Perché la chiesa cattolica non accetta il matrimonio gay?
Riflessioni di Devenir un en Christ, gruppo di cattolici omosessuali francese, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Per la chiesa cattolica il matrimonio è un sacramento istituito da Cristo, presuppone l’unione, aperta alla procreazione, di un uomo e di una donna.
Leggiamo nel libro della Genesi che in principio, nei fatti “Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra” (1, 27-28). “Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne” (2,24).
L’unione coniugale tra uomo e donna, in cui la differenziazione sessuale e la complementarietà sono pienamente riconosciute, è dunque prevista nel piano della creazione come una continuazione dell’opera stessa di Dio. Essa è fondamento della famiglia, base di ogni organizzazione sociale.
Al livello umano come al livello legislativo, l’istituzione del matrimonio, necessario al rinnovarsi delle generazioni come anche al riconoscimento dei legami di filiazione, fonte di diritti e di doveri, è un punto di riferimento essenziale, costante in tutte le culture e in tutte le epoche.
Considerato questo, autorizzare un “matrimonio omosessuale”, non avrebbe semplicemente alcun senso. Ciononostante, questo non dovrebbe impedire al legislatore civile di riconoscere, per mezzo di altri contratti, la formalizzazione di una unione stabile e duratura tra persone omosessuali – molto spesso sinonimo di avanzamento in termini di crescita umana – in maniera da garantire loro un riconoscimento sociale e una legittima protezione giuridica all’interno della nostra società sempre più laicizzata.
La domanda può essere posta anche da persone cristiane e omosessuali. In effetti molti di loro si preoccupano di porre tutta la loro vita sotto lo sguardo di Dio e all’interno di una coppia. Aspirano a vedere un giorno il loro amore e la loro unione riconosciuti di fronte alla comunità della Chiesa.
In alcuni luoghi si sta portando avanti una riflessione pastorale sull’argomento, con la proposta, per esempio, della celebrazione di un rituale di benedizione, elaborato in maniera da nulla togliere al carattere unico del sacramento del matrimonio.
Dio benedice sempre coloro che si amano – anche se il loro amore non ha tutti i crismi della legalità e ha bisogno, come ogni amore, di crescere; e questa benedizione non ha bisogno di un sacramento per essere reale e sensibile: come dice Tommaso d’Aquino “Dio non è legato ai sacramenti”.
Testo originale: Pourquoi le mariage homosexuel religieux n’est-il pas autorisé par l’Eglise?