Taking a Chance on God. Un film sull’amore e la fede delle persone omosessuali
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Recensione di Gianluca Tornese, autore di Marito & Marito, 24 ottobre 2012
“Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c’è legge.” (Galati 5,22). Questo versetto di San Paolo risuonava in me già pochi minuti dopo l’inizio della visione di Taking a Chance on God (Scommettere su Dio), il documentario sulla vita di padre John McNeill.
“Essendo un buon cattolico irlandese pensavo che la mia strada verso Dio comportasse una vita casta, – afferma McNeill raccontando di quando conobbe Tony Ionesco – ma Dio aveva altri progetti per me. E così ho iniziato una relazione d’amore. Con lui ho sperimentato un vero amore omosessuale, un vero amore fra due persone. E la gioia e la pace che l’accompagnavano… è stato un chiaro segno per me che l’amore omosessuale in sé era un amore giusto, e poteva essere un amore sacro.”
Ripercorrendo tutte le tappe della sua vita (dalla guerra agli studi in Francia, dal ritorno agli Stati Uniti all’insegnamento, dai primi articoli rivoluzionari alla partecipazioni alle trasmissioni televisive e alle gay parade, dall’ordinazione sacerdotale all’espulsione dall’ordine dei Gesuiti) questo docufilm racconta quella che è un pezzo di storia della Chiesa. Certo non la storia ufficiale, non quella che verrà insegnata e letta nei documenti vaticani, ma senza dubbi quella che ha permesso a tanti gay e lesbiche di ritrovare la strada della fede e di una appartenenza alla Chiesa che Cristo ha fondato e guida nei sentieri tortuosi dell’umanità.
È stato come ritrovare nelle sue parole il cammino che – credo – ogni omosessuale cristiano vive dentro di sé, l’affrancatura dal bollino del peccato che viene apposto non appena si riconosce che i propri sentimenti sono diretti verso una persona dello stesso sesso. Anzi, di più: è stato come incontrare chi ha tracciato la strada prima di noi e per noi, nel nostro tempo, nella nostra società, nella nostra Chiesa. E non ha lottato solo per se stesso, e neanche esclusivamente per la liberazione dei gay, ma ha offerto il suo talento e il suo carisma per la comprensione teologica dei gay stessi: “ha visto la verità e ha avuto il coraggio di dirla e l’ha pagata a caro prezzo”.
Come i veri profeti, anche lui ha dovuto soffrire e sopportare momenti anche molto difficili, ma come gli suggerì Walter Wink, un famoso teologo protestante: “quando il Vaticano ti ha chiuso la porta in faccia, il vento che ne è stato generato aprirà un migliaio di altre porte”.
Non dubito che questo vento fosse lo stesso Spirito che rinnova la faccia della Terra, lo Spirito che dà la vita dove è stata portata via. La fede, la forza e la determinazione di un pioniere quale McNeill sono stati come il granellino di senapa che “è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra” (Marco 4,30-32). Quanti fra noi si sono riparati all’ombra delle pagine scritte da John McNeill o dei gruppi di omosessuali credenti che sono nati grazie alla sua opera!
Un racconto di amore, di pace, quindi, ma anche un racconto di pazienza e di fedeltà, due virtù che quasi mai vengono in mente quando si pensa alla comunità omosessuale: fedeltà alla chiamata di Dio, fedeltà al proprio compagno con cui è legato da decenni, fedeltà al messaggio di amore di Gesù a cui ha prestato la voce.
Chi – come me – non conosce a fondo la storia di questo pioniere del movimento gay cristiano, resterà edificato nello scoprire la forza e allo stesso tempo la delicatezza di questo profