Si sceglie di essere omosessuali?
Riflessioni di Devenir un en Christ, gruppo di cattolici omosessuali francese, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
L’omosessualità si incontra in tutti i paesi del mondo e in tutte le epoche della storia. La maggior parte degli omosessuali e delle lesbiche si sono resi conto del loro orientamento omosessuale durante l’adolescenza. Alcuni dicono che ne erano coscienti fin dall’infanzia, anche se non avevano ancora dei termini per designarla.
Altri, al contrario, scoprono il loro orientamento solamente dopo essersi sposati e aver vissuto una vita eterosessuale. “Il fatto di essere omosessuale non è di ordine morale. Non è né una “colpa” né un “peccato” né un “vizio”: è un fatto.
Il soggetto che ha degli orientamenti omosessuali non ha scelto di averli, e sarebbe a un tempo stupido e gravemente ingiusto rimproverarglielo. È un dato a cui il soggetto non può fare nulla, e al quale dovrà adattarsi in una maniera o nell’altra” (Marc Oraison, La question homosexuelle).
Noi non scegliamo il nostro orientamento sessuale. Non è il capriccio di individui degenerati. A un dato momento della nostra vita, noi lo scopriamo. La scelta non sta nel sapere se siamo omo-, bi- o eterosessuali, ma in che modo vivere quello che siamo.
Per noi, il vero problema è proprio questo. Dobbiamo tutti, omo-, bi- o eterosessuali, fare continuamente delle scelte sul modo di comportarci nella nostra vita affettiva, come d’altronde nella nostra vita professionale o come cittadini.
Una sola domanda veramente importante si pone: saremo egoisti o altruisti, violenti o rispettosi, dominatori o amorevoli? Queste scelte non sono mai definitive e saremo sempre tentati – per esempio – dall’egoismo o dalla violenza. Come tutti, l’omosessuale si confronta con queste scelte, ma deve, in più, cercare di adattarsi al suo orientamento differente.
Testo originale: «Choisit-on d’être homosexuel?»