Un amore più grande. Il poliamore visto da un figlio, una madre e da un pastore
Dialogo di Katya Parente con Alessandro Previti, Francesca Marceca e il pastore Mario Bonfanti
Quando si parla di poliamore, i più tendenzialmente sono portati ad immaginare un mondo fatto di promiscuità e libertinaggio sessuale. Per contribuire a sfatare questo cliché, quest’oggi facciamo due chiacchiere sull’argomento con Alessandro Previti, una persona poliamorosa; con Francesca Marceca, mamma con un figlio poliamoroso e con Mario Bonfanti, pastore della Metropolitan Community Church.
Ci spieghi per sommi capi cos’è il poliamore?
Alessandro Previti (persona poliamorosa) Il poliamore è la pratica o il desiderio di avere relazioni affettive e amorose con più di una persona, basate su consenso, onestà, lealtà e comunicazione chiara tra tutti gli individui coinvolti. Si distingue dal concetto tradizionale di relazioni aperte o situazioni di infedeltà, poiché le relazioni poliamorose si basano su un impegno autentico e una pianificazione a lungo termine. Purtroppo i nomi vengono spesso confusi: molti giovani ad esempio esplorano la coppia aperta o lo scambismo, ma preferiscono vestirlo con il nome di poliamore. Questa confusione, a mio avviso, lede le comunità scambiste e ferisce le persone poliamorose. Il poliamore riguarda infatti soprattutto i sentimenti e solo collateralmente la sfera sessuale.
Francesca Marceca (la madre): Molte persone, quando sentono parlare di poliamore, pensano subito a situazioni confusionarie o instabili. Io stessa, all’inizio, ho faticato a comprendere cosa volesse dire mio figlio quando mi ha parlato della sua situazione poliamorosa. Ma, con il tempo e la volontà di comprendere, ho iniziato a vedere che al cuore del poliamore ci sono principi di amore, rispetto e comunicazione.
Mario Bonfanti (il pastore): Il poliamore è un orientamento relazionale. Come esiste un orientamento che concerne la preferenza sessuale (etero, omo, bisex), così troviamo un orientamento che riguarda il tipo di relazione cui ci si sente attrattə (mono o poli): alcune persone, cioè, desiderano costruire relazioni di coppia, costituite da due persone; altre, invece, in una diade sentono ristretto/tarpato il proprio bisogno di amare e, quindi, scelgono di intessere relazioni affettive e intime con più persone (da qui la parola poliamore).
Il termine fu introdotto per la prima volta da Morning Glory Zell-Ravenheart in un articolo del 1990 intitolato “A Bouquet of Lovers” dove “poliamoroso” era un aggettivo riferito a persone che avevano relazioni amoroso-sessuali con più di una persona in un dato momento o lo desideravano.
Vorrei specificare che non si tratta di una moda recente. L’antropologia culturale, infatti, ci parla da tempo di società poligamiche presenti in svariate aree del Pianeta e in diverse epoche dell’umanità. Siamo, quindi, di fronte a quello che viene chiamato un tratto della personalità: cioè una caratteristica stabile e intrinseca alla natura di un individuo, e di cui solo recentemente stiamo prendendo consapevolezza in Occidente.
Perché credi che certe situazioni poliamorose possano essere definite famiglie a pieno titolo?
Alessandro Previti: Le famiglie sono definite non solo dai legami di sangue, ma anche dai legami d’amore, di lealtà, di sostegno reciproco e dalla condivisione della vita quotidiana. Molte polifamiglie condividono la vita, le risorse, pianificano insieme il futuro, crescono i figli e coabitano, proprio come qualsiasi altra famiglia. La loro dedizione, l’impegno e la coesione familiare meritano riconoscimento e rispetto.
Francesca Marceca: Il poliamore familiare non riguarda avventure, ma la costruzione di relazioni sincere e profonde, leali e fedeli, una famiglia allargata con più persone. Le polifamiglie non sono diverse dalle altre: condividono risorse, coabitano, pianificano il futuro, sono composte da persone che si sostengono a vicenda.
