Lavorare con Dio. Non distruggere la fede in tuo figlio se è omosessuale
Testo tratto dal libro di Susan Cottrell*, “Mom, I’m Gay”. Loving Your LGBTQ Child without Sacrificing Your Faith (“Mamma sono gay”. Come potete amare vostro figlio Lgbtq senza sacrificare la vostra fede), paragrafo 22, editore Westminster John Knox, edizione riveduta, Maggio 2016, libera traduzione di Diana
“Il mio cristianesimo era morto a causa di migliaia di ferite e tagli” (Bart Campolo).
Sono convinta che non sono le cose difficili che la fede ci richiede, le croci che non vogliamo portare, la causa della distruzione della nostra fede. Sono le “migliaia di tagli e ferite” che ci fanno a pezzi giorno dopo giorno – la vergogna della famiglia, il disprezzo nella nostra chiesa, le richieste dei pastori o dei responsabili del gruppo giovanile – che alla fine fanno dire ai nostri figli LGBT (o a noi): “È finita”. Anche se il ponte potrebbe cadere tutto insieme, i suoi pilastri si sono erosi per anni.
Bart Campolo, figlio del rinomato ministro evangelico Tony Campolo, parla a nome di una generazione per la quale il cristianesimo è stato legato a così tanti eventi che gli sono estranei che non ne sopporta più il peso, così va tutto in pezzi. I nostri ragazzi LGBTQ affrontano migliaia di situazioni che procurano vergogna e destabilizzazione – che noi non abbiamo mai visto – che scoraggiano loro e la loro fede. Immaginate Indiana Jones coi suoi pantaloni di pelle e i suoi stivali che si apre la strada tra cespugli spinosi col machete; finirà bene. Immaginate ora la sua compagna Marion che attraversa lo stesso sentiero col vestito corto strappato e le scarpe coi tacchi alti in mano – un’esperienza del tutto diversa. Le sue gambe e i suoi piedi nudi riceveranno più tagli e ferite di Indy e lui ne è ignaro. È compito di Indy (con la sua marcia in più) proteggere Marion ed è nostro compito (col nostro stato privilegiato di etero, adulti finanziariamente indipendenti) proteggere i nostri figli.
I nostri figli affrontano migliaia di ferite e tagli di cui noi siamo ignari. Non siamo necessariamente negligenti, ma queste osservazioni omofobiche a noi non ci tagliano e feriscono nello stesso modo. Questa continua corrente di vergogna e odio ha eroso le fondamenta della fede dei nostri figli.
Potete continuare ad avere molti dubbi e domande sulla sessualità dei vostri figli. È un peccato? Davvero Dio ha creato così mio figlio? Sono un cattivo cristiano se giustifico l’omosessualità? Va bene continuare a lottare con queste questioni. Ma questa lotta fatela con Dio, non con vostro figlio. Mostrate a vostro figlio l’amore incondizionato di Cristo e risolvete con Dio tutte le riserve che ancora avete. I capitoli seguenti vi aiuteranno in questo processo.
Quando i nostri figli che sono stati colpiti da cosi tante parole e azioni offensive da parte dei cristiani, hanno ancora la fede, è perché Dio li ha preservati nonostante tutti questi veleni. Molti genitori sono preoccupati per la fede dei loro figli. Io li incoraggio a lasciar perdere e ad amarli. Lasciateli respirare e avvolgersi nell’amore di cui hanno bisogno.
Lasciate che Dio si occupi della loro fede. Se siete preoccupati per la loro fede, lasciate stare le regole e lasciate tutto nelle mani di Dio. La gente guarda l’esteriorità, ma Dio guarda i cuori. Se insistiamo a correggere l’apparenza, distruggeremo il cuore dei nostri figli.
La fede di vostro figlio è preziosa. Non distruggetela. C’è una battuta che dice che in seminario all’inizio vi tolgono la fede per restituirvela alla fine. Uno studente lo ha detto a Lewis Donelson, il nostro amato ed esperto professore di Nuovo Testamento al Seminario Teologico Presbiteriano di Austin. Lewis rispose gentilmente: “Non cercherei mai di togliervi la fede. La fede è una cosa tenera che dovrebbe essere nutrita. Soffiate su quelle braci e non si spegneranno. E come potremmo restituirla alla fine? Come sapremmo preservarla e come potremmo restituirla senza danneggiarla? Al contrario, la fede deve essere conservata come un tesoro e va protetta.”
Le sue parole mi fecero piangere. Naturalmente dobbiamo nutrire la nostra fede – è il nostro sacro tesoro. La fede è una relazione preziosa con Dio, piantata direttamente da Lui, dalle profonde interazioni personali con Lui e innaffiata dalla speranza e dalla gioia. La fede è la nostra primogenitura come esseri umani creati a immagine di Dio.
Le nostre credenze sono un’altra cosa. Le nostre credenze, le nostre interpretazioni rigide diventano i nostri pregiudizi, la nostra durezza, il nostro giudizio. Ogni generazione ha dovuto affrontare e smantellare false credenze sull’universo (che la terra fosse piatta), sulle persone (che le donne siano “maschi mal riusciti”) e su Dio (che Dio è tutto regole che Gesù smantella).
In seminario ho dovuto lasciar andare alcune delle mie credenze, lasciarle a pezzi sul tavolo ed esaminarle. La mia fede, d’altra parte, è stata accesa ed ispirata. Ho più fiducia in Dio ora di quanto ne ho mai avuto.
Ora ecco la parte che mi spezza davvero il cuore: molte anime LGBTQ affettuose sono state spogliate della loro fede da persone che non volevano mettere in discussione ciò in cui credevano.
Adolescenti che riversavano i loro cuori in Dio per comprendere chi sono, solo per sentirsi dire che la loro fede è sbagliata e le loro credenze li porteranno all’inferno. Gay anziani che da lungo tempo sono venuti a patti con loro stessi, sono ancora colpiti dalle orrende parole dei loro genitori o pastori. La gente a cui viene detto che una fede infantile non è sufficiente, devono osservare regole impossibili. Questo è blasfemo e viene detto da responsabili religiosi che non vogliono rinunciare al controllo e non vogliono lasciare che Dio sia Dio.
No, no e poi no. Nelle parole del mio saggio professore: “La fede è fragile, dobbiamo proteggerla”, nessuno ha il diritto di strapparla via. Pensate a come è delicato Gesù, sempre gentile con tutti. Non li rimprovera per la loro mancanza di fede, ma incoraggia la fede che hanno. E li difende da quei religiosi che impongono regole. Seguire Cristo ci deve portare a essere gentili con coloro che lottano e difenderli.
Gesù ha avuto le parole più dure con coloro che vorrebbero strappar via la fede di qualcuno. “Se qualcuno di voi mette un ostacolo (letteralmente “metti una trappola per loro”) davanti a uno di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina da mulino e fosse sommerso nel fondo del mare” (Matteo 18:6). Non siate uno di loro.
IL LAVORO DI FREEDHEARTS
Dove ha vacillato la vostra fede negli anni? Che cosa vi ha risollevati? Cosa credete oggi che non credevate cinque anni fa? Potete vedere come siete cresciuti nella fede? Potete portare qualcosa di questo processo nella vostra esperienza odierna?
Dove avete visto vostro figlio lottare con la sua fede? Molti genitori mi dicono che i loro figli non vogliono avere niente a che fare con Dio, che si definiscono atei. (Chi li può biasimare, visto quello che gli è stato raccontato su Dio?) Volete lasciare che le cose vadano per il loro verso, lasciare nelle mani di Dio la loro fede e amarli semplicemente?
So che può essere straziante. Ma se riuscite a spostare il vostro punto centrale dalla loro fede e focalizzarvi sull’amare loro e Dio, in pochi anni, sarete stupiti da quello che vedrete!
* Susan Cottrell è un’insegnante cristiana che ha avuto numerose esperienze di studio della Bibbia e nel discepolato. FreedHearts è il suo blog ed anche una rete per genitori cristiani con figli LGBT, ed ha raccolto le convinzioni maturate attraverso queste esperienze nel suo libro “Mom, I’m Gay” – Loving Your LGBTQ Child Without Sacrificing Your Faith (Mamma, sono gay. Come potete amare vostro figlio LGBTQ senza sacrificare la vostra fede). Lei e suo marito sono sposati da più di 30 anni, hanno cinque figli, due delle quali sono lesbiche. Vivono a Austin in Texas (USA).