Mio figlio ama un uomo. Due genitori si raccontano
Immaginatevi di tornare a casa e trovare vostro marito che siede solo in soggiorno sconvolto e abbattuto. Non lo avete mai visto così giù. Come reagireste?
Gabriele Stein del NiederSachsen (Germania) non ha molto tempo per riflettere quando arriva a casa nel pomeriggio. “Io pensai solo: oddio, cosa è successo?” ricorda la 47enne. Sarà morto qualcuno? Oppure un incidente? Sua marito Jochen (49 anni) indugiò un attimo, poi disse semplicemente: ”Benjamin è gay”. Era il 2002. Tre parole che cambiarono tutto.
Gabriele era come paralizzata. Cosa avrebbe dovuto dire? Come avrebbe dovuto trattare d’ora in poi suo figlio? “Avevo la sensazione che qualunque cosa avessi detto, sarebbe suonata falsa.
Ma non volevo ferire Benjamin. E inoltre pensavo che le mie aspettative per il futuro sarebbero state deluse. Mi ero infatti immaginata che Benjamin avrebbe sposato una donna, fatto dei figli e io sarei diventata nonna” dice Gabriele. “Questo fu come un pugno nello stomaco”.
Con molta fatica andò dunque da lui. Non era mai stato così difficile per lei andare nella stanza di suo figlio. “Gli dovevo spiegare che io e suo padre avevamo bisogno di un po’ di tempo per riflettere sulla cosa e che eravamo totalmente disorientati” dice Gabriele. “Ma per Benjamin non c’erano problemi. Mi disse soltanto che era contento che fosse finalmente venuto fuori. Dopodiché ci lasciò in pace per pensare.”
Tutti e tre allora ci mettemmo a riflettere. “Pensai tutto il tempo: dove ho sbagliato?”. “Benjamin era cresciuto in modo normale. Aveva avuto buoni voti a scuola e aveva molti amici” racconta Gabriele. “Una sera pernottò anche un ragazzo da noi e pensai che fosse un buon compagno.” O forse era il primo compagno gay di Benjamin? Gabriele diveniva insicura, dubitava di se stessa.
“Io mi sono sempre battuta per una umanità più tollerante. L’omosessualità non era un problema per me. Ma adesso? Improvvisamente scoprivo che mio figlio era gay. E pensavo tutto il tempo dove diavolo potevo aver sbagliato” ricorda Gabriele.
Due ore più tardi la famiglia si riunì di nuovo.
“Benjamin ci voleva aiutare. Ci dette il telefono del BEFAH . Questo allora mi impressionò molto. Benjamin ci dava del tempo e cercava di renderci la cosa più facile. Nonostante ciò titubai: dovevamo davvero raccontare a uno sconosciuto che nostro figlio aveva fatto outing? Forse era solo una fase…”
Sua marito però la incoraggio. “Mentre prendevo in mano il telefono e lo avvicina all’orecchio, mi sentivo il cuore in gola” racconta Gabriele. Dall’altra parte del telefono rispose Sigrid Pusch, coordinatrice del BEFAH.
“Così fissammo un appuntamento a casa loro quella stessa sera. Essi stessi avevano un figlio omosessuale ed erano disposti a parlare di tutto con noi. Questo all’inizio ci ha un po’ spaventato”.
La mattina dopo Benjamin si accorse che i suoi genitori apparivano molto più rilassati. “Di questo era molto sollevato” dice Gabriele, “e crede che lo abbia reso a sua volte più consapevole di sé”.
“Ma ci sono momenti in cui ancora non so come comportarmi” continua Gabriele. “Per esempio, quando Benjamin portò a casa il suo primo ragazzo io ero davvero tesa, anche se poi durante la sera il clima si rilassò.
Più tardi appresi che i genitori del ragazzo di Benjamin non sapevano della sua omosessualità e che lui non aveva il coraggio di dirglielo. In quel momento mi resi conto che solo da noi poteva apparire quello che realmente era.”
Nonostante ciò, la prima volta che restò a dormire, Gabriele dormì poco. “Io avevo cercato di non pensare a ciò che probabilmente stavano facendo, ma inutilmente” confessa. Comunque decise di parlagli delle malattie come l’Hiv, al che Benjamin rispose che sapeva benissimo badare alla sua vita. “Io gli credevo, ma un po’ di paura mi restava” dice Gabriele.
Presto però Benjamin tornò single. “Non riusciva a trovare il ragazzo giusto” ricorda Gabriele. “Oggi ha un nuovo ragazzo, e devo dire che mi piace molto”. Lui è anche invitato insieme a Benjamin e ai suoi genitori alle feste in famiglia.
“Sono andata spesso dai parenti a presentarlo come il ragazzo di Benjamin. Molti erano stupiti dalla facilità con cui affrontavo questa cosa. Ma questo alla fine contribuiva a facilitare le cose, perché tutto mi appariva più normale.
Ci son state però anche delle reazioni negative, come quando accompagnai Benjamin e il suo ragazzo sullo scuolabus e gli altri ragazzi gli stavano lontano, anche se non c’erano sguardi d’odio o commenti sprezzanti.”
Solo una volta Gabriele stette un po’ male: “ero solita incontrarmi con delle amiche, alcune delle quali erano madri di compagni di scuola di Benjamin. Una volta accadde che si parlò del primo amore dei nostri figli, e io, col cuore in gola, confessai che Benji era gay. Molte mi dissero che lo avevano saputo prima di me dai rispettivi figli. Io mi sentii ferita perché non riuscivo a capire il motivo per cui Benjamin avesse aspettato tanto a dirmelo” racconta Gabriele.
Ancora oggi Benjamin risponde che aveva avuto paure che i suoi genitori non comprendessero, che aveva avuto di perderli. Inoltre, aveva avuto anche bisogno di un po’ di tempo per capire veramente chi era: ”non c’è stata nessuna rivelazione. Mi accorgevo che alcune ragazze potevano essere carine, ma per me non lo erano mai abbastanza. Mentre gli uomini mi hanno sempre attratto…” dice Benjamin.
Recentemente Benjamin ha portato sua madre in un bar gay. Lei sa che in questo modo lui cerca di farla entrare nel suo mondo e rassicurarla.
Ma Gabriele a volte pensa cosa accadrebbe se incontrasse la persona sbagliata o qualcuno lo picchiasse perché gay. Gabriele non riesce non pensare a ciò “Io sono sempre sua madre. Ma io e mio marito ci sentiamo meglio da quando abbiamo iniziato a frequentare i gruppi del BEFAH. Lì possiamo parlare di tutto.”
Gabriele sa che Benjamin non potrà mai avere figli:”anche se ha solo 20 anni, questa è una cosa che non riesco a togliermi dalla testa.” Il più grande desiderio di Gabriele?
“Che Benji trovi un ragazzo di cui possa fidarsi e che si prenda cura di lui” dice abbracciando suo figlio. “Grazie alle nuove leggi può sposarsi. Mi piacerebbe esserci quel giorno. E ovviamente, Benjamin e il suo compagno potranno adottare un bambino!”
Testo originale: Mein Sohn liebt einen Mann (file pdf)