Non sono un nemico della Chiesa: intervista a Ben Summerskill
Intervista di Ed West a Ben Summerskill tratto dal sito del Catholic Herald (Gran Bretagna), del 8 luglio 2013, liberamente tradotta da Giacomo Tessaro
Anche i più feroci critici di Stonewall sarebbero d’accordo nel ritenere il gruppo una lobby invidiabile ed efficace. Fondata nel 1989 per contrastare la Sezione 28, l’ordinanza che vietava agli enti locali britannici di “promuovere l’omosessualità”, è cresciuta fino a diventare un’organizzazione di alto profilo che influisce sul governo per quanto riguarda le questioni sessuali. Ha compiuto un grande lavoro di lobbying su diverse leggi degli ultimi anni e, altra cosa importante, sembra influire anche sulle questioni morali. Almeno questo sembra talvolta a noi, che stiamo dall’altra parte di questa guerra culturale.
Stonewall, un’associazione di volontariato riconosciuta, è in prima linea nel premere sul governo perché cambi la definizione di matrimonio (come preferiamo dire noi) o per introdurre il matrimonio per tutti (come preferiscono dire loro). Tra i cattolici, in particolare, c’è una grande preoccupazione, perfino una certa amarezza, per la parte giocata da Stonewall nell’approvazione di varie leggi sull’uguaglianza, che molti fedeli vedono come una minaccia alla libertà religiosa.
Le battaglie comprendono il diritto dei proprietari di B&B di rifiutare le camere alle coppie omosessuali e, punto molto controverso, le regole che vietano agli enti cattolici che si occupano di adozioni di negare i propri servizi alle coppie dello stesso sesso.
Quello che aumenta la diffidenza dei cristiani tradizionalisti è l’attenzione che a Stonewall prestano i maggiori partiti e il punto fermo che essa è diventata per l’establishment di sinistra delle grandi città. I cattolici devono subire dei nuovi Test Acts [antiche leggi che emarginavano i cattolici e in generale i non anglicani dalla vita pubblica n.d.t.]; nel nostro caso, i fedeli vengono penalizzati se non aderiscono all’Uguaglianza (l’ideologia politica, non il concetto di base) invece che ai 39 Articoli [della Chiesa d’Inghilterra n.d.t.].
Tali sentimenti sono aggravati dalla recente rivelazione che l’associazione Stonewall è stato invitata in numerose scuole cattoliche per formare gli insegnanti sull’argomento del bullismo omofobico. Molti cattolici non sono, a dire il meno, molto contenti di iniziative del genere perché sono convinti ci sia un fossato invalicabile tra le politiche di Stonewall riguardo la sessualità e l’insegnamento morale cattolico.
Sotto Benedetto XVI il Vaticano ha lanciato una coraggiosa iniziativa denominata Cortile dei Gentili, che mira a incoraggiare il dialogo tra i cattolici e i non credenti. È proprio in questo stile che il Catholic Herald ha deciso di dare la parola ad alcuni dei più noti critici della Chiesa. La nostra intenzione è mostrare ai cattolici cosa pensano di noi i nostri avversari politici e culturali, per conoscere meglio ciò che forma la loro visione del mondo, e al tempo stesso presentare loro il punto di vista cattolico.
Ben Summerskill, presidente di Stonewall, è felice di essere il primo a parlare con noi. La strategia del gruppo è sempre stata raccogliere consensi ed evitare, se non neutralizzare, il conflitto con i gruppi religiosi in ogni modo possibile.
Quando sono andato a trovare Summerskill al quartier generale londinese dell’organizzazione, la mia percezione del gruppo è rimasta immediatamente sconvolta. Pensavo che il quartier generale di Stonewall fosse modernissimo, tutto vetrate e mobili svedesi, come si addice alla nostra nuova classe dirigente post-1997. I loro uffici si trovano invece in un palazzo piuttosto cadente a Waterloo, con una modesta entrata all’angolo e degli ascensori che fanno venire il nervoso tanto funzionano male.
La loro sede al quattordicesimo piano è, se non orrenda, certamente bohémienne (niente da paragonare però alla nostra). La maggior parte dello staff è vestito casual anche se Summerskill, nel suo metro e novanta, porta un bel completo. Dopo il nostro incontro è atteso in parlamento per parlare del matrimonio omosessuale. Gli spiego lo scopo dell’intervista ma si sente a disagio nell’essere descritto come “critico della Chiesa”. “Non vorrei che venisse fatta una caricatura dell’oppositore” dice, e suggerisce che dovremmo pensare a lui piuttosto come a un “amico critico”.
