Come riconciliarsi con un figlio transgender e la propria fede
Riflessioni di padre Shannon T.L. Kearns* pubblicate sul sito My Kid is Gay (Stati Uniti), liberamente tradotte da Maria B.
“Quando ho detto a mia madre cattolica che sono transgender, mi ha detto che esserlo è un peccato. Lei pensa addirittura che utilizzare il mio nome e i miei pronomi stia contribuendo a mandarmi all’inferno. Mi potrebbe suggerire qualche modo per aiutarla a comprendere meglio me e la nostra fede?” Anonimo
Padre Shannon risponde:
Ciao! Permettimi di dire che mi dispiace tu stia passando un brutto momento con tua madre. So quanto è difficile questa situazione, e ti sono vicino. Avere a che fare con dei genitori che non ti accettano è difficile ed emotivamente arduo. Per favore, ricorda che non sei solo, e grazie per avermi rivolto questa domanda. Qui c’è una lettera da parte mia che puoi dare a tua madre:
Cara mamma, mi chiamo Padre Shay Kearns. Vivo a Minneapolis, ma il mio ministero è in tutto il mondo attraverso il mio sito web, e tramite l’organizzazione in cui opero con il mia collega Brian, www.queertheology.com Offriamo risorse ai cristiani LGBT e ai loro alleati per promuovere una fede olistica e vivificante.
L’affermazione e la celebrazione delle identità LGBT non è antitetica alle Scritture o alla devozione religiosa. Esistono molte guide spirituali (inclusi molti cattolici) che non credono che essere trangender sia un peccato. Ci sono persino alcune Chiese in cui le persone transgender possono prendere i voti e servire apertamente (sebbene non possano farlo nella Chiesa Cattolica Romana). Io faccio parte di una tradizione cattolica (la Chiesa Veterocattolica) che non è in comunione con Roma, e che permette alle persone transgender (uomini, donne e non binari) di prendere i voti da sacerdote e servire in tutti i ruoli nelle parrocchie.
Esiste una grande varietà di risorse disponibili per aiutarla a dare una seconda lettura alla Bibbia, e constatare che ci sono molte possibilità di leggere esperienze trans all’interno delle Scritture. Può vedere il lavoro che ho svolto a riguardo leggendo la mia narrativa transgender della Passione.
Dovrebbe anche consultare Trans-gendered Theology, Ministry, and Communities of Faith (Teologia, ministero e comunità di fede trans-gendered) di Justin Tanis, che è la miglior risorsa che posso suggerirle a proposito di cristianesimo e transgender. Spero che questo libro le possa dare una certa infarinatura sull’identità transgender e su ciò che la Bibbia dice (e non dice) a riguardo. Può anche guardare il documentario Call Me Malcolm (Chiamatemi Malcolm), disponibile su YouTube gratuitamente.
È importante ricordare che, mentre leggiamo le Scritture, incontriamo numerosi passi tolleranti verso le persone transgender, e personaggi con stili di vita non convenzionali in quanto al genere. Incontriamo sincere donne guerriere, un passo meraviglioso di Isaia sugli eunuchi a cui Dio dà un nome e una famiglia, parole di apprezzamento di Gesù verso gli eunuchi, l’uomo che porta una brocca d’acqua nel racconto della Passione, l’eunuco etiope negli Atti, e molto altro ancora. Ci sono molte prove del fatto che le persone che non sono conformi alle leggi di genere non solo sono accettate, ma anche celebrate nelle Scritture.
Di fatto, c’è soltanto un passo della Bibbia che sembra indicare il disappunto verso le persone transgender, e ha a che vedere con l’abbigliamento. Deuteronomio 22:5 dice: “La donna non si metterà un indumento da uomo né l’uomo indosserà una veste da donna; perché chiunque fa tali cose è in abominio al Signore tuo Dio”.
Questo passo si trova tra i codici di purità. Questi codici furono concepiti per creare unione comunitaria, mantenere le persone in buona salute in un’epoca di igiene e raffreddamento limitati, e distinguerli dalle nazioni circostanti. Questi codici sono importanti, ma devono anche essere letti nel contesto e nel tempo in cui furono scritti.
Qualcuno potrebbe anche argomentare che, nella nostra epoca moderna, la distinzione tra indumenti “maschili” e indumenti “femminili” è talmente confusa che si rivela praticamente insignificante. Si potrebbe anche argomentare che, da uomo transgender, sarebbe contro la mia natura vestire con indumenti da donna, e perciò sto rispettando quell’ordine. Si può dire anche che non importa qual è il tuo genere, portare degli indumenti implica che questi appartengano al tuo (pertanto, un uomo che sceglie di portare una gonna sta vestendo indumenti maschili, perché è un uomo). Si può fare molto con quest’ultimo passo.
Per noi persone transgender, come anche per suo figlio, la nostra identità intrinseca di genere coincide con chi sappiamo di essere. È qualcosa che è dentro di noi. Ognuno di noi possiede un’identità di genere che è unica, e che si esprime in una varietà di forme; attraverso gli indumenti che portiamo, il modo in cui ci muoviamo nel mondo, e perfino come interagiamo con le altre persone.
La nostra identità di genere è qualcosa che conosciamo nel profondo della nostra interiorità. Le persone la cui identità di genere è in linea con il sesso assegnato alla nascita probabilmente non si rendono conto di avere un’identità essenziale, ma quelle come noi, il cui genere non corrisponde con il sesso assegnatoci alla nascita, hanno bisogno di fare un duro lavoro di scoperta della loro identità. Questo è un lavoro santo, e dovrebbe essere rispettato e onorato.
In quanto al nome e ai pronomi di suo figlio, ha il diritto di pretendere ciò di cui ha bisogno per sentirsi sicuro della sua identità. Ha anche il diritto di stabilire intorno a lui dei limiti alle interazioni con quelle persone che non rispettano i suoi desideri. Suo figlio è un figlio di Dio, bello e amato, degno di comprensione e rispetto. La esorto ad andare avanti ed ampliare la comprensione della sua fede e del mondo che la circonda, e a non perdere mai di vista i bisogni di suo figlio.
* Padre Shannon T.L. (Shay) Kearns è uno scrittore, conferenziere e teologo originario di Minneapolis, nel Minnesota. È cofondatore di Queer Theology, una raccolta di testi che si propone di scoprire e celebrare i doni che le persone LGBTQ offrono alla Chiesa e al mondo, e di spiegare che il cristianesimo è sempre stato queer. È fondatore della Uprising Theatre Company, una compagnia teatrale con sede a Minneapolis che “crede sul serio che le storie possano cambiare il mondo”. Shay è laureato in teologia all’Union Theological Seminary di New York ed è stato ordinato sacerdote nella Chiesa Veterocattolica. È un conferenziere di successo su tematiche quali la teologia queer, il mondo transgender e le intersezioni tra la fede e l’identità. Suoi articoli sono apparsi sul Geez Magazine, sul Lavender Magazine, su Believe Out Loud, sull’Huffington Post, su The Advocate e il Minneapolis Star Tribune. Lo potete trovare su Facebook, Twitter, Tumblr, Instagram e il suo sito web.
Testo originale: Reconciliando el Amor por su Hijo Transgénero con su Cristianismo