi … e sta a noi cambiarla”.