L’evoluzione dei diritti civili per le persone omosessuali
Articolo di Daniel Shoer Roth pubblicato su About en Español (USA), liberamente tradotto da Tiziana Bottone
Le battaglie per i diritti civili sono lunghe e dolorose, come lo dimostrano gli sforzi epici per raggiungere l’uguaglianza degli afroamericani e delle donne in due momenti decisivi della storia degli Stati Uniti. In passato, questi gruppi erano discriminati dalla legge in un modo che oggi non si potrebbe credere.Per gli attivisti e difensori dei diritti civili in generale, la battaglia si centra oggi nei diritti della comunità omosessuale per ottenere l’uguaglianza agli occhi della legge, dato che continua a soffrire discriminazioni in molteplici sfere della vita.
Nonostante ciò, il progresso ha seguito un buon ritmo negli ultimi anni, considerando che la battaglia moderna per l’uguaglianza del collettivo gay ha meno di mezzo secolo, poco tempo in termini di storia. Iniziò nel 1969, durante la “ribellione” di Stonewall a New York. Conflitti violenti con la polizia segnarono l’inizio della liberazione. Da allora la comunità LGBT ha ottenuto maggior riconoscimento legale e uguaglianza di diritti in certi aspetti, anche se ancora manca di strada per percorrere il lungo cammino.
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Evento storico
Nella cerimonia di insediamento della seconda presidenza di Barack Obama (2013), per la prima volta in un discorso presidenziale furono menzionati i gay e le lesbiche.
“Noi, il popolo degli Stati Uniti, dichiariamo oggi la più evidente delle verità, che tutti siamo stati creati uguali, è la stella che continua a guidarci; così come guidò i nostri antenati attraverso Seneca Falls, Selma e Stonewall”, dichiarò. “Il nostro percorso non sarà completo fino a quando i nostri fratelli e sorelle gay saranno trattati uguali agli altri secondo la legge, perché, se ci hanno creato davvero uguali, allora anche l’amore che professiamo deve essere uguale per tutti”.
I cambiamenti sono stati così rapidi che a volte è sorprendente ricordare quanti uomini gay e donne lesbiche tenevano nascosta la propria sessualità e quanti ostacoli dovevano superare per essere autentici.
Non è una malattia mentale
Per molti anni dopo la II Guerra Mondiale, l’omosessualità fu considerata una malattia mentale. Però, nel 1973, membri dell’Associazione Nordamericana di Psichiatria promulgarono l’eliminazione dell’ “omosessualità” dal Manuale diagnostico e statistico (DSM) che elenca i disturbi mentali ed emotivi.
Il vero problema sociale era l’omofobia, affermarono. Da allora, il consenso scientifico, e anche religioso, è che le persone nascono con un orientamento sessuale, non lo scelgono. Nonostante ciò, non fu prima del 2013 che la Corte Suprema di Giustizia annullò la Legge di Sodomia in Texas. Fino ad allora, il sesso gay era illegale in vari stati. Più che altro queste leggi erano simboliche, ma dimostravano la disapprovazione del governo rispetto alle relazioni omosessuali. Per la prima volta nella storia nazionale, l’omosessualità smise di essere un delitto grave.
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La legalizzazione del matrimonio gay
In alcuni stati e contee la comunità gay aveva raggiunto in minore o maggiore grado il riconoscimento delle coppie di fatto e le unioni civili. Il concetto di matrimonio, senza dubbio, sembrava remoto e irreale.
Nel 2004, il Massachussets si convertì nel primo stato a legalizzare il matrimonio gay. Altri territori lo seguirono e, nel 2012 per la prima volta i votanti in tre stati supportarono l’unione di persone dello stesso sesso in referendum costituzionali.
Nel marzo 2013, la Corte Suprema dibatté se eliminare una legge federale che definiva il matrimonio come l’unione tra un uomo e una donna. In tale data, vari sondaggi conclusero che negli Stati Uniti sono più le persone che favoriscono l’uguaglianza del matrimonio che quelli che vi si oppongono.
Le persone gay non devono più nascondersi, sono amate e rispettate, hanno amici e famiglia. Sono visti come figli di Dio, come il resto degli esseri umani.
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Testo originale: Evolución de los derechos civiles para gays