Se Gesù fa coming out
Articolo pubblicato sul sito Giornalettismo il 18 dicembre 2012
Il cartello di Natale diffuso da una chiesa neozelandese. Il parroco: “Non abbiamo certezze sul suo orientamento sessuale“. Così dicono. Molti cristiani che vivono in Auckland, Nuova Zelanda, stanno lottando per trovare una giustificazione all’ultima serie di cartelloni pubblicitari controversi che escono dalla Chiesa di San Matteo.
A raccontarlo il Daily Mail. “E’ Natale. Tempo in cui Gesù farà coming out” proclama il cartello, con l’immagine di Gesù bambino nella mangiatoia, circondata però da un alone arcobaleno. Il cartellone è stato messo dal reverendo Glynn Cardy, che ha detto è stato concepito per aumentare l’umanità della figura del Figlio.
IL DUBBIO – E’ probabile che l’immagine faccia a stessa fine del manifesto dell’ultimo Natale, stracciato da fedeli arrabbiati. Il messaggio del Reverendo, è provocatorio e chiede ai fedeli di chiedersi se fossero rimasti fedeli al Figlio anche in caso di una sua acclamata omosessualità. E ricorda che non c’è alcuna indicazione circa la sessualità di Gesù: “Il fatto è che non sappiamo quale sia stato il suo orientamento sessuale”.
SOTTO LONDRA – Non è la prima volta i cartelloni pubblicitari offendono i fedelissimi. Nel Regno Unito, il semplice manifesto pro gay di Stonewall ha sollevato un putiferio. Centinaia di bus erano stati tappezzati da una scritta che recitava: “Alcune persone sono gay. Fattene una ragione”. Un autista particolarmente devoto si è rifiutato di guidare i bus, lasciando a terra i passeggeri per colpa del banner della discordia. All’inizio di quest’anno, il sindaco di Londra Boris Johnson ha bloccato un gruppo cristiano che stava invece per promuovere la controcampagna: “Non gay e orgoglioso: fattene una ragione”.
PROVOCAZIONE – Non è la prima volta che la chiesa di Auckland diffonde un cartellone controverso. L’anno scorso al posto di Gesù Bambino c’è la Madonna che guardava sconvolta i risultati di un test di gravidanza. L’opera fu distrutta da un fedele indiganto nell’arco di poche ore. Che però sono bastate a far diventare l’idea di Cardy virale e vista da milioni di persone. “Nell’era di Internet l’immagine gira sempre e rimane. Possono fare quello che vogliono” rispose il reverendo.
Il cartellone di quest’anno, è stato fatto secondo padre Cardy perché l’omosessualità non era una parola usata fino al 1800.
Il cartellone secondo l’ecclesiastico, tenta di umanizzare Gesù, convincendo la gente a pensare alle sfide che avrebbe avuto crescendo da gay. Ha poi aggiunto: ‘”Alcuni studiosi hanno cercato di indagare sulla sua omosessualità. Ma alla fine sono tutte congetture. Forse è gay, forse no. Che importanza ha? Non c’è poi quasi nulla nei suoi insegnamenti relativi alla sessualità, mentre ve ne è in abbondanza sui pericoli della ricchezza. E lui, certo, ha da sempre sostenuto gli emarginati della società”.
Gay o no poco importa. D’altronde al reverendo Cardy poco importa. Conta l’insegnamento.