“Invano mi odiano”, un documentario sui cristiani LGBT in Russia
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Articolo pubblicato sul portale dosmanzanas (Spagna) il 9 febbraio 2014, liberamente tradotto da Dino
La Chiesa ortodossa russa è una delle grandi istigatrici dell’omofobia e della transfobia nel suo paese, e la maggior parte dei suoi fedeli la seguono in questo odio. Da qui l’interesse per un documentario che raccoglie le esperienze dei cristiani LGBT in Russia, dove vivono una situazione particolarmente difficile.
Respinti e scomunicati nelle loro chiese e guardati con incomprensione da parte dei LGBT laici, nonostante ciò continuano a sforzarsi di rendere compatibile la loro fede con il proprio orientamento sessuale o l’identità di genere. A questo punto nessuno che sia informato tramite i media dovrebbe sorprendersi delle durissime condizoni delle persone LGBT in Russia. Quella che forse non è tanto conosciuta è la situazione particolarmente difficile dei cristiani LGBT.
Per dar voce a queste persone è nato il film documentario “Invano mi odiano”, un titolo che raccoglie la traduzione ufficiale del Sinodo dei vescovi della Chiesa ortodossa russa del versetto 25 del capitolo 15 del Vangelo di Giovanni, che invece in spagnolo è tradotto come “Mi hanno odiato senza alcun motivo”. E’ stato proiettato per la prima volta a Milano lo scorso 25 gennaio.
Il film, girato nel 2013, è nato per un’iniziativa di Yulia Matssiy, regista indipendente di nazionalità russa che vive a Milano. Come lei stessa racconta, l’autrice da quattro anni frequenta la Chiesa valdese in Italia, una Chiesa separata da Roma dalla fine del Medio Evo e che accoglie le persone LGBT. Un’inclusività che ha attirato la sua attenzione e dalla quale è nata l’idea di raccontare la situazione dei cristiani LGBT nel suo paese di origine.
Il documentario ci trasporta nella Russia attuale, marcata dalla legge che vieta la propaganda di “relazioni sessuali non tradizionali” a minori. Una norma che non solo serve a discriminare direttamente le persone LGBT, ma che ha anche alimentato l’odio nella società russa, già di per sè omofoba.
Nell’appoggio di questa legge e nella promozione dell’omofobia giocano un ruolo chiave le Chiese russe, e specialmente la maggioritaria Chiesa ortodossa.
Il film comprende interviste a noti attivisti LGBT cristiani, come Valery Sozaev e Yury Maximov, presidente del gruppo Luce del Mondo. Compaiono anche rappresentanti di Chiese inclusive, come Jim Mulcahy, pastore della Chiesa della Comunità Metropolitana (fondata come luogo aperto alle persone LGBT) o il vescovo Volodymyr Wilde, della Chiesa ortodossa greca autocefala (separata dai principali patriarcati).
La narrazione alterna interviste con gli attivisti e immagini delle riunioni e celebrazioni dei gruppi, oltre a testimonianze di diverse persone LGBT cristiane. Ci sono anche immagini delle proteste a Mosca e un filmato del VI incontro del Forum di Cristiani LGBT dell’Europa orientale e Asia centrale.
“Invano mi odiano” mostra inoltre un volto meno conosciuto dell’odio in Russia verso le persone LGBT, in questo caso contro un gruppo che soffre l’aperto rifiuto delle comunità di cui condivide le credenze religiose e l’incomprensione di una parte del gruppo LGBT laico.
I primi li giudicano dei peccatori, mentre i secondi non capiscono perché continuino a rimanere attaccati a tradizioni e credenze che li danneggiano e li discriminano. Un’apparente contraddizione che non intimidisce i protagonisti di questo documentario. Detto da Yury Maximov :”Non ci sarà legge omofoba, né in Russia nè da nessun’altra parte, che possa toglierci la volontà di amare e di stare insieme”.
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Testo originale: “Me odian en vano”, un documental sobre la difícil situación de los cristianos LGTB en Rusia