Il peccato di Sodoma (Genesi 19,7-25)
Riflessione di Gabriella Lettini tratta dal libro Omosessualità , Claudiana editrice, 1999, pp.24-25
Qual era il peccato di Sodoma? Una tradizione vuole ci fosse proprio l’omosessualità (da qui il termine sodomia). Le città di Sodoma e Gomorra sarebbero state distrutte da Dio perché si sarebbero macchiate di questo peccato. Molti interpreti biblici contemporanei non sono però d’accordo con questa interpretazione.
Nel capitolo 18 di Genesi, Dio manda due angeli a Sodoma,dove Lot, il nipote di Abramo, li persuade ad accettare l’ospitalità della sua casa. Nel capitolo successivo, i vicini di Lot gli chiedono di far uscire i due ospiti, così che essi «potessero conoscerli». il temine ebraico usato, yadha, generalmente significa «avere una conoscenza completa»; potrebbe riferirsi a voler esaminare le credenziali dei visitatori.
Tuttavia, in molti casi indica la conoscenza carnale. Se così fosse – ed è l’interpretazione più attestata – il racconto si riferirebbe a un tentativo di stupro di gruppo.
Nell’antichità, alcune società sottoponevano gli stranieri, le popolazioni vinte o coloro che avevano oltrepassato una certa frontiera, alla penetrazione fallica, usata come segno di subordinazione e sottomissione.
Ma Lot sa che già Abramo, intrattenendo due stranieri, aveva in realtà ospitato due messaggeri di Dio (Genesi 18,1-15). Per non permettere dunque questa abietta violazione dei codici d’ospitalità, Lot cerca di proteggere i suoi ospiti offrendo alla folla impazzita le proprie due figlie. Certo un’azione ingiustificabile e deplorevole secondo la nostra sensibilità, ma che non viene commentata nel testo.
Comunque, la gente di Sodoma rifiuta l’offerta, e gli angeli li rendono ciechi. Lot e la sua famiglia vengono messi in salvo dagli angeli, e Sodoma e Gomorra vengono distrutte.
Innumerevoli commenti sono stati fatti a proposito di questo racconto. Perché Dio condanna queste due città ancor prima di questo terribile incidente? Se il problema era di natura prettamente sessuale, sorge una serie di domande.
Nei capitoli successivi, Lot commette incesto con le fìglie (Genesi 19,30-38). Il tabù nei confronti dell’incesto è uno dei più forti in moltissime culture, dall’antichità a oggi. Se Dio distrugge Sodoma e Gomorra perché condanna l’omosessualità, e protegge Lot che prima offre le fìglie vergini per essere violentate dalla sfolla e poi ha rapporti sessuali con loro, vuol dire che la violenza sulle donne e l’incesto sono comportamenti sessuali accettabili?
Inoltre, quando in altri passi biblici si fa riferimento a questo testo, non si parla mai semplicemente di omosessualità. Se anche i Sodomiti volessero proprio violentare i due stranieri, questo atto di violenza di per sé non avrebbe nulla a che vedere con l’omosessualità in generale. In primo luogo, la violenza sessuale è sempre un’aberrazione della sessualità, che sia compiuta da omosessuali o da eterosessuali.
In secondo luogo, sappiamo bene che lo stupro è stato, ed è spesso usato come strumento di potere, a livello individuale e collettivo, come ci ricorda la tragedia degli stupri di massa nella ex Jugoslavia.
Infine, è bene ricordare che, anche in epoca moderna, in caserme, carceri, campi di concentramento, collegi, bande giovanili, lo stupro di uomini etero o omosessuali da parte di maschi eterosessuali è stato ed è praticato spesso, non per soddisfare un istinto sessuale, ma come strumento per infliggere dolore, provocare vergogna, asserire il proprio disprezzo e affermare il proprio potere sulla vittima. La violenza che i sodomiti volevano praticare sugli stranieri è espressione del loro odio per il diverso, che dei loro costumi sessuali.
Il libro del profeta Ezechiele fa riferimento al racconto della distruzione di Sodoma: al capitolo 16, Dio si rivolge così alla città di Gerusalemme: «Questa è stata la colpa Sodoma: era orgogliosa di vivere nell’abbondanza e nella sicurezza. Non aveva preoccupazioni, tuttavia non ha aiutato i poveri e gli oppressi. È diventata arrogante e ha commesso azioni che io detesto. Allora io l’ho fatta scomparire dalla faccia della terra come tu sai» (Ezechiele 16, 49-50).
È chiaro che il peccato di cui si parla in questi versetti si riferisce all’ingiustizia e all’idolatria.