Confesso che la cosa mi ha sorpreso. Davvero pensa questo di se stesso? Lui ribadisce di sì e spiega di avere incontrato numerosi leader cristiani. “Uno degli incontri più interessanti, cinque anni fa, è stato quello con l’Alleanza Evangelica” dice.
“Loro ci consideravano come se stessimo portando avanti una specie di missione laicista. Stavamo parlando della tutela negli esercizi commerciali e questo tipo disse: ‘Dovete essere molto contenti ora che c’è un chiodo in più sulla bara del cristianesimo’. Questa cosa non era mai passata nella mente mia o del mio collega. Quando abbiamo ottenuto la tutela del posto di lavoro – la ragione vera è le persone omosessuali venivano licenziate in tronco solo perché omosessuali – nessuno ha pensato: ‘Hurrà, ecco un chiodo in più sulla bara del cristianesimo!’.
Sono solamente andati a casa pensando: ‘Non è bello che da oggi non possano più licenziarci?’ Quello è stato un momento in cui ha capito il modo in cui ‘alcune persone credenti’ vedono Stonewall. Ma questo non ha niente a che fare con la realtà”.
Gli chiedo se abbia incontrato anche dei leader cattolici. “Ho avuto dei dialoghi con i cattolici, ma le gerarchie sono riluttanti” dice. “Non abbiamo avuto nessuna risposta. Penso che se c’è una cosa che la Chiesa cattolica romana non è riuscita a fare è lottare con questo tipo di questioni in maniera costruttiva e generosa. Le lesbiche e i gay appartenenti alla Chiesa d’Inghilterra possono essere magari poco soddisfatti di quello che è stato fatto, ma quella è una Chiesa che ha lottato con queste questioni.
Per un cattolico omosessuale, non c’è nessun riconoscimento della sua comunità all’interno della Chiesa. L’unica cosa che i cattolici omosessuali hanno visto negli ultimi mesi è l’ordine dispettoso e vendicativo di interrompere la messa settimanale che era frequentata non solo da omosessuali, ma da omosessuali molto credenti che non la prendevano affatto in maniera superficiale. Non riesco ad immaginare una cosa simile nella Chiesa d’Inghilterra.”
Si riferisce naturalmente alla decisione presa in gennaio dall’arcidiocesi di Westminster di trasferire le cosiddette “messe di Soho” in un’altra chiesa nel centro di Londra. Gli spiego che molti cattolici ritenevano che le messe di Soho fossero troppo politicizzate a causa di gesti quali l’esposizione della bandiera arcobaleno sopra il leggio. “L’unica maniera in cui potevano diventare politicizzate era attraverso la gente che ci faceva caso e ne faceva un affare di Stato” dice.
“C’era gente che andava a quella messa sperando di venire offesa o turbata. La messa è stata politicizzata grazie all’arcivescovo di Westminster che ha detto in maniera piuttosto crudele che non avrebbe mai dovuto avere luogo.” Eppure vale la pena notare che l’arcivescovo Vincent Nichols ha più volte difeso in maniera decisa le messe di Soho, alla cui comunità è stato in visita nella sua nuova sede a Mayfair, e sembra essere ben visto da gran parte dei frequentatori delle messe.
Allora, forse Summerskill biasima le Chiese per il pregiudizio e l’ostilità che ha vissuto da giovane? “Penso che sia difficile sfuggire alla conclusione che molte Chiese non sono state abbastanza energiche nell’affrontare l’odio e il pregiudizio” dice. “A dire il vero non c’è dubbio che alcune di esse li abbiano incoraggiati.
Ma sono molto cauto e non voglio generalizzare. Naturalmente ci sono delle cose buone [nella Chiesa cattolica]. Ci sono delle cose buone in ogni Chiesa che aggrega la gente. Ora stiamo lavorando in maniera diretta con cinquecento scuole e con un terzo degli enti locali per affrontare il bullismo omofobico. E molte di queste sono scuole cattoliche, che prendono la cosa in maniera incredibilmente seria e affrontano questi problemi in modo esemplare.”
Gli chiedo quale cambiamento ci terrebbe di più a vedere nella Chiesa cattolica. “Potrebbe cominciare a parlare in termini più moderati” dice. “Il problema è che se ti attacchi a una visione del mondo vecchia di duecento anni, non sei in contatto con la realtà. E la cosa è dimostrata dalle varie crisi scoppiate all’interno della Chiesa. Penso sia accaduta la stessa cosa nel caso degli abusi sui bambini.”
Chiedo a Summerskill se si considera una persona religiosa. “Non ne parlo in pubblico” risponde. “È una parte di me che vorrei mantenere privata, anche se forse lei può congetturare dalle mie vaghe risposte che ovviamente non sono un evangelicale. Le denominazioni religiose sono state e sono delle forze potentemente positive.
Noi non condividiamo la visione che la religione sia in qualche modo una cosa malvagia o perversa. È il modo in cui vi comportate che non va bene. La cosa che getta nell’ansia molte persone omosessuali è che alcune Chiese, alcuni cattolici, stanno sempre più combattendo le loro guerre culturali nel cortiletto LGBT.
Il numero di persone [omosessuali] che si sposano è infinitesimale se lo confrontiamo al numero di bambini che crescono con un genitore single, e la Chiesa cattolica, assieme ad altre Chiese, ha speso molte più parole sul [matrimonio gay] che sui genitori single. I cattolici possono dire ‘Non spetta a noi preoccuparci di questo’ ma molti attivisti, specialmente nella Chiesa d’Inghilterra, nella quale questa è una cosa importante, hanno avuto molto poco da dire pubblicamente sul fatto che il futuro reggitore supremo della Chiesa ha vissuto nel peccato per molti anni. Non è che hanno avuto poco da dire, non hanno avuto niente da dire. E questo induce alcune persone a dire che può darsi che abbia a che fare più con l’omosessualità che con altro.”
Non penso che l’insinuazione che i leader cristiani siano ossessionati dall’omosessualità sia corretta. I vescovi cattolici, in particolare, parlano pubblicamente di una varietà di temi, tra i quali l’omosessualità compare raramente. I pochi cenni in proposito, però, vengono gonfiati dai media.
Quando la Chiesa parla di povertà, invece che di etica sessuale, la stampa laica non mostra interesse. “Ma” replica Summerskill “non mi pare che qualche alto prelato abbia detto qualcosa su William e Kate, o su Carlo e Camilla. C’è una malsana ossessione riguardo l’omosessualità.” Gli chiedo se ha provato un senso di rivalsa per lo scandalo del cardinale Keith O’Brien, avvenuta all’inizio dell’anno, dato che il vescovo scozzese si era espresso con parole dure contro il matrimonio omosessuale. “Penso sia una cosa molto triste. Non abbiamo fatto festa. C’è una grossa differenza tra il piacere e la rivalsa.” Ritornerebbe sulla decisione di Stonewall di nominare il cardinale O’Brien “Bigotto dell’anno” alla premiazione annuale dell’anno scorso, una cosa che ha fatto soffrire molti cattolici?
“C’è una grossa differenza tra dire le cose senza filtri ed essere violenti. Noi siamo molto trasversali in politica. Il nostro successo sta nel costruire ponti. Il problema con il cardinale O’Brien è che ha paragonato le persone omosessuali agli schiavisti e ai pedofili.” È rimasto personalmente ferito dalla cosa? “Sì, certo. È stata un’osservazione assolutamente disgustosa. In retrospettiva, la nostra opinione è che, quando qualcuno fa un certo tipo di caricatura, chiamarlo “bigotto” significa parlare in tono moderato.”
È notevole come i premi di Stonewall siano diventati parte dell’establishment. Sono sostenuti da politici di tutti i colori, eminenti uomini d’affari, grandi associazioni di volontariato e anche dalla banca della Regina, la banca Coutts. Summerskill ribadisce di non avere la stoffa del politico ma riconosce che la sua famiglia ha una lunga tradizione politica.
Una nonna paterna e una zia erano parlamentari laburisti. Edith Summerskill era un medico e una femminista che difendeva il controllo delle nascite: “Veniva attaccata dai preti cattolici tre quarti di secolo fa”, e Shirley Summerskill collaborò alle leggi sulla discriminazione sessuale del 1975, quando lavorava al Ministero dell’Interno. Il nonno materno, Sydney Elliot, era un laburista di Glasgow, redattore dell’Evening Standard quando era un foglio radicale, prima di dirigere la vittoria laburista alle elezioni del 1945.
Summerskill ottenne una borsa di studio al Merton College di Oxford ma dopo due anni intraprese la carriera del ristoratore. Poi seguì le orme del nonno e lavorò per il Daily Express, in seguito fu consigliere laburista di Westminster per quattro anni prima di entrare in Stonewall nel 2003, annacquando le tradizionali radici laburiste dell’associazione (alcuni gay conservatori la ritenevano troppo schierata) e dandole una posizione politica più neutrale.
Nel frattempo, l’associazione non ha ancora beneficiato del tutto dell’avvicinamento del partito Tory alle sue posizioni. Un gran numero di parlamentari si è ribellato al disegno di legge sul matrimonio omosessuale e molti conservatori ora votano il partito degli euroscettici. Dall’altro lato, alcuni sostenitori del matrimonio omosessuale non si fidano di David Cameron, ritenendo la sua mossa frutto di strategia politica più che di convinzione.
“Non penso affatto che sia cinismo” afferma Summerskill della posizione del primo ministro, “Stanno leggendo un mondo che sta cambiando e riconoscono che il loro servizio nel partito non è una responsabilità che finirà nel 2015, ma nel 2050. Hanno capito che è rischioso essere slegati dalla vita del ventunesimo secolo e certamente riconoscono, cosa che per le denominazioni religiose penso sia problematica, che se cominci ad agitarti ogni volta che si nomina l’omosessualità in presenza dei minori di 40 anni, allora sei un po’ fuori dal mondo.”
Questo è certamente vero. Ma esiste un’argomentazione contraria, spesso esposta dai più anziani, che non sono cresciuti in una società così sessualizzata: che i media parlano dei diritti gay in maniera ossessiva.
“La nostra opinione è che di queste tematiche non si parli abbastanza. Gli organi di informazione e i media hanno fatto passi da gigante, e ne siamo lieti. Ma di queste cose si parla solo quando qualcuno fa la voce grossa, mentre se stai calmo e dici cose dimostrabili la gente pensa ‘Che noia!’”
Una delle cose che mi creano difficoltà a proposito del dibattito sul matrimonio omosessuale è la quantità di vetriolo sputata sui propri oppositori. Questo ha creato un’atmosfera poco piacevole. Chi descrive i sostenitori del matrimonio tradizionale come “pieni di odio” non sembra lui stesso affatto estraneo all’odio. Chiedo a Summerskill se anche lui ha queste preoccupazioni. “È verissimo, ma accade da ambedue i lati della disputa. Piuttosto spesso nell’arena pubblica, anche a proposito di altri argomenti, avete questo atteggiamento preconcetto: io faccio il muso duro a te e tu lo fai a me. Così si litiga, ma non si fa luce.”
Summerskill ha esteso le attività di Stonewall: ora non fa solo lobbying in parlamento ma lavora anche con le scuole e gli esercizi commerciali. L’associazione ha un giro d’affari di 3,8 milioni di sterline (dato del 2010) e impiega 60 persone.
Parte della sua attività viene da contratti governativi ma questi stanno da tempo diminuendo a favore del settore privato. I negozi ci tengono a riscuotere l’approvazione di Stonewall perché vedono le sue credenziali come un modo di assumere i migliori lavoratori. Le ampie leggi britanniche sull’eguaglianza, incluso l’Equality Act del 2010 che protegge nove caratteristiche (incluse la sessualità e la fede religiosa), forse incoraggerà gli esercizi a mostrarsi sicuri su questo terreno. Ci sono anche delle prove che mostrano come un ambiente gay-friendly sia incline ad essere più sereno e amichevole. Summerskill afferma che è economicamente conveniente per le ditte essere considerate gay-friendly.
”Non penso che le nostre relazioni con qualsiasi altra organizzazione siano basate su altro che il loro interesse, in modo perfettamente corretto. È semplice economia. Perché 350 grandi compagnie ci vogliono come consulenti? Vogliono avere delle consulenze particolari in un mercato globale. Le persone omosessuali sono consapevoli di queste tematiche.”
Per quanto ne so, la maggior parte degli istituti cattolici si mostra piuttosto accogliente verso le persone omosessuali e certamente non presentano un ambiente ostile. Ma sfortunatamente, dal punto di vista della Chiesa, non si può proprio far quadrare la teologia morale cattolica con la nuova ortodossia dell’Uguaglianza. “Non sono stati poi così incapaci di adattarsi al cambiamento e di capire il modo in cui il mondo va ed è sempre andato” concede Summerskill.
Ma cosa ne dice della legge che in pratica ha interrotto il lavoro della Chiesa nel campo delle adozioni? Sicuramente assicurare una buona famiglia a dei bambini in difficoltà era di gran lunga più importante che assicurarsi che tutte le agenzie avessero come clienti delle coppie dello stesso sesso. Non è sbagliato che la vita dei bambini venga intrappolata in una melina politica?
Summerskill suggerisce che chi afferma che una, una sola agenzia di adozioni abbia dovuto chiudere a causa di questo cambiamento “infrange chiaramente il Nono Comandamento: non portare falsa testimonianza. Hanno dovuto ottemperare alla legge del Paese. Se guarda alle agenzie di adozione vedrà che per la maggior parte erano agenzie che facevano ogni sorta di cose. Gran parte dei problemi è sorta perché la maggior parte degli enti locali vuole stipulare contratti con grandi agenzie invece che con microagenzie. Io conosco queste cose solo perché le mie due sorelle sono state adottate. Non ci sono prove che una sola agenzia abbia dovuto chiudere a causa di questa legge. Se fosse vero – ma non sono sicuro che sia questo il caso – alla fine dovremmo essere chiari su quanto sia cristiano che un piccolo numero di preti insista nel proibire a un grande numero di cattolici di fare quello che desidera.
L’unico caso di un’agenzia chiusa, a Boston, deriva dal fatto che tutte le persone che vi lavoravano si rifiutavano di prendere in considerazione famiglie e adottandi omosessuali. Se, come me, avete sorelle o fratelli adottivi, sapete benissimo che nessuna agenzia dovrebbe scartare una persona che sarà un buon genitore di un bambino in difficoltà. La realtà delle adozioni (questo non ha niente a che fare con un atteggiamento politicamente corretto, tutto “salute e sicurezza”) è che assegnare un bambino ai genitori giusti è una faccenda incredibilmente sensibile. E, per diminuire in qualche modo le probabilità di trovare i genitori giusti, hanno deciso di scartare interi battaglioni di coppie; ogni volta che accade, un bambino è danneggiato.”
In definitiva, queste discussioni discendono dal fragile equilibrio tra libertà ed Uguaglianza. Il pericolo, di questo si preoccupano molti cattolici, è che queste leggi, per quanto portate avanti democraticamente e benintenzionate, possano portare all’esclusione dei credenti conservatori dalla vita pubblica, dal gestire un negozio al lavorare in certe aree. Summerskill respinge quello che lui chiama “il linguaggio della persecuzione religiosa. Ad essere sinceri, eccetto che nella piccola zona della Scozia da cui provengono i miei nonni, la persecuzione religiosa in questo Paese è infinitesimale.
La discriminazione a causa della religione è una parola molto grossa. Su questo argomento penso che abbiamo raggiunto qualche risultato nel governo.” L’hanno raggiunto sicuramente. Qualche volta sembra che chi detiene il potere oggi stia cercando una sorta di “vendetta” sui cristiani per quelli che si ritengono essere stati secoli di oppressione delle minoranze. “Qualsiasi gruppo che ha avuto un potere sproporzionato durato secoli si sente leso quando la bilancia del potere torna in equilibrio” dice laconicamente Summerskill.
Gli chiedo cosa pensa della prospettiva di obbligare le scuole cattoliche finanziate dallo Stato a fornire nozioni sul sesso omosessuale, ammesso che questo diventi legge. Sarà loro permesso di trasmettere l’insegnamento della Chiesa sul matrimonio? “Sì, ma questo lo vediamo ogni volta: sempre le stesse pretese melodrammatiche che della gente verrà impiccata, annegata e squartata. È la stessa storia del creazionismo: le scuole sono obbligate a insegnare i fatti. Se è un fatto che ognuno può sposarsi, i bambini capiranno che alcune persone sposano un partner dello stesso sesso, ma la maggior parte della gente sposa un partner del sesso opposto. Le scuole saranno assolutamente libere di dire che sessant’anni di matrimonio sono una bella cosa. L’unico terreno scivoloso è cominciare a suggerire che ciò che dici o non dici sul matrimonio eterosessuale od omosessuale stimolerà in qualche modo i bambini. Questo non ha senso. Se un insegnante dice, seguendo la dottrina cattolica, ‘Questo non lo approviamo ma si può fare’, questo è un fatto.”
Be’, speriamo che sia così semplice. Ma tra Summerskill, Stonewall, la maggior parte dei negozi e i tre maggiori partiti, tutti dall’altra parte di questa guerra culturale, i cattolici probabilmente troveranno sempre più difficile evitare le trappole di uno scenario pubblico in rapido cambiamento.
Testo originale: Ben Summerskill: ‘We don’t think religion is evil or wicked’