Nella chiesa di Dio non sono tutti malati di omofobia
Riflessioni di don Michele De Paolis tratte dal sito dell’Agedo di Foggia, maggio 2011
Mettiamoci nei panni di un ragazzo o una ragazza che si scoprono omosessuali. Magari hanno già vissuto l’amara esperienza del rigetto e dello scherno del gruppo dei propri compagni.
Tuttavia sentono forte in sé un anelito di vita spirituale, un desiderio di conoscere meglio Gesù e il Vangelo, ma si scontrano col muro di gomma di preti o persone religiose, che li respingono, considerando la loro situazione come “peccato” o “contro natura”. Che fare?
Consiglierei a questi giovani amici di farsi coraggio, perché non tutti, nella santa chiesa di Dio, sono malati di omofobia. Non è vero che siete in peccato, perché Dio vi ama ed è Lui che ha messo in voi questa tendenza; è un suo dono. Questa è la vostra “natura”, che va accettata e rispettata. Voi non siete malati; non dovete “guarire” da questa tendenza.
Il voler fare di voi un “etero sessuale” sarebbe spingervi a qualcosa “contro natura” e diverreste degli psicopatici infelici. Dobbiamo metterci in testa che Dio nostro Padre vuole che noi, i suoi figli, siamo felici, cresciamo nella gioia, facendo fruttare tutti i doni che Lui ha messo nella nostra “natura”!
Dio vuole che voi facciate crescere la vostra persona con una rete di relazioni improntate all’amore vero, all’ “agape”, cioè all’amore come dono gioioso. Avete il diritto di cercare un partner che condivida con voi relazioni di questa qualità. E state tranquilli: dove c’è “agape”, c’è Dio. Vivete con gioia l’amore.
E dobbiamo aver pazienza con nostra Madre Chiesa. Il suo atteggiamento nei confronti degli omosessuali cambierà. Già nascono numerose iniziative in questo senso.
In Italia, i gruppi di omosessuali cattolici hanno contatti occasionali con le diocesi, improntati di norma alla cordialità. Talvolta, il vescovo locale nomina un responsabile diocesano per questo tipo di dialogo.
Ad esempio, a Torino, i delegati diocesani per il dialogo con i gruppi di credenti omosessuali sono don Walter Danna e don Ermis Segatti. A Torino è stato recentemente costituito presso il gruppo Abele di don Ciotti un Centro di documentazione su fede e omosessualità intitolato a Ferruccio Castellano. Altri gruppi che hanno instaurato collaborazioni con la diocesi sono: Alle Querce di Mamre (Cremona), l’Arco (Parma)..
Questo approccio è stato riaffermato dallo stesso presidente della CEI cardinale Angelo Bagnasco, quando, a proposito delle persone omosessuali, ha dichiarato che la Chiesa opera con “lo spirito e la prassi di totale e cordiale accoglienza verso tutte le persone”.
Gli incontri dei gruppi si svolgono generalmente in due parti. Nella prima viene presentato un tema biblico al quale segue una discussione basata sulle esperienze personali. Nella seconda parte si prega insieme o si va insieme a Messa. A Emmaus nessuno viene respinto o allontanato dalla comunione con Gesù.
Pace e gioia.
D. Michele De Paolis, Comunità Emmaus di Foggia