L’omosessualità per Gesù non è un problema!
Articolo di Von Marianne Springer pubblicato sul sito Vorarlberger KirchenBlatt della Diocesi di Feldkirch (Austria) il 19 ottobre 2017, libera traduzione di Antonino Pane
L’omosessualità è ancora oggi un tema che ha a che fare con restrizioni, paure e preoccupazioni. Per questo motivo il gruppo di lavoro della pastorale omosessuale (DAHOP) della chiesa cattolica Voralberg ha invitato la comunità ad una conferenza con una sessuologa e un teologo morale. Lo sguardo sulle conoscenze mediche riguardanti la sessualità e l’orientamento sessuale è stato dettagliato e informativo. E‘ risultato chiaro come negli ultimi secoli molto è cambiato – i metodi di ricerca così come i risultati. “L’orientamento sessuale è l’attrazione erotica e sessuale ancorata nelle viscere della personalità“, ha affermato la sessuologa e terapeuta Marianne Greil-Soyka. “E‘ immutabile e dura per tutta la vita. Non è una decisione.“
Nessuna malattia
Anche la teologia morale attinge ai risultati delle scienze naturali. Sono sempre appartenute alle loro fonti del sapere. Michael Rosenberger, professore di teologia morale a Linz, ha dato una spiegazione interessante. Nel 1973 la società psichiatrica americana dichiarò, sulla base delle nuove scoperte mediche, che l’omosessualità non era una malattia. Due anni più tardi la congregazione del credo assunse questo pensiero e riconobbe la costante dell’orientamento sessuale. Riguardava il fatto di comprendere quegli uomini e di accettarli. Per quei tempi questo era un passo coraggioso. Invece l’organizzazione mondiale della sanità cancellò l’omosessualità dalla lista delle malattie soltanto nel 1992.
“Cos’è naturale?”
Il guaio tuttavia era che per il magistero gli atteggiamenti omosessuali non erano “in regola”. Il motivo risiede nel fatto che nel pensiero del magistero il comportamento sessuale – insieme agli scopi del rispetto, della responsabilità e dell’appagamento dei bisogni – è sempre collegato con la chiarezza della procreazione. Sono elementi indivisibili. Se manca uno di questi aspetti sessuali, non è “tutto in regola”, non si confà alla natura. Fino ad oggi questa tesi è dominante, e getta attenzione anche sulle questioni della contraccezione e della fecondazione assistita. Nelle sue argomentazioni Rosenberger rimanda anche al fatto che ci sono situazioni nelle quali non vengono raggiunti tutti gli aspetti sessuali. Ad esempio, dopo la menopausa non è più data la sicurezza della procreazione. “La natura qui stacca la procreazione per altri scopi. E’ naturale”, ha spiegato.
Chiesa come chiesa mondiale
Una seconda fonte di scoperte della teologia morale è il diritto. Qui si rispecchiano i molteplici sguardi etici di una società. “L’autodeterminazione sessuale è parte della dignità umana e anche un diritto fondamentale”, ha spiegato il teologo. In sempre più paesi viene posto un istituto giuridico per le coppie dello stesso sesso – fino al matrimonio. “Ciò che viene vissuto in una coppia, è prezioso. La chiesa perciò dovrebbe sostenere istituzionalmente le coppie omosessuali”, così ha detto Rosenberger. Tuttavia ciò che rende questa questione così scabrosa è il fatto che la chiesa è pur sempre una chiesa mondiale. In Africa (ad eccezione del Sudafrica), nell’Europa orientale e nell’Asia meridionale l’omosessualità viene sottoposta ancora oggi a pene. Qui esiste il vero pericolo di uno scisma – e la chiesa anglicana lo sta già sperimentando.
Coraggio
Però; “il papa ci ha permesso di provare anche cose nuove”, ha detto Rosenberger citando il vescovo Benno Elbs, che ritornò dal sinodo della famiglia di Roma con questa frase coraggiosa. “Non dobbiamo sempre aspettare che da Roma arrivi una legge”, ha spiegato Rosenberger. Il teologo ha rimandato al “sensus fidei”, al “fiuto del credente”, per dare retta al vescovo e per prendere sul serio le sue parole. Il 90% dei/delle cattolici/cattoliche ritiene che, se due persone si assumono delle responsabilità, “sia giusto così”, ha spiegato Rosenberger. Per i giovani i diversi orientamenti sessuali sono scontati. E chi perlustra la Bibbia, trova pochissime dichiarazioni a riguardo. Lo scritto del prete lo cita in relazione alla violenza e all’ospitalità (Gen 19,1-9; Ri 19,15-30). Presso Paolo il traffico omosessuale viene considerato come “innaturale”. La filosofia stoica, che qui fa da sfondo, ammette il fatto che soltanto i rapporti eterosessuali siano naturali, spiega Rosenberger. Questa vecchia tesi scientifica adesso è confutata. Nei vangeli, ha notato il teologo morale, non c’è nessuna parola di Gesù riguardo l’omosessualità. Questo per Gesù apparentemente non era un problema.
Testa originale: Für Jesus war’s kein Thema