La società e la chiesa cattolica di Malta all’avanguardia nella difesa dei diritti LGBT
Articolo di Robert Shine pubblicato su Bondings 2.0, blog dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti), il 13 febbraio 2017, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Malta ha eletto il primo politico transgender della sua storia: un segno di quanti passi avanti abbia fatto, per quanto riguarda i diritti LGBT, questa nazione in cui il cattolicesimo romano è tutt’ora religione di Stato. Un’analisi dettagliata di questa svolta può essere utile ai cattolici e alle cattoliche di altre parti del mondo nel loro cammino verso l’uguaglianza.
Alex Mangion è diventato il primo politico transgender di Malta con la sua elezione nelle file del Partit Nazzjonalista, come riporta l’Independent. Il sostegno ai diritti LGBT da parte della compagine conservatrice, al potere a Malta dalla fine degli anni ‘90 fino alla sua sconfitta da parte del Partit Laburista nel 2013, che li aveva inclusi tra le sue priorità, è cosa recente. Anche se il Partit Nazzjonalista si era astenuto nel voto sulle unioni civili del 2014, Alex Mangion afferma che oggi “avere una persona transgender nel partito ha fatto capire alla gente che il partito stesso non è più conservatore”. Nel 2015, inoltre, i nazionalisti hanno votato assieme ai laburisti una legge sui diritti transgender che costituisce un’altra svolta epocale. (Vale la pena notare che, grazie a questa legge, Mangion è diventato “la prima persona in questa minuscola nazione ad avere il diritto di cambiare il genere sui documenti senza essere operata o essere in terapia ormonale”.)
L’Independent scrive che questa svolta dei nazionalisti “riflette, nel suo piccolo, l’evoluzione in corso a Malta”, un Paese tradizionalmente cattolico che ha legalizzato il divorzio solamente nel 2011. Lì dove le persone LGBT un tempo si nascondevano, respinte dai religiosi e stigmatizzate dalle norme sociali, oggi una coppia gay sposata, Steve e Manuel Aquilina, produce e conduce una trasmissione culinaria di successo. Un collega, Victor Anastasi, dice di loro: “Sono ben accetti, come chiunque altro… Il nostro è un Paese cattolico, ma a un certo punto la Chiesa è scesa a patti [con i cambiamenti della società]”.
Joseanne Peregin, madre cattolica di un figlio gay, ricorda che un vescovo una volta disse “Se siete gay, scomunicatevi pure da soli. Andatevene, non c’è posto per voi nella Chiesa”. Ma nel 2011 il controllo della Chiesa Cattolica sulla politica maltese ricevette un duro colpo quando il divorzio venne introdotto con un referendum.
“Ora andrebbe riconosciuto” dice padre Rene Camilleri, che i cattolici di Malta “non prendono il tutto a scatola chiusa”. Camilleri, vicario episcopale per l’evangelizzazione dell’arcidiocesi di Malta e professore all’Università di Malta, ha dichiarato tempo fa che l’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità “non ha senso” e che i sacerdoti cattolici “non possono privare [le coppie dello stesso sesso] della benedizione, quando ne fanno richiesta”.
Oggi altre nazioni vogliono imparare da Malta e cercano di copiare le sue leggi. Helena Dalli, ministro del dialogo sociale, dei consumatori e delle libertà civili ha detto che “ciò che abbiamo fatto qui serve da modello per altri Paesi, e questo è un bene perché migliora la qualità della vita di molte persone”. L’Independent riporta: “Kyle Knight, ricercatore di Human Rights Watch, afferma che delle leggi sui diritti LGBT maltesi lo colpisce ‘non tanto il nudo risultato, quanto il processo‘ che ha portato alla loro creazione. Membri della comunità LGBT, altri attivisti e gruppi di difesa dei diritti umani si sono riuniti in un convegno nel 2013 per dare indicazioni al governo. La nuova legislazione comprende direttive sul trattamento delle persone LGBT nelle carceri e sul bullismo scolastico verso gli studenti e le studentesse transgender e omosessuali. Quando, recentemente in Giappone, a Knight è stato chiesto come le scuole dovrebbero intervenire in caso di bullismo contro gli studenti e le studentesse LGBT ‘abbiamo copiato e incollato queste linee guida [maltesi] e abbiamo detto, ecco, fate così!’”.
Il matrimonio omosessuale non è ancora legale a Malta ma sono disponibili le unioni civili e ampie protezioni contro le discriminazioni, le cosiddette “terapie riparative” sono severamente proibite e la legge del 2015 sulle persone transgender e intersessuali è considerata la migliore in Europa.
Come può un Paese in cui il cattolicesimo figura nella Costituzione come religione di Stato e dove il 95% dei cittadini si dichiara cattolico essere diventato così progressista in poco tempo? Alcuni osservatori potrebbero considerare quello maltese come un paradosso, se considerassimo i diritti LGBT in opposizione alla Chiesa Cattolica. Eppure, a tutto questo c’è una spiegazione molto plausibile.
– Prima di tutto, c’è un’ovvietà spesso ripetuta ma che vale la pena ribadire: i cattolici sostengono i diritti LGBT perché sono cattolici e non nonostante la loro fede. Concetti chiave come la giustizia sociale, la dignità umana e la non discriminazione hanno ispirato l’impegno dei fedeli nella società civile e questo impegno include i diritti delle minoranze sessuali e di genere. È cosa sensata che i cittadini di Malta che praticano o sono influenzati dalla fede cattolica votino a favore dell’uguaglianza.
– In secondo luogo, bisogna ammettere l’influenza di fattori esterni. Nel mondo occidentale l’omosessualità ha perduto molto del suo stigma e altri Paesi europei si sono incamminati sulla via dei diritti. Alcuni affermano che Malta, con l’adesione all’Unione Europea, abbia voluto raggiungere e poi superare i suoi vicini. Come negli altri Paesi occidentali, anche a Malta la frequenza alla messa e l’autorità morale dei vescovi sono andate calando negli ultimi anni. Alcune persone lasciano la Chiesa, altre vengono spinte ad uscirne e tutto questo accelera la secolarizzazione. Questi e altri fattori contribuiscono, come in altri luoghi, al ritmo rapido dei cambiamenti.
– In terzo luogo, molti Maltesi rimangono però cattolici praticanti e questo fa davvero la differenza. Poche settimane fa ho scritto un articolo sul positivo atteggiamento dei vescovi maltesi nei confronti delle comunità LGBT; infatti, il gruppo gay più importante di Malta ha premiato gli stessi vescovi nel 2014. Ecco altri importanti esempi di buon accordo tra mondo cattolico e comunità LGBT:
– Drachma e Drachma Genitori sono due organizzazioni cattoliche che si impegnano per i diritti LGBT nella Chiesa e hanno il loro peso: hanno fatto da consulenti alla legge sulle unioni civili, rintuzzando le critiche di un vescovo; hanno ospitato, nel 2011, suor Jeannine Gramick per alcune conferenze e hanno ospitato anche i teologi James Alison e suor Margaret Farley, RSM; il vescovo Mario Grech li ha ringraziati per averlo aiutato a capire l’esigenza e l’urgenza di una rinnovata cura pastorale per le persone LGBT;
– Un sacerdote, che aveva benedetto gli anelli di una coppia omosessuale, non è stato punito dal vescovo; anzi, l’arcivescovo Charles Scicluna ha lodato il gesto in quanto atto di buona volontà verso le persone LGBT;
– Dopo aver rilasciato un duro comunicato contro la decisione del governo di proibire le “terapie riparative”, un documento in cui l’omosessualità veniva paragonata alla pedofilia, l’arcivescovo Charles Scicluna ha ascoltato le critiche di parte cattolica e poi si è scusato, dicendo che la Chiesa era “assolutamente contraria” a tali terapie.
Non ho mai conosciuto direttamente la Chiesa maltese ma la mia sensazione è che si tratti di una seria comunità cristiana, composta da cattolici maturi, critici e impegnati. Laici e sacerdoti come padre Camilleri si sanno districare non solo con l’insegnamento della Chiesa ma anche con la realtà del contesto in cui vivono. È degno di nota il fatto che i vescovi maltesi hanno parlato delle persone LGBT come figli amati di Dio e hanno ascoltato il loro popolo. Sono stati disponibili ad ammettere che la gerarchia era in errore e a chiedere scusa a chi era stato danneggiato.
In meno di dieci anni Malta è diventata, da Paese socialmente conservatore, leader mondiale dei diritti LGBT. I cattolici di Malta sono uno splendido esempio di cosa può accadere quando i fedeli ascoltano veramente il Vangelo e vivono pubblicamente la loro fede. Speriamo che sempre più Paesi tradizionalmente cattolici seguano il suo esempio, soprattutto in aree come l’America Latina e l’Africa, dove la Chiesa è in forte crescita ma i diritti LGBT rimangono limitati.
Testo originale: Malta’s Rapid Shift on LGBT Rights Is Case Study for Other Catholic Nations