Il paradosso della fragilità nel cammino della nostra vita
Testimonianza di Julie pubblicata sul sito TXY (Francia) il 2 febbraio 215, liberamente tradotta da Aurora H. S. La Spina
Alla luce di una recente esperienza durante il mio percorso di vita, ho (ri)scoperto di essere una persona fragile, come lo è la maggior parte di noi, se non tutti. Nonostante questo, la società in cui viviamo, il nostro cammino esistenziale e, più in generale, il nostro ambiente, ci richiedono di mostrarci forti in ogni situazione. Un tremendo paradosso, questo!
La verità è che non vogliamo essere fragili a tal punto da non riuscire a sopportare lo squallore dell’esistenza, desideriamo solo che la vita e la gente ci accettino così come siamo. Non sappiamo mai fino a che punto la nostra fragilità possa giungere, ma conoscendo questo paradosso, dovremmo ricordare che essa alberga in ognuno di noi. Per apparire forti in qualunque circostanza e proteggere il nostro cuore e la nostra anima, bisogna che indossiamo una maschera o che costruiamo un muro. E ciò può essere avvilente. E, per quanto riparati dietro un baluardo, il male riesce a volte a intrufolarsi proprio nel momento in cui abbassiamo la guardia e la nostra fragilità è esposta agli sguardi altrui.
Chi non ha mai provato quel senso di dolore per un amico che si allontana di proposito da noi, a causa di una cattiveria detta da qualcuno nei nostri confronti, o per uno sconosciuto che ci rifiuta a causa della nostra diversità? Ci sentiamo colpiti nel cuore e nell’anima, proprio quando vorremmo essere forti.
Ma che problema c’è, dunque, ad essere fragili? Le persone troppo fragili tendono a prendere le cose sul personale, molto più del dovuto. E questo può portarle a temere di costruire nuove relazioni. O peggio, a diventare ciniche nei confronti di nuove conoscenze. La paura di essere rifiutati o disprezzati, che l’altro ci inganni o peggio, ci ferisca emotivamente giudicandoci, proprio questa paura può insediarsi in noi profondamente. Come un pennarello indelebile. E intanto, per la maggior parte del tempo, gli altri non hanno alcuna idea di quanto possiamo essere fragili, ma neanche l’intenzione di usare questa debolezza contro di noi, a meno che non incrociamo la strada di un narcisista manipolatore perverso, unica eccezione a questa regola.
Ecco, allora, che trascorriamo la nostra esistenza al riparo di questo muro, dimenticando perfino di dirci “buongiorno” e “arrivederci”, dimenticando di scambiarci un sorriso, una piccola parola gentile, dimenticando che un nostro gesto, per quanto insignificante, potrebbe forse essere l’unica manifestazione di amicizia che l’altro riceverà durante la giornata. Non sappiamo molto dell’altro, dei suoi problemi, della sua vita. Ma non dimentichiamoci di comportarci umanamente con lui!
Contribuiamo spesso, a volte involontariamente, a divulgare pettegolezzi, a giudicare l’altro, a stereotipare, a discriminarlo per la sua diversità. E lo facciamo perché anche noi siamo fragili, e allora ci facciamo valere a suo discapito. O peggio, lo facciamo perché ci rifiutiamo di vedere la fragilità esistente in ciascuno di noi.
Data la situazione del mondo odierno, credo sia giunto per noi il momento di farci carico della nostra fragilità, prendendoci inoltre delle responsabilità riguardo alla fragilità di chi ci circonda. Come potremmo, altrimenti, appartenere all’Umanità?
Testo originale: Fragile