Quando l’omofobia che mi ferisce arriva dai pastori della mia chiesa
Testimonianza di Giulia del gruppo Kairos di Firenze del 7 maggio 2011
Salve a tutti, vi scrivo per raccontarvi brevemente un piccolo episodio di quella che io definisco “omofobia velata”(cioè apparentemente non evidente), aggiungendo le impressioni che ho ricevuto “a caldo” e qualche piccola riflessione: stasera sono stata ad un incontro tenuto da un prete abbastanza noto presso una chiesa parrocchiale vicina alla stazione di Firenze Santa Maria Novella.
Questo sacerdote ha parlato a lungo dell’amore di Dio per gli esseri umani e dell’importanza della condivisione di questo amore nella vita delle persone e di molte altre cose belle, tuttavia ad un certo punto ha iniziato a fare dei discorsi che mi hanno ferita e rattristata profondamente sia come lesbica,che come donna, che come essere umano: ha fatto dei discorsi dai quali si evinceva l’obbligatorietà dell’orientamento eterosessuale e ha sottolineato il concetto con queste testuali parole “allora basta con questi uomini effeminati e donne mascoline a bischero”…
Io sono rimasta davvero senza parole, queste cose pensavo le dicessero solo il Papa e il suo entourage ma non un prete “moderno” e soprattutto davanti a così tante persone… Mi aspettavo parole di accoglienza per tutti o quanto meno non un attacco così alla diversità che Dio stesso ha creato.
Purtroppo non ce l’ho fatta ad ascoltare oltre le parole di quest’uomo e me ne sono andata tra le lacrime,naturalmente dopo aver “salutato” Gesù facendomi il segno della croce.
Ed è stato proprio quando sono uscita da quella chiesa che ho avvertito una sensazione di “non solitudine” e di “presenza” che, contrariamente a quello che accade di solito alle persone che non vivono esperienze di esclusione, mi ha come “accompagnata” fino a casa, dove ora sto scrivendo questa mail.
Adesso,mi sorgono spontanee alcune riflessioni: innanzitutto, anche se questi episodi non sono così evidenti e drammatici come altri, comunque mi danno il “polso” di una situazione molto più grave di omofobia dilagante; poi, chi dice queste cose va capito, anche se non giustificato per questo, perché magari ha dei grossi problemi con se stesso e quindi cerca una sorta di “capro espiatorio” su cui scaricare il proprio disagio e la propria aggressività per sentirsi approvato dalla moltitudine (anche se tutto ciò è profondamente ingiusto).
Inoltre tutto questo mi rimanda col pensiero al male che mi è stato fatto nella mia vita a causa della mia omosessualità, a quanto ci ho messo ad accettarmi serenamente, a capire me stessa, a quanto ho sofferto a causa di tutto questo…
E al fatto che, nonostante tutto questo dolore, il Signore mi ha fatto il dono della fede, mi ha creata lesbica forse proprio per testimoniare, nel piccolo della mia quotidianità, che si può essere omosessuali e cristiani e che nell’essere me stessa non offendo nessuno, tantomeno Chi mi ha creata così. Adesso mi sento più serena e stasera pregherò anche per chi ancora non riesce a capire che non siamo “persone sbagliate”.
E pregherò facendomi “ultima”, senza la superbia che a volte viene spontanea quando si sa di “essere nel giusto”.. Un abbraccio grandissimo a tutti e grazie di esistere!!