Mario Bonfanti: Se il poliamore è un orientamento relazionale, cioè un tratto della personalità, e non semplicemente una pratica, ne consegue che, come una persona a orientamento monorelazionale può sposarsi e “metter su famiglia”, così una persona a orientamento polirelazionale dovrebbe avere il diritto di vivere stabilmente e ufficialmente in un gruppo di persone a lei intime. Questo richiede, a livello culturale e legislativo, uno spostamento del termine “famiglia” dai “legami di sangue” ai “legami affettivi”: la famiglia non è definita dalla consanguineità ma dalla relazionalità. Spostamento già in atto nella nostra cultura grazie alle cosiddette “famiglie arcobaleno”.
Situazioni simili non sono contemplate dall’attuale legislazione: come vi ponete a proposito?
Alessandro Previti: Siamo consapevoli delle sfide legali che le polifamiglie possono incontrare a causa della mancanza di riconoscimento legislativo. La nostra posizione è di lavorare per l’educazione e la sensibilizzazione del pubblico e delle istituzioni, al fine di promuovere un riconoscimento legale che rifletta la realtà e la diversità delle famiglie nel mondo contemporaneo.
Francesca Marceca: Mi rendo conto che la nostra società e le leggi non sono preparate a riconoscere queste configurazioni familiari, e questo creerà sfide e difficoltà. Per questo, è essenziale avere associazioni come “Polifamiglie”, che offrono sostegno e comprensione, oltre a lavorare per una maggiore accettazione.
Mario Bonfanti: Il codice civile non dà una definizione della famiglia. La Costituzione (art. 29) si limita ad affermare che «la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio». In tal senso si può dire che la famiglia è una formazione sociale fondata sul matrimonio, con i caratteri della esclusività, della stabilità e della responsabilità. A partire da questi elementi vorremmo dimostrare che anche le famiglie poli rispettano in toto tali caratteristiche richieste dal codice civile e quindi possono essere riconosciute a tutti gli effetti dallo Stato e sancite attraverso l’istituto del matrimonio/unione civile. Insieme vorremmo insistere sulla strada intrapresa dalle “famiglie arcobaleno” che richiedono una revisione del diritto di famiglia, in riferimento al tema dei/delle figli/e, cosicché dal principio di consanguineità si passi al principio di elezione: non sono i legami di sangue, ma le relazioni che si è scelto di coltivare stabilmente che definiscono i rapporti parentali. Certamente ci rendiamo conto che è un lavoro culturale e giuridico che richiede molto tempo e avrà bisogno della collaborazione di diverse figure professionali autorevoli per poter ricevere ascolto a livello istituzionale.
Ci parli dell’associazione che stai per fondare?
Alessandro Previti: L’associazione “Polifamiglie” nasce dalla necessità di dare voce e sostegno, offrire informazioni, risorse e creare una comunità dove le persone con orientamento relazionale polifamiliare e le polifamiglie possano trovare ascolto e comprensione. Vogliamo essere un ponte tra le polifamiglie e la società, per promuovere accettazione e comprensione.
Cosa fare per contattarvi? Cosa auspichi per il futuro?
Alessandro Previti: Per contattarci, è possibile visitare il nostro sito web www.polifamiglie.casa , scrivere a info@polifamiglie.casa o seguirci sui nostri canali social. Offriamo anche incontri virtuali per offrire supporto e informazioni a chi ne ha bisogno. Auspico un futuro in cui le polifamiglie siano riconosciute, protette dallo stigma sociale e abbiano adeguati riconoscimenti giuridici.
Francesca Marceca: Se avete domande o dubbi, vi consiglio di contattare l’associazione. Hanno risorse preziose e possono aiutare a comprendere meglio. E, sinceramente, spero per un futuro in cui queste famiglie possano vivere con la stessa libertà, rispetto e riconoscimento di qualsiasi altra famiglia.
Sicuramente parlarne, e parlarne col rispetto che una legittima forma di amore merita, è già un ottimo inizio. Ringraziamo i nostri tre ospiti, che ci hanno parlato del poliamore secondo il proprio punto di vista, invitando i nostri lettori ad approcciarsene con la mente sgombra da pregiudizi rimandandoli per ulteriori informazioni al sito www.polifamiglie.casa