Testo di Lavinia Capogna (Al mio amore S.)
Il cinema è l’arte più recente, ha cent’anni e tra gli anni Venti e gli anni Settanta ha conosciuto la sua epoca d’oro.
Di grande importanza fu il cinema italiano che fu l’arte che dal 1945 riscattò i melensi film del fascismo e mostrò la vera Italia, le macerie, le ferite fisiche e morali ma anche le speranze e i progetti.
Questo nuovo modo di fare cinema, ispirato anche dal Realismo francese di fine anni Venti e Trenta di registi come Jean Vigo e Jean Renoir, ebbe tra i suoi grandi un cineasta di grande talento che già a 36 anni, nel 1942 anticipò il Neorealismo italiano con “Ossessione”.
Il film era la storia di un amore proibito:quello tra un vagabondo che era il bel Massimo Girotti e una donna sposata, Clara Calamai, femme fatale nei film di regime,ma qui una povera casalinga annoiata.
Ambientato nella pianura padana il film fu inizialmente proibito perché fortemente trasgressivo,era tratto da un romanzo americano, “Il postino suona sempre due volte” di James Caan, è girato, a differenza dei film di allora interamente realizzati a Cinecittà, negli esterni veri del ferrarese,è la storia di un adulterio.
Luchino Visconti fa un esordio dirompente,filmando il primo film Neorealista.Nato a Milano il 2 novembre 1906 il regista discendeva dalla nobile famiglia che ebbe nel Rinascimento la Signoria su Milano e altre città.
Sua madre,Carla Erba,ra figlia del fondatore della nota casa farmaceutica e Luchino l’amava moltissimo.
Nel suo penultimo film “Gruppo di famiglia in un interno”(1975) al sobrio e solitario professore, Burt Lancaster, apparirà la madre,vestita in delicati abiti anni Venti e che ha i tratti di Dominique Sanda, ventenne. Probabilmente è una rievocazione di Carla.
Il padre, Giuseppe Visconti, era un innamorato di letteratura e opera lirica. Il giovane Luchino, studioso di violoncello, poi mandato all’Accademia militare a Pinerolo, aspirante scrittore, a 30 anni fugge a Parigi dove si innamora del cinema,diventando assistente del più importante cineasta francese, Jean Renoir e nel salotto di Coco Chanel incontra il suo primo amore,un fotografo tedesco antinazista.
A Parigi Visconti frequenta esuli antifascisti e diventa comunista.Tornato in Italia nel 39 durante la guerra sosterrà la Resistenza aiutando partigiani e nascondendo persone a rischio della vita.
Nel mondo del cinema sarà chiamato ‘il conte rosso’.Visconti non celò dal dopoguerra la sua omosessualità. La sua splendida opera comprende 16 film,regie teatrali e operistiche, tra cui “La traviata” di Verdi con Maria Callas che suscitò scalpore.
Qui scriverò solo di qualche film. Il regista si dichiarò sempre credente. Nel 48 egli realizzò un capolavoro “La terra trema”,dal romanzo ‘I Malavoglia’ di Verga.
Il film, che narra la storia di una povera famiglia di pescatori in un paesino siciliano,è un miracolo di intensità e poesia.
Interamente recitato da attori non professionisti in dialetto venne fischiato nel 1948 alla Mostra del cinema di Venezia perché sui titoli di testa Visconti aveva scritto che “l’italiano non è la lingua dei poveri”.
In “Bellissima” Visconti lavora con Anna Magnani e nel 54 dirige un’altra star Alida Valli.In “Senso” il regista milanese fa infuriare la Democrazia Cristiana(DC) retriva e bigotta con un amore proibito e adultero.
E’ accusato di aver offeso il Risorgimento,visto dai potenti solo in modo retorico e apologetico e senza i suoi elementi socialisti e popolari.
In “Senso”,ambientato in una splendida Venezia del 1866, Livia(la bella e intensa Alida Valli)è sposata con un anziano nobile filoaustriaco ma è di idee libertarie e imprevedibilmente si innamora di un tenente austriaco Franz Mahler,interpretato dall’attore gay americano Farley Granger.
Ma Franz è un opportunista che ottenendo da Livia i soldi che lei ha in custodia dai patrioti garibaldini riesce a pagare un dottore e a sfuggire alla battaglia di Custoza.
“Senso” ha l’andamento di un melodramma e i sentimenti della contessa Livia è un personaggio splendidamente ottocentesco con la sua ingenuità e la sua passione.
Il cinema di Visconti ha forti influenze letterarie e musicali come quello di Pier Paolo Pasolini, l’altro geniale regista gay dichiarato dell’epoca d’oro della settima arte, ha forti influenze pittoriche,dall’antica Grecia e medievali.
Nel 1963 Luchino Visconti torna in Sicilia per girare “Il gattopardo” con Burt Lancaster,Alain Delon e Claudia Cardinale.
Dichiaratamente gay e riservato vengono attribuite al regista poche ma importanti storie d’amore come quella con Alain Delon e poi con Helmut Berger,ex maestro di sci, che Visconti trasforma in un bravo attore in “La caduta degli Dei” e nel capolavoro “Ludwig” interpretato anche da Romy Schneider.
Del 71 è “Morte a Venezia”,dal celebre romanzo di Thomas Mann.Un serio musicista Aschenbach si reca nel 1911 in una Venezia dove sta per scoppiare il colera e resta affascinato da un adolescente polacco Tadzio.
Il musicista non è un pedofilo,non vi è nulla di morboso o criminale in lui. Tadzio è una figura che rappresenta la bellezza e Aschenbach non vuole parlarci ma solo ammirarlo.
Nel 72 una grave malattia fa temere per la vita del regista che in difficili condizioni di salute riesce a girare ancora due film e muore nel 1976,a 70 anni.
Luchino Visconti era appassionato del suo lavoro,un geniale cineasta che seppe raccontare con sensibilità i drammi,le passioni,le gioie delle persone.