“La mia vita è una sfida”. Sono l’unico gay della Corea del Nord
Articolo di Jumin Kim pubblicato sul sito del The Guardian (Inghilterra) il 18 febbraio 2016, libera traduzione di Silvia Lanzi
È da quando è scappato che Jang Yeong-jin voleva raccontare al mondo della sua omosessualità. Secondo i canoni della Corea del nord Jang Yeong-jin ha vissuto la sua vita normalmente: a diciannove anni ha iniziato, completandoli, i suoi dieci anni di servizio (di leva) nazionale e poco dopo si è sposato.
Ma, intrappolato nel suo paese, che definisce “un’enorme prigione senza sbarre“, i problemi con il suo matrimonio lo hanno spinto a disertare in Corea del sud.
È stato solo dopo aver oltrepassato il confine e aver passato del tempo in una società più aperta che ha capito chiaramente di essere omosessuale, qualcosa per cui prima non aveva trovato (neanche) le parole. Questo cinquantacinquenne adesso è l’unico disertore nordcoreano apertamente gay che vive in Corea del sud.
“Fino a quando sono arrivato non sapevo di essere gay, o perfino cosa fosse l’omosessualità”. “[All’inizio] ero troppo imbarazzato per confessare che [avevo disertato] perché non provavo alcuna attrazione sessuale per mia moglie… Non potrei spiegare cosa fosse che mi spaventava di più” ha raccontato in giugno al New York Times.
In un suo recente scritto, A Mark of Red Honour, che adesso è anche disponibile in inglese, Jang descrive come ci si senta ad essere spinto sotto le luci della ribalta, vivendo come un doppio alieno: “Un nordcoreano disertore in Corea del sud è un alieno sopratutto se fa parte di una minoranza sessuale, in una società eterosessuale”.
Parlando all’European Alliance for Human Rights in Corea del nord, Jang spiega che, sebbene ora sia libero dal regime nordcoreano, la sua vita come disertore apertamente gay rimane una sfida.
Cos’hai saputo dell’omosessualità crescendo in Corea del nord?
La Corea del nord è un sistema comunista, una società chiusa. Non si sa cosa succede nel mondo. Consideravo la mia omosessualità come una condizione patologica. Ma è una tragedia vivere senza sapere di essere gay.
Com’è la vita per i gay nella Corea del Nord?
La storia scorre lenta nella società nordcoreana. Dal momento che non esiste nemmeno il concetto di omosessualità, non c’è conoscenza dell’argomento. Mentre nelle società più aperte, la gente ha almeno coscienza di differenti sessualità, in Corea del nord non c’è nemmeno questa speranza.
In Corea del nord gli uomini passano molto tempo nell’esercito, dove il contatto con persone dello stesso sesso è frequente e si sperimentano speciali vincoli emotivi. Con questo non voglio dire che tutti gli uomini siano gay, piuttosto che sono legati da uno speciale cameratismo.
Michael Kirby, autore di un report delle Nazioni Unite sui diritti umani in Corea del nord è apertamente gay. Dopo la pubblicazione del suo report la Korean Central News Agency ha pubblicato un articolo contenente diffamazioni omofobe contro di lui. Come ti senti a questo proposito?
Sono dei deficienti. La Corea del nord semplicemente non vede i diritti LGBT nella giusta prospettiva. Ma le cose possono cambiare. Per esempio, la Corea del nord criticava l’America, dal momento che lì facevano il wrestling anche le donne. Adesso anche in Corea del nord succede lo stesso. In questo senso, la storia soffia piano ma soffia nella società nordcoreana.
Sei stato “stanato” da un giornale sudcoreano. Ti sei senti “forzato” a parlare come attivista dei diritti gay?
Nella Corea del sud il movimento per i diritti LGBT è fortemente politicizzato e molti gruppi LGBT del paese hanno tentato di “reclutarmi”. Comunque, se avessi successo come scrittore, avrei un’influenza maggiore e potrei avere una voce indipendente [su questo argomento].
Recentemente la Corea del sud è stata criticata quando la polizia di Seul ha cercato di annullare il queer culture festival. Che differenza c’è tra i diritti LGBT in Corea del nord rispetto a quella del sud?
Molto è cambiato da quando sono arrivato qui. Per esempio, l’opera dell’attivista Han Chae-yoon ha avuto un grande impatto. La Corea del nord limita e sopprime la libertà degli esseri umani. [Ma] anche nella Corea del sud, sebbene sia una società democratica, le persone LGBT sono oppresse e discriminate. [A questo proposito] una riunificazione potrebbe portare benefici a tutte e due le Coree.
Cosa provi adesso rispetto alla tua vita nella Corea del sud?
Qui la mia vita è dura. È difficile trovare un lavoro. Ho risparmiato qualche soldo facendo l’addetto alle pulizie. Ma, recentemente ho lasciato il lavoro per dedicarmi completamente alla scrittura.
Qual è il tuo ricordo più duraturo della tua vita nella Corea del nord?
Non poter godere di una vita tranquilla e regolare. Non c’è niente che mi piaccia o mi dispiaccia di questa vita. La accetto com’è. È stata una vita strana e straordinaria. Ma voglio ancora essere felice.
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Testo originale: North Korea’s only openly gay defector: ‘it’s a weird life’