Sento che la mia vita gay sta andando alla deriva. Anche Dio mi ha abbandonato?
Email inviataci da Vincenzo, risponde don Cristiano di Roma
Buonasera, mi chiamo Vincenzo, ho 57 anni e vivo in un piccolo paese. La mia vita si è presentata difficile subito, appena nato. Ho passato la mia infanzia tra letti di ospedali e chiuso in casa per bronchiti, raffreddori, polmoniti. Ho vissuto un’infanzia solitaria in compagnia dei miei adorati gatti, dei pennelli, dei colori, degli album da disegno, dei 45 giri e di un mangiadischi. Amavo correre e stare con gli amici, ma non potevo sudare perché mi ammalavo subito. Ero un bambino intelligente e sveglio, amavo la musica e gli animali ed ero molto affettuoso. Mia mamma, a soli 4 anni, mi faceva preparare gli agnolotti facendomi inginocchiare su una sedia ed accendendomi la radio.
Sono stato molestato per tanti anni da un signore amico di famiglia che aveva il negozio di fronte a quello dei miei genitori. La molestia andò avanti per anni, dai 4/5 anni ai 12 circa. Non dissi mai nulla ai miei genitori se non quando avevo già 40 anni.
La mia vita è passata in un soffio ed io, che mi sono scoperto gay a soli 6 anni, ho sempre cercato di sopravvivere. Nella mia vita non sono mancati l’alcool che mi tiene compagnia tuttora, le depressioni, i tentativi di suicidio. Non racconto tutto il mezzo ma solo quest’ultimo periodo di vita. Ho perso mia mamma poco più di un anno fa e mio papà 10 anni fa, proprio in questi giorni di festa.
Sono solo, vivo con una cagnolona labrador ed una gatta che sono tutta la mia famiglia. Ho un lavoro che ho sempre odiato perché è stressante, malpagato, umiliante ma che tengo perché è stato il primo fisso che ho trovato.
Trovo conforto nella pittura su ceramica, nella scrittura di racconti, nella realizzazione di oggetti artigianali fatti con qualsiasi materiale, anche di recupero. Ho molta manualità e sono bravo. Anche l’alcool purtroppo è compagno di molte mie giornate. Ho una sorella ma vive con la sua famiglia vicino a casa mia; sono dovuto scappare dalla casa di famiglia perché era di dominio di mio cognato e, non so perché, i miei genitori lo hanno sempre protetto ed assecondato facendo si che io me ne dovessi andare via.
Ho un compagno da 17 anni ma lui vive lontano da me, ci vediamo solo nei weekend. Lui vive con il suo ex col quale comprò casa ai tempi della loro relazione ed è in pensione visto che ha 20 anni più di me. Non sono mai riuscito a farlo venire a vivere con me. Ora sono stanco. Stanchissimo.
Sono stanco della solitudine, di dovermi occupare di tutto da solo, della routine delle miei giornate: lavoro, lavare, stirare, far da mangiare, pulire, occuparmi di tutte le incombenze. Il mio compagno aiuta e fa i lavori al suo ex molto più giovane ancora di me, mentre io sono SOLO. Non ho neppure amici nel mio paese.
Unico sfogo, quando vengo dal mio compagno, è andare a Milano a trovare cari amici allegri e simpatici. Vivo per il mio cane e la mia gatta che sono la mia unica ragione di vita. Senza di loro sarei morto.
Non sono credente da tempo ormai, non vado più in Chiesa e non santifico le feste. Per me Natale è stato solo un giorno come gli altri, a casa del mio compagno, in silenzio, soli ognuno nei suoi pensieri.
Non so che darei per poter cambiare lavoro e fare finalmente qualcosa che mi piace ma, alla mia età, chi mi vuole ancora? E il mio compagno? Se lo lascio sono davvero solo completamente, anche nei weekend e non avrei più quel poco affetto e pochissimo sesso che facciamo ancora.
Non so che fare e sento sto andando alla deriva dopo la morte di mia mamma.
Scusate il disturbo, scrivere mi ha fatto piangere e frenare un po’ l’immensa ansia e rabbia che ho dentro di me anche se sono una persona dolce, docile, fin troppo e molto, troppo sensibile. Saluti
La risposta…
Carissimo Vincenzo, Sono convinto questa tua situazione di sofferenza è reversibile, indipendente dallo stato in cui ti trovi. Sei una persona giovane e piena di vita. Veramente credi di essere arrivato già alla fine del tuo cammino?
Magari devi guardare la tua realtà da un’altro punto di vita. Perché non inizi a pensare a cio che ti fa più piacere e che ti fa sentire pieno di gioia?
Tu scrivi delle tue condizione psicologiche, ma se senti di aver bisogno di aiuto è tempo di chiederlo!
Io come prete non posso non ricordarti che, nonostante tu ti senta lontano la Lui, Dio non ti ha mai lasciato. Il Dio in cui credo è fatto di vicinanza, tenerezza, pienezza e speranza. Cercalo!!
Noi due siamo un po’ lontani per poterci confrontare di persona ma, se ti fa bene, scrivimi pure.
Intanto chiediti realmente di cosa senti il bisogno per essere felice e comincia ad apprezzarti un po’ di più. Se non lo farai tu, difficilmente vivrai relazione piene, profonde e che possono aiutarti a costruire un futuro diverso.
La risposta alle tue domande è dentro di te. Cercala lì, anche perché è lì che dimora Dio, che ti sta più vicino di più di quanto tu ne sia cosciente.
Un forte abbraccio. Tuo fratello in Cristo.
Don Cristiano