La mia conversione è nata da un amore omosessuale
Testimonianza M. tratta dal blog parolenondette
Ciao a tutti, sono un ragazzo di 24 anni di Palermo, da poco più di un anno nel cammino di fede in Cristo Gesù e felice di esser tornato alla Sorgente della vita per eccellenza.
Il mio cammino di fede è iniziato abbastanza tardi rispetto a tante persone che proseguono subito dopo la prima comunione o la cresima (che non ho ancora ricevuto e che desidero ricevere al più presto), nella misura in cui ho scoperto di avere questo dono soltanto un anno fa, quando ho capito di aver bisogno di Dio, del Suo infinito amore e della Sua grazia, che non mi avevano mai abbandonato, ma che solo io non avevo mai visto né conosciuto.
Da sempre ho creduto nell’esistenza di un Dio, di un Essere sovrannaturale pronto a proteggerci e a vegliare su di noi, ma tutto si fermava lì, senza avere alcuna conoscenza di Gesù, della Sua vita e delle meraviglie che può fare.
Non sapevo cosa volesse dire pregare, parlare col Signore, ricercare questo continuo contatto con chi ti ascolta sempre e non ti dice mai di no, anche se Lo hai tradito e deluso tante volte. La mia preghiera si limitava alla sera, prima di andare a letto, come una sorta di dovere; per il resto, non c’era nient’altro.
La mia conversione è avvenuta in un modo molto particolare, che mi ha profondamente segnato: l’amore. Molti si chiederanno perché io definisca questa modalità “particolare”: la causa è stata un amore omosessuale.
Il mio amore è stato con un uomo, un ragazzo trentenne, che ho incontrato in un periodo in cui non credevo di potermi innamorare, né tanto meno di vivere una storia di amore vera e propria.
In seguito, col passare del tempo, mi sono reso conto di provare un altro tipo di bisogno, che andava al di là della fisicità o materialità dell’esistenza; presto ho capito che si trattava di Dio, a cui il mio ex è sempre stato vicino e che ho trovato per mezzo della sua testimonianza.
Ad un certo punto, infatti, ho sentito l’esigenza di ritrovare un contatto con chi avevo perso da una vita e questo momento è arrivato l’anno scorso, in un periodo dell’anno liturgico molto bello e speciale: il Triduo pasquale!
Grazie al mio ex mi sono riaccostato il giovedì santo alla confessione, un sacramento di cui avevo perso completamente il significato, ed ho cominciato a scoprire una serie di eventi e di realtà a me nuove, come la messa, le processioni e le adorazioni eucaristiche.
Ad esempio, la sera del giovedì santo ricordo ancora quando, dopo la Santa Messa, ho sentito il desiderio di adorare Cristo nell’altare della reposizione di notte, senza sapere nulla di Gesù.
Da allora il mio cammino è stato un crescendo, un continuum caratterizzato da nuove conquiste e scoperte, nonché da tante gioie e soddisfazioni.
Ad un certo punto ho deciso di compiere un altro grande passo: aggregarmi ad un gruppo di preghiera di Rinnovamento nello Spirito Santo, di cui lui fa parte da anni e che ho voluto conoscere per curiosità. Ho subito amato questo stile di preghiera, libero, semplice e rivolto alla lode a Cristo nostro Signore per mezzo del canto e della danza.
Ricordo ancora come mi sentivo impacciato le prime volte, quando non conoscevo bene i canti e non sapevo come muovermi; la prima volta che ho sentito il Ruah, canto tipico di invocazione allo Spirito Santo, ho avuto l’impressione che si trattasse di un canto funebre!
Da allora ho vissuto molti momenti di preghiera belli ed intensi, uno dietro l’altro, come il convegno regionale del Rinnovamento a Caltanissetta, la Santa Messa domenicale e feriale e la recita giornaliera del Santo Rosario, che io ho scoperto ed amato grazie ad una carissima amica.
In seguito la mia storia di amore ha avuto fine un bel giorno di ottobre, nel momento in cui lui ha deciso di confidare questa sua gioia alla sua migliore amica, una sorella di preghiera e persona importante nella sua vita.
Ad un certo punto, infatti, lui ha cominciato ad avere dei dubbi dottrinali, sulla possibilità di vivere serenamente un amore omosessuale ed al contempo la fede cattolica o meno. Di fronte a tanti dubbi e ad una serie di discussioni dolorose ho preso la decisione di troncare la storia, seppure con molto dolore.
Da quella sera è cominciato un periodo di profonda crisi interiore per me, poiché ritenevo di aver perso tutto, di non essere adatto per questo cammino e di non aver più senso su questa terra. Ci sono stati dei giorni in cui ho perfino chiesto la morte, unica soluzione per trovare un minimo di pace.
