La cattolica Malta vieta la “terapia” di conversione delle persone LGBT
Articolo di Mark Joseph Stern* pubblicato su Slate.com il 7 dicembe 2016, liberamente tradotto da Silvai Lanzi
Malta è diventata la prima nazione europea a vietare la “terapia” di conversione dei gay – definita anche come una tortura – quando il parlamento della piccola isola ha approvato all’unanimità una legge radicale che definisce la pratica come un “atto ingannevole e illegale”.
La nuova legge proibisce a quanti operano nel settore medico di cercare di alterare l’orientamento sessuale del paziente con la minaccia di multe o detenzione. Diminuisce anche l’età in cui una persona può richiedere il cambiamento di sesso a sedici anni, permettendo dai sedici anni in poi, di cambiare legalmente il proprio sesso senza fare domanda in tribunale o avere l’approvazione dei genitori. La legge dichiara che nessun orientamento sessuale, identità di genere o espressione di genere costituisce un disordine o una malattia e richieda al governo di riconoscere (e determinare) il “genere sessuale” dei non maltesi detenuti sull’isola.
Il cattolicesimo è la religione ufficiale di Malta, un incredibile e meraviglioso archipelago del Mediterraneo, con una popolazione di soli 450.000 abitanti. Per decenni il cattolicesimo conservatore del paese ha ostacolato la liberalizzazione di molte leggi repressive che rinforzavano dei costumi sessuali molto rigorosi. Spesso, molti turisti che visitavano l’isola per vedere le sue famose attrazioni, come la Grotta Azzurra, rimanevano stupiti nell’apprendere che nel paese erano illegali pornografia, blasfemia e persino il divorzio (anche se, a suo credito, l’isola aveva legalizzato l’omosessualità nel 1973).
Nel 2011, il paese ha promulgato un referendum sul divorzio, e la maggior parte dei partecipanti ne ha deciso la legalizzazione. Gli europei occidentali, attratti sull’isola per le sue bellezze naturali, come la luminosa Grotta Azzurra già citata, non saranno più scioccati dal sapere che le coppie, una volta sposate, sono intrappolate per sempre nella loro relazione.
Poi, nel 2013, gli elettori hanno votato per un governo socialista. I legislatori della piccola ma abbagliante capitale di La Valletta, ideata e costruita nei primi anni del XV secolo dai Cavalieri di san Giovanni, iniziarono subito ad introdurre riforme da troppo tempo in ritardo.
Nel 2016, il governo ha abrogato una legge che criminalizzava il vilipendio della religione “con gesti, parole, stampate o meno, dipinti o qualsiasi altro mezzo“. Finalmente sia i turisti che i residenti hanno potuto ammirare la vista mozzafiato della campagna maltese standosene sulla vetta della città fortificata di Mdina senza il timore che un commento casuale li potesse far finire in gattabuia.
Il governo socialista ha anche allentato le leggi che rendevano illegale la pornografia – usate spesso per perseguitare artisti e soffocare dibattiti – introducendo nel paese una nuova era per l’espressione. Chi nuota e si fa bagni di sole nella baia di Ghar Lapsi non avrà più bisogno di spaventarsi che la polizia li arresti per aver condiviso una foto anche solo moderatamente pruriginosa.
Anche i diritti LGBTQ sono una priorità per questo governo. Nel 2014, il presidente ha firmato una legge che avalla le unioni civili delle coppie omosessuali, un matrimonio in tutto e per tutto tranne che per il nome. Per legge è anche permesso loro di adottare congiuntamente dei bambini, Sfortunatamente, la maternità surrogata rimane illegale per tutte le coppie, siano etero o gay.
Ma Malta ha proibito la discriminazione lavorativa delle persone LGBTQ e i crimini d’odio. Di più la costituzione del paese proibisce esplicitamente la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere. Genitori omosessuali di una famiglia apertamente gay non devono temere che all’ Hagar Qim, un antico tempio megalitico, venga negato loro un servizio fotografico a causa della loro identità.
E gli sposini gay in luna di miele che desiderano vedere una coloratissima luzzu a Marsaxlokk – una barca da pesca tradizionale con occhi dipinti, retaggio dei costumi fenici – può celebrare tranquillamente il proprio matrimonio senza paura che l’hotel che hanno scelto li cacci perché omosessuali.
Certamente Malta ha un retaggio cattolico, ne è orgogliosa e continua a celebrare tradizioni ecclesiastiche che contribuiscono a definire l’identità del paese. La maggior parte dei suoi cittadini (e legislatori) ha deciso semblicemente che il governo non ha il compito di rafforzare opinioni discriminatorie usando la lunga, e dura, mano della legge.
In questo senso il paese è davvero un’ispirazione essendo, allo stesso tempo, un paradiso per i diritti delle persone LGBTQ e una nazione dalla profonda fede religiosa. I valori liberali dell’occidente potranno anche essere i declino altrove i Europa. Ma Malta oggi è la prova che un paese può aderire a valori chiave, promuovere la sua eredità religiosa, e riconoscere la dignità di ogni cittadino – tutto allo stesso tempo.
* Mark Joseph Stern è una scrittrice dello staff di Slate.
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Testo originale: Beautiful, Catholic Malta Is the First European Country to Ban Conversion “Therapy”