Sinodo 2015. La Chiesa cattolica torna ad interrogare i suoi fedeli
Articolo di Cécile Chambraud pubblicato su abonnes.lemonde (Francia) il 10 dicembre 2014, traduzione di finesettimana.org
La Chiesa cattolica e la famiglia, atto II. Il Vaticano ha reso pubblico, martedì 9 dicembre, un nuovo documento su questo tema, che aveva diviso i vescovi durante un sinodo che si è tenuto a Roma in ottobre.
Invita i cattolici a offrire il loro contributo a questo dibattito con un’indicazione: “far di tutto perché non si ricominci da zero, ma si assuma il cammino già fatto nel Sinodo Straordinario come punto di partenza”.
In altre parole, dovranno essere affrontati i temi più controversi, come quello dello spazio alle coppie non conformi alla dottrina (divorziati risposati, sposati civilmente, omosessuali).
Inviati alle conferenze episcopali in tutto il mondo, questi lineamenta (“grandi linee”) devono servire come base di discussione ai cattolici di ogni paese per preparare un nuovo sinodo che si terrà nell’ottobre 2015 sullo stesso argomento.
Un mese prima, in settembre, il papa si recherà nelle Filippine e negli Stati Uniti per un incontro mondiale sullo stesso tema. Francesco concluderà questa drammaturgia, sicuramente nel 2016, pubblicando le sue conclusioni in una esortazione apostolica.
la situazione reale delle famiglie
Le Chiese hanno tempo fino al 15 aprile per far “risalire” a Roma, sotto forma di emendamenti, le loro risposte alle 46 domande che prolungano il rapporto uscito dal sinodo. Come quel rapporto, una maggioranza di domande mira a promuovere la famiglia come la definisce la Chiesa cattolica: l’unione indissolubile di un uomo e di una donna e i figli che nascono da tale unione.
Ma, spiega il testo, mirano anche a seguire “il cammino rinnovato tracciato dal sinodo” partendo da “la situazione reale delle famiglie”, anche “al di fuori degli schemi abituali”.
I cattolici sono invitati a non accontentarsi, nelle loro raccomandazioni, di una semplice trascrizione della dottrina. Il testo invita a vedere “elementi positivi e elementi negativi” nelle coppie non sposate religiosamente, chiede come prendersi cura degli omosessuali “alla luce del Vangelo” e interroga sul modo di evitare ai divorziati risposati degli “ostacoli indebiti” alla loro presenza nella Chiesa.
In un’intervista al quotidiano argentino La Nacion, domenica, il papa deplorava che, per i numerosi divieti che vengono loro opposti, i divorziati risposati “sembrino di fatto scomunicati”.
Anche se non sono state riprese le formulazioni più dirette – e più scioccanti per certi cattolici – che comparivano nella relazione intermedia, appare evidente la volontà di Francesco di imprimere il suo marchio alle relazioni tra la sua Chiesa e le famiglie. Il sinodo di ottobre è presentato come una “svolta” basata sia sul Concilio Vaticano II e “sul magistero di papa Francesco”.
I timori di coloro che avevano criticato quello che consideravano un certo abbandono dei riferimenti all’insegnamento di Giovanni Paolo II sulla famiglia, saranno ulteriormente rafforzati.