Un pomeriggio ho confessato questa mia relazione ad un sacerdote, allo stesso col quale mi ero riaccostato alla confessione e che da allora mi aveva seguito nel mio percorso.
Le parole di questo sacerdote sono state decise e prevedibili, sebbene non mi sia sentito giudicato né oppresso.
Dopo quella confessione, preso da un momento di grazia, ho voluto perfino vedere lui all’uscita dal lavoro per chiedergli scusa di quelle parole e per mettere una pietra sopra, cercando di instaurare un rapporto sereno, civile, fraterno, offrendogli un eventuale aiuto qualora ne avesse avuto bisogno.
Per fortuna, però, la mia fede in tutto questo non è mai crollata ed ho proseguito con le mie preghiere ed il mio cammino, tra cui anche col gruppo di preghiera, dove sono stato a contatto con loro per un anno pastorale. “Come è riuscito a sopportare tutto questo?”, vi starete giustamente chiedendo.
La risposta è molto semplice: la presenza di un angelo, una persona che non mi ha mai abbandonato, ma che mi ha mostrato affetto e comprensione: l’amica del Santo Rosario!
Una sera, infatti, preso dalla disperazione, ho confidato tutto a lei, che aveva conosciuto il mio ex in un incontro di preghiera, senza sapere nulla del nostro rapporto, e lei mi ha abbracciato dicendomi di andare avanti! Questa persona è riuscita a darmi tanta forza e tanto sostegno, tanto che senza di lei oggi non amerei così tanto Maria, la Piena di Grazia e la Tutta di Dio!
Questa amica mi ha invitato a continuare il cammino, a non smettere mai di mettermi alla presenza del Signore, soprattutto al gruppo di preghiera, perché, se così fosse stato, avrei dato adito di pensare che la mia fede fosse solo un pretesto per stare con lui.
Per fortuna ho ascoltato il consiglio della mia amica, con la quale andavo alla preghiera e che è stata in grado di spingermi sempre di più verso Cristo, senza pensare alla persona con cui sino ad allora avevo vissuto quella realtà.
In quest’anno particolare, in cui sono rimasto a contatto con queste persone, ho vissuto tante belle esperienze col Signore ed ho accresciuto di più la mia fede.
Non potrò mai dimenticare i tanti incontri che ho avuto la fortuna di fare durante il periodo del dolore, come Agostina, una signora che mi ha invitato a venire la mattina nella parrocchia dove fa la sacrista e grazie alla quale ho appreso la meravigliosa Liturgia delle Ore; Gisella, una “perpetua” che mi consentiva di pregare davanti al tabernacolo nei momenti di disperazione; e tante altre persone.
Oggi sono single e non voglio più avere uomini perché ho capito che non è questa la mia strada. Posso dire di essere ormai sereno, di stare bene nel cuore e nello spirito e che non intendo più permettere a nessuno di distruggere questo mio equilibrio So bene ormai di avere trovato Colui senza il quale non potrei più vivere e con il quale mi consolo di fronte ad ogni angoscia.
Peraltro quest’anno ho avuto la fortuna di incontrare a febbraio un sacerdote eccezionale, grazie al quale mi sento più vicino a Dio e che è diventato un punto di riferimento importantissimo nella mia vita terrena e spirituale, poiché è riuscito a farmi dimenticare più in fretta questa dolorosa esperienza.
Lui non sa i dettagli di questa storia perché non voglio più parlarne, ma è a conoscenza del mio passato e non mi ha mai giudicato, né cacciato via dalla sua parrocchia, che amo e dove sono amato, poiché mi vuole bene e me lo ha anche dimostrato in una serie di occasioni.
Durante una mia confessione con lui, infatti, gli ho detto apertamente da quale passato io venga e gli ho chiesto di essere sincero con me, di dirmi se fosse un problema per lui o meno.
Allora lui mi ha preso la mano e in quel gesto ho capito che mi stesse dicendo: “Tu da qui non te ne vai, stai tranquillo!”.
Quella confessione si è conclusa con un abbraccio e con un “Ti voglio bene”! Da quel giorno il nostro rapporto umano e spirituale cresce sempre di più e la mia presenza in quella parrocchia viene molto apprezzata, tanto che vi canterò.
Infine, ho avuto la gioia di conoscere ed incontrare in un mio momento di disperazione Ganimede, un amico buono, gentile e affettuoso, che definisco il mio Fratellone, col quale ho condiviso questa mia storia solo nella fase della ritrovata serenità, nonché momenti spirituali belli ed emozionanti, come qualche incontro di preghiera del Rinnovamento e la messa crismale, dove ha conosciuto le mie lacrime (oggi mi chiama “la lacrima più veloce dell’Est”!).
Con la speranza di non avervi rattristato troppo, auguro a tutti un lieto cammino in Cristo Gesù, nostro Salvatore e Redentore, con la protezione e l’intercessione santa e feconda della Beata Vergine Maria.