Nostro figlio è omosessuale. La strada da percorrere per l’accettazione
Testo tratto da “Notre enfant est homosexuel” edito dall’Association Contact e dall’Institut National de prévention et d’éducation pour la santé (Francia), anno 2007, pagg.15-32, liberamente tradotto da Domenico Afiero
“I genitori non capiscono che, talvolta, si possa amare un uomo e non star bene a causa di una rottura come in qualsiasi coppia.
Quando mio fratello ha divorziato, i miei l’hanno aiutato e l’hanno sostenuto. Quando mi sono lasciato con il mio compagno, invece, i miei genitori non hanno voluto vedere la mia sofferenza”.
La lunga strada da percorrere per l’accettare l’omosessualità di un figlio
Ogni genitore fa per il figlio progetti che, spesso, si rivelano come delusioni dagli eventi della vita. E’ difficile, talvolta, adattarsi ai desideri del figlio. E’ una sorta di elaborazione del lutto inevitabile ma, in generale, tutto si ripristina quando si può constatare che un figlio ha trovato la felicità imboccando la strada che ha scelto.
Il che, ovviamente, non accade proprio così per i genitori dei gay e delle lesbiche. Tuttavia, per i genitori degli omosessuali non poter avere qualche nipotino un giorno è un sogno che può essere infranto.
Il sogno infranto del nipotino è una delle prime riflessioni che i genitori si pongono e il loro dolore si aggrava quando hanno un figlio unico. Alcuni omosessuali provano la stessa pena dei genitori circa il nipotino anche se la società e le mentalità si emancipano.
La strada da percorrere per accettarsi completamente come omosessuale è spesso lunga e tortuosa per nostro figlio: una fase di ripensamento si alterna a quella del dubbio, della messa in discussione etc. Noi tutti abbiamo conosciuto questa ambivalenza dei sentimenti e, talvolta, continuiamo a reggere il confronto.
Ad ogni modo,in questa situazione come in altre, siamo convinti, per averla vissuta,che bisogna lasciar “il tempo al tempo”. A furia di dialogare e di ascoltare, è possibile capire e accettare pian piano nostro figlio nella sua differenza.
“Accettiamo la situazione, ma rimangono dei problemi e, talvolta, ritornano dei rigurgiti”.
“Ho dovuto cancellare dalla mente quel figlio mio per accettarne un altro. Avevo un progetto di vita… ma bisogna rassegnarsi alla perdita di un figlio ideale”.
”E’ duro vederle baciarsi. Adesso , però, va meglio. Per mio marito c’è voluto più tempo di me perché le accettasse venire insieme a casa, tenendosi abbracciate per il collo. Ci vuole tempo per accettare completamente”.
“Siamo cambiati molto io e mia moglie e ci siamo accorti che il nostro rapporto con nostro figlio non è mai stato così buono come ora. Abbiamo provato ad analizzare il perché. Prima, ci preoccupavamo, non capivamo certi comportamenti.
Ma adesso che sappiamo tutto quello che nostro figlio ha dovuto subire, pensiamo che sia una persona formidabile, siamo molto fieri di lui. E lui ci dice cose carine: “che siamo buoni genitori”, per esempio, oppure “che è una festa avere dei genitori che ti accettano”.
Attenzione a non fare di tutta l’erba un fascio!
La società, i media e la religione confondono volentieri l’omosessualità con la pedofilia. L’omosessualità implica un rapporto tra pari, ovvero tra persone consenzienti. Non è il caso della pedofilia, in cui il bambino è in uno stato di dipendenza e di sottomissione rispetto all’adulto, che è un modello di norma, di morale e di sapere.
La pratica di un rapporto omosessuale è libera e legale. L’omosessualità non dovrebbe essere assimilabile, in alcun caso, alla pedofilia , che è , ovviamente, un abuso sessuale e può essere di natura eterosessuale o di natura omosessuale.
“Una volta, nei libri,l’omosessualità veniva trattata come argomento in un capitolo dal titolo “Perversioni”. Ho dovuto avere un figlio omosessuale per mettere ordine a queste idee”.
“E’ l’immagine trasmessa dai media che è deformata”.
Caccia ai preconcetti
La paura dell’“ambiente gay”, dovuta all’immagine stereotipata dei media, crea un forte disagio in genitori che sentono svelare l’omosessualità del proprio figlio.
Molte idee preconcette esistono ancora. Le rappresentazioni sociali e culturali dell’omosessualità ci rimandano a immagini caricaturali di uomini effeminati, di “checche” esuberanti o lesbiche con atteggiamenti da camionisti.
Di fronte a queste immagini stereotipate, noi genitori ci sentiamo molto disorientati, anzi scioccati. Eppure, possiamo testimoniare che queste rappresentazioni sono riduttive e non tolgono a numerosi gay le qualità come equilibrio, generosità e ascolto.
La nozione di “ambiente gay” è associata anche ai luoghi di incontri (bar, saune, etc) che sembrano, nell’immaginario collettivo, veri simboli della depravazione. In realtà, questi luoghi , talvolta, sono , per i gay che li frequentano, l’unico rifugio possibile per esprimere la loro diversità a riparo da sguardi indiscreti.
I bar e le discoteche sono, per molti, esclusivamente luoghi di pura convivialità e di divertimento. Bisogna anche dire che molti gay non frequentano questi luoghi che, inoltre, non esistono dappertutto.
“Spetta a noi genitori, insieme ai nostri figli, andare verso gli altri. Solo così si metterà fine ai pregiudizi”.
Testo originale tratto da: Notre enfant est homosexuel (Brochure – File pdf)