Omosessualità. La doppia morale nascosta dietro una “corazza di rettitudine”
Articolo di Christopher Hitchens pubblicato sul Corriere della Sera il 6 settembre 2007, p.19.
Sono in tanti ad adottare una “doppia morale”, ovvero posizioni conservatrici in pubblico che spesso vanno a compensare un comportamento “omosessuale” vissuto nel privato. Questo articolo riflette in maniera ironica sull’ipocrisia di questi difensori della “pubblica morale”.
Il caso di un senatore americano, fortemente omofobo arrestato per aver chiesto prestazioni sessuali ad un agente di polizia, è un caso emblematico della «corazza di rettitudine» ostentata pubblicamente per nascondere e compensare un comportamento privato del tutto diverso.
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Il caso del senatore americano Larry Craig, «nemico» dei gay e arrestato per aver chiesto prestazioni sessuali ad un agente di polizia, è un caso classico della «corazza di rettitudine» ostentata pubblicamente per nascondere e compensare un comportamento privato del tutto diverso. Ho capito che era tutto finito per il senatore americano Larry Craig quando si è presentato alla stampa, con accanto la stoica consorte, per dichiarare di non essere gay.
Tali momenti sono considerati oggi tappe fondamentali verso le scuse, la terapia e la riabilitazione. Vorrei suggerire di tagliar fuori dal rituale la prima fase coniugale.
Assieme a una sfilza di voti per consentire agli omosessuali di servire nell’esercito (purché non rivelino il loro orientamento sessuale), e per proibire il matrimonio tra omosessuali, Craig, il senatore repubblicano dell’Idaho, lascia come retaggio politico personale una frase rivelatrice, la «posizione allargata», che potrebbe seguire espressioni del tipo «grande tenda» e «vasta chiesa» nel tentativo di far sembrare il partito repubblicano più «inclusivo» di quanto non sia realmente.
Ma esiste in realtà una possibilità – o meglio, una possibilità del 38 per cento per essere più esatti – che il senatore si faccia perdonare l’imputazione di ipocrisia.
Nel suo studio sugli uomini che frequentano i bagni pubblici alla ricerca di incontri sessuali, Laud Humphreys ha scoperto che per il 54 percento sono sposati e vivono con la moglie, per il 38 percento non si considerano omosessuali né bisessuali, e solo per un 14 percento si identificano come apertamente gay.
Una tesi di dottorato, pubblicata nel 1970 con Il titolo «Incontri nelle sale da tè: sesso impersonale in luoghi privati», elenca dettagliatamente i comportamenti – i segnali in codice con il piede, i gesti delle mani e altre tattiche – che di recente sono stati vistosamente reclamizzati nelle toilette maschili dell’aeroporto di St. Paul di Minneapolis.
E’ qui infatti che Craig è stato arrestato nel mese dl giugno per aver chiesto prestazioni sessuali a un agente di polizia sotto copertura, per poi accettare l’imputazione di turbamento della quiete pubblica.
Se il termine «sala da tè» è ormai caduto in disuso, sotto tutti gli altri punti di vista il rispetto della tradizione è impressionante. Gli uomini intervistati da Humphreys volevano quello che molti uomini vogliono: un rapporto sessuale facile e sbrigativo, senza tante storie.
Ci sono poi eterosessuali che sviluppano una tattica per risolvere qualsiasi contraddizione morale o intellettuale, adottando posizioni estremamente conservatrici in pubblico per compensare il comportamento privato, Humphreys, con un passato di pastore episcopale, coniò il termine «corazza di rettitudine» per descrivere questo miscuglio di repressione e diniego. Pertanto è perfettamente comprensibile che quando dichiara di non essere gay, Craig sta affermando sinceramente la verità,
Tuttavia, questo ci lascia un piccolo mistero da risolvere. Negli anni Sessanta, quando l’omosessualità era illegale, i gay erano costretti a frequentare quei luoghi dove – se posso dirla in questi termini – tutti i maschi del mondo, che siano uomini o ragazzi, prima o poi devono entrare.
Oggi, chiunque desideri una rapida carezza maschile non deve far altro che prenotarla online oppure recarsi negli alberghi specializzati. Eppure ci sono ancora uomini che si aggirano intorno alle «sale da tè», dove rischiano l’arresto non per il loro orientamento sessuale, bensì per il reato di atti osceni in pubblico, perché mai?
Da ragazzo, ero amico di un uomo di nome Tom Driberg, un politico inglese che aveva indagato a fondo questo argomento. Nelle sue memorie, «Ruling Passions», Driberg descrisse il suo «rapporto cronico d’amore e odio con i gabinetti pubblici, un rapporto che dura da una vita».
Era capace di dilungarsi per ore e ore sulla varietà e le meraviglie dl queste «convenienze pubbliche», secondo l’eufemismo vittoriano delle toilette. In Gran Bretagna, nel gergo dei gay si chiamavano «villini», anziché «sale da tè», e un esperto di «villini» ne conosceva per cosi dire tutte le entrate e le uscite, se mi passate l’espressione.
Driberg ci teneva a spiegarmi che il brivido era duplice: innanzitutto c’era l’eccitazione del pericolo, il rischio permanente dl essere colto in flagrante e denunciato. Secondo, il senso di superiorità che derivava dalla sensazione di condurre una doppia vita.
Quale beatitudine entrare nella Camera dei Comuni, fare l’inchino al presidente e prendere posto tra i legislatori, sapendo di aver fatto sesso orale con un soldato della guardia (e, in un’occasione indimenticabile, con un poliziotto) nei bagni di St. James’ Park solo cinque minuti prima.
Driberg era un attivista per i diritti degli omosessuali e proseguì la sua missione anche dopo essere stato ammesso alla Camera del Loni (dove, come mi ha raccontato, nei bagni maschili ferveva un’attività davvero impensabile). Eppure, fu con un pizzico di malinconia che votò per l’abrogazione delle leggi che criminalizzavano l’omosessualità. «Mi mancano i vecchi tempi», sospirava nostalgico.
Pertanto, senza soffermarmi troppo sull’argomento né tentare di indagare con mezzi da psichiatra dilettante, credo che sia lecito affermare che molti visitatori di «sale da tè» provino l’esigenza – forse a livello inconscio – di essere colti sul fatto. E questo è il caso soprattutto di quanti se ne vanno in giro armati della «corazza di rettitudine».
La prossima volta che vi giunge all’orecchio qualche discorso particolarmente moraleggiante, controllate l’ora. Non dovrete aspettare molto prima che il vostro paladino venga scoperto rannicchiato in quel luogo, assai scomodo ma estasiato, tra lo sgocciolio del serbatoio e lo scroscio dello sciacquone.