La luce splende nelle tenebre (Gv 1,5). I Valdesi ricordano il loro cammino futuro
In ricordo di quel lontano giorno, quando durante il Risorgimento ci concessero i diritti civili (ndr Il 17 febbraio si ricordano le Lettere Patenti con cui Carlo Alberto, nel 1848, poneva fine a secoli di discriminazione riconoscendo ai suoi sudditi valdesi i diritti civili e politici), la sera prima del 17 febbraio starò fuori al freddo, con quelli della mia chiesa e del mio popolo, intorno ai falò che ardono nel buio.
Fiamme nella notte, luce nelle tenebre. È la magia del fuoco «per lo quale ennallumini la nocte: ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte».
Staremo tutti insieme, tutti tra la luce e il buio, intorno al falò: chi ci viene per tradizione, chi è credente, chi non crede più, chi è avanti negli anni e chi è ancora bambino, chi in ricordo del passato, chi è valdese di famiglia e chi è un neoconvertito, e qualche curioso.
E quando canteremo le antiche “complainte” delle città bruciate, penserò alla nostra storia sofferta, e quel falò rimanderà a ben altri roghi e a quell’antica età sepolta fatta di ruderi di chiese e di villaggi abbandonati, ai giorni memorandi delle persecuzioni, delle sconfitte e delle vittorie, alla testimonianza delle madri e dei padri lontani e vicini.
IL 17 febbraio 1848 ci fu concessa, di fatto, la possibilità – la libertà – i predicare fuori dalle Valli, nell’Italia che stava nascendo. C’è, dunque, no spazio per la nostra testimonianza a Cristo e alla sua luce. Tra la chiesa di quelli che si identificano con la luce, quasi a esserne un prolungamento, e l’altra, di quelli che «hanno visto la luce», c’è posto per noi, protestanti storici – più laici dei cattolici e più smaliziati dei fondamentalisti – che sappiamo la chiesa essere fatta di tenebre oltre che di luce, un misto di idealismo e di oscurità, perché così è fatta l’umanità.
Un mondo nuovo è possibile. Apriamoci alla speranza, senza riempirci di scrupoli, senza affondare nel cinismo, senza che il dubbio paralizzi l’azione: le tenebre vincono, se la luce non ha rapporto con la prassi. E’ un compito alquanto complesso oggi, perché molti concetti, come democrazia, uguaglianza, giustizia, sono abusati, e termini come misericordia e compassione appaiono utopistici.