L’anima mia magnifica il Signore perchè la mia ‘diversità’ è la mia benedizione

Dio creatore, mi ci è voluto davvero troppo tempo per riuscirci, ma oggi i miei occhi e le mie orecchie sono aperti.
Ora ho capito. La mia differenza non è una maledizione, è la mia benedizione più ricca. Deve proprio piacerTi l’ironia: gli ultimi saranno i primi, i miti erediteranno la terra, eccetera…
Solo Tu sai quante volte mi sono chiesto che cosa avessi fatto per meritare questa diversità. La mia Chiesa definiva questa cosa “un male”. I miei amici la chiamavano “frociaggine”.
I miei genitori non la nominavano proprio: non volevano nemmeno pensarci. Vedi? Vedi che io stesso pensavo alla mia sessualità come a una “cosa”? Credo si trattasse di “dissociazione”. Questa “cosa” è stata la fonte di tanto dolore durante la crescita.
Come avrei potuto sapere allora che la mia sessualità poteva essere un dono? E che tipo di dono? Un regalo diverso? Un regalo insolito? Un regalo raro? Un dono inestimabile? Il Tuo dono?
Oggi sono pieno di gratitudine per il regalo che Tu mi hai fatto. Quando ho cominciato ad abbracciare, accettare, e alla fine a festeggiare la mia sessualità, mi sono aperto a una gioia così grande!
Perché quella parte di me che inizialmente mi separava da ciò che per me contava è diventata il motore per il mio amore – il canale per il Tuo amore.
In effetti, è stato quando per la prima volta mi sono innamorato che la saracinesca sui miei occhi ha cominciato a cadere. Ho provato emozioni che non avevo mai provato prima: estasi, liberazione, libertà, empatia, compassione.
Quella prima esperienza d’amore era intrecciata in maniera inestricabile con il sesso. La mia sessualità mi ha tirato fuori dal carcere che mi ero auto-imposto, fuori dalla commiserazione concentrata su me stesso. Ho provato una profondità di amore totalmente nuova.
Nella mia mente non c’è alcun dubbio che il mio primo coming out è stato un “sacramento”: Tu eri fortemente presente in me. Ci sono arrivato: Tu mi hai fatto come sono. Non c’è bisogno di nascondersi, di vergognarsi, di spiegare, di chiedere scusa. Io esisto, semplicemente esisto, ricavo la mia dignità dal mio Creatore.
Non dimenticherò mai la Tua voce che mi diceva che semplicemente a Te non importa se io sono gay. Tutto ciò che a Te importa è che io conosca quanto sono amato e quanto amo gli altri.
E così ho rimesso a fuoco la mia vita. Il mio compito non era quello di adattarmi, anzi non c’era nemmeno bisogno che io capissi quale era il mio compito. Restando me stesso e amando, sarei arrivato alla meta.
Ho fatto un bel cammino a partire da quel bivio. Ho un’idea di quello che Paolo, il Tuo Apostolo delle genti, deve aver provato quando è caduto dal suo cavallo incontrandoTi.
Imparare a lasciarmi amare e ad amare gli altri si è rivelato una grande sfida, una bella avventura ricca di ogni emozione. Ho fatto molti errori ed ho imparato da essi.
Non si può amare senza rischi. Ma ora penso di aver capito: ho avuto davvero il Tuo amore e la Tua grazia accanto a me per tutto il tempo.
Oggi mi fermo ancora una volta per dirTi grazie per il dono che mi ha unito al mio partner, per i tanti amici divertenti, meravigliosi, eccentrici, creativi, capaci di ispirazione e di perdono, così come per gli altri pellegrini accanto a me nel cammino verso la Tua casa.
Grazie per il Dono, che mi permette di vedere le cose sotto una luce diversa. È la fonte della mia compassione, della mia profonda intuizione, del mio senso inspiegabile per i colori e lo stile e le relazioni spaziali. Grazie per la mia diversità e per la diversità di tutti quelli intorno a me.
Qui sta la Tua divina ironia: in tutta questa differenza noi troviamo la comunione, l’Eucaristia e il mistero pasquale. Noi tutti condividiamo la stessa fonte: Te stesso, Bontà e Grazia infinite.
Testo originale: A Boomer’s Thanksgiving Prayer