Nelle chiese non è l’omofobia che ferisce, ma l’interpretazione letterale della Bibbia
Riflessioni di Carlos Osma pubblicate sul suo blog Homoprotestantes (Spagna) il 17 gennaio 2017, libera traduzione di Dino
Dopo aver parlato con molte persone LGBTI provenienti dalle Chiese evangeliche mi sono reso conto che nessuna di esse era interessata a conoscere gli argomenti con cui ribattere all’omofobia che subivano all’interno delle loro famiglie o comunità. Mai nessuno mi ha chiesto: “Cosa posso dirgli perchè si rendano conto che l’omofobia è un peccato?”. Può sembrare sorprendente, ma anche se per lo più abbiamo spazzato via i sentimenti di colpevolezza, la verità è che non ho mai conosciuto un evangelico LGTBI, pur molto conservatore o fondamentalista che fosse l’ambiente da cui proveniva, che non avesse ben chiaro di essere oggetto di un odio e di una discriminazione che Gesù avrebbe rifiutato.
Tuttavia, nonostante la grande varietà delle discussioni, c’è sempre stato un momento in cui è sorta la domanda sul modo di dare una spiegazione ai quattro o cinque versetti che tradizionalmente l’omofobia evangelica ha utilizzato per rendere divino il suo odio. Sempre, e dico sempre, presto o tardi qualcuno lancia in aria qualche domanda simile a queste: Cosa vogliono dire in realtà questi versetti? Quali altri versetti possiamo citare perchè sappiano che i nostri sentimenti non sono peccato? E’ inoltre evidente, che il sigillo con cui la bestia ha voluto marcare i nostri desideri, è correlato in primo luogo con l’interpretazione letterale della Bibbia più che con l’omofobia.
Sebbene è certo che in principio c’è stata l’omofobia e che più tardi è arrivato in aggiunta il letteralismo, per lo meno se facciamo una considerazione su un piano temporale, non credo che oggi l’omofobia sia la ragione principale per cui le
Chiese evangeliche mostrano una reazione così intollerante e così poco evangelica nei confronti delle persone LGTBI. In realtà credo che [l’omofobia, ndr] sia soltanto un sostegno su cui il letteralismo si appoggia con forza per prendere sempre più potere. Quello che brucia a noi persone LGTBI evangeliche è senza dubbio il fuoco dell’omotransfobia, ma questo fuoco può esistere perchè il letteralismo biblico è un combustibile altamente infiammabile.
Non sto dicendo che la Bibbia non rispecchi ciò che noi oggi identifichiamo come omofobia. Ho un grande rispetto per il lavoro di persone che cercano di farci vedere che nella Bibbia non c’è traccia di omofobia, e anche se in molti casi ci hanno aiutato a scoprire che alcuni dei testi su cui il letteralismo si appoggia per attaccarci in realtà non hanno alcun contenuto omofobo, io sono tra quelli che pensano che la Bibbia è stata scritta da esseri umani che vi hanno lasciato la traccia del loro modo di vedere Dio, il mondo e l’essere umano. E senza dubbio l’omofobia è una di queste impronte. Allo stesso modo credo anche che la Bibbia esponga principi e valori che rendono incompatibile l’omofobia col seguire Gesù.
Senza andar troppo lontano, il comandamento evangelico di amare il prossimo come se stessi, respingerebbe direttamente qualsiasi azione tesa a promuovere la discriminazione e l’esclusione di una persona per il suo modo di essere, di sentire, o per il suo modo di amare. E tuttavia le Chiese evangeliche sono uno dei principali protagonisti che si oppongono ai nostri diritti. Perchè? Se consideriamo che oggi le comunità cristiane più omofobe sono anche le più fondamentaliste e letteraliste, risulta facile dedurre ciò che ho appena segnalato: che l’omofobia è soltanto un’arma nelle mani del vero colpevole, che è il letteralismo.
I fondamentalisti cristiani hanno paura di un mondo che sia più complicato di quello che si sono costruiti in base ad una interpretazione letterale dei testi biblici. A loro non importa che nemmeno Gesù avesse questo rigido atteggiamento, che il loro maestro insegnasse che la Bibbia dev’essere interpretata partendo dall’essere umano e non dalla lettera. E che la paura della realtà non si vince con il legalismo, maledizioni e fuoco eterno, ma che dev’essere accompagnata e trasformata con amore. A loro non importa del danno che possono causare alle persone LGTBI, nemmeno ad altri gruppi che essi stigmatizzano, l’importante è che possano sentirsi sicuri con le risposte che trovano in una lettura letterale della Bibbia. Perciò è evidente che questa ideologia tanto semplicista quanto crudele non ha niente a che vedere col Vangelo, perchè si basa sull’anestetizzazione della paura e la manipolazione della realtà e non sulla liberazione gli esseri umani dall’oppressione.
Mi appaiono ogni volta più inutili i dibattiti sull’inclusività nelle comunità cristiane, e penso che sarebbe meglio cominciare a denunciare il letteralismo come un’ideologia che minaccia il cristianesimo e davanti alla quale la maggior parte delle comunità evangeliche del nostro paese si sono arrese. I fondamentalisti letteralisti non seguono il Vangelo di Gesù, come ben sappiamo noi che abbiamo subito il loro odio. Però il denunciarlo non è una missione soltanto nostra in quanto LGTBI, ma lo è anche di tutte quelle persone cristiane che sono consapevoli dei danni che questa ideologia produce. Il centro del problema non è la richiesta di giustizia delle persone LGBTI, ma il letteralismo che genera odio e discriminazione attorno a tutte le persone cristiane che lo hanno divinizzato.
Credere che si possa dare un’interpretazione letterale a testi scritti migliaia di anni fa e trasferirli in modo acritico alla realtà che ci circonda, senza tener conto della violenza e delle vittime che possono produrre, è un attacco alla Parola di Dio, un utilizzo demoniaco della Bibbia; e noi che come evangelici affermiamo che è stata ispirata da un Dio di amore, non possiamo tacere davanti a chi con questa Parola predica un Dio crudele che esclude ed emargina.Carlos Osma
Testo originale: No es la homofobia sino el literalismo bíblico