Non c’è un “luogo sicuro” per le persone LGBT se non contribuiscono a costruirlo per gli altri
Riflessioni di William D. Lindsey* pubblicate sul suo blog Bilgrimage (USA) il 12 luglio 2017, libera traduzione di Innocenzo Pontillo
Sono gay e ho creduto che se avessi brillato negli studi avrei potuto ritagliarmi una nicchia sicura in un mondo ostile, in modo che quando le difficoltà fossero arrivate avrei avuto un posto dove rifugiarmi. Ma mi sono sbagliato.
Quando le persone vogliono vedere uno stereotipo e non un essere umano, quando scelgono di trattare la persona come una cosa e non come una persona come loro, per loro non ha nessuna importanza comprendere o asacoltare. Le persone che hanno bisogno di capri espiatori, al fine di purificare dalle loro paure il loro mondo, non si preoccupano d’imparare o di ascoltare. Essi non combatterebbero per tanto tempo contro un nemico, se avessero la volontà di ascoltarlo.
Perciò nella nostra società non vi è un alcun luogo assolutamente sicuro dall’odio per le persone LGBTQ, a meno che non ci battiamo noi stessi per costruire quel luogo insieme a quanti lottano contro l’ostilità di cui sono vittime tutti i gruppi minoritari nella nostra società (stranieri, persone con handicap, persone lgbt, etc…).
* William D. Lindsey è un teologo che scrive sull’interazione della fede con la cultura. Scrive nel suo blog Bilgrimage che “Io e il mio compagno Steve (anche lui un teologo) siamo nel nostro 46° anno di vita insieme. Anche se la Chiesa cattolica ci ha scartato, perché ci ostiniamo a essere sinceri sulla nostra vita di coppia, continuiamo a celebrare la grazia straordinaria che troviamo nel nostro cammino insieme e nell’amore per l’altro. Viviamo nella speranza; rimaniamo in pellegrinaggio …. Una nota sul mio background formativo: ho un dottorato di ricerca e un MA in teologia presso University College di San Michele alla Scuola di Teologia di Toronto ed un MA in inglese presso la Tulane University ed una laurea presso la Loyola (New Orleans, USA)”.
Testo originale: Telling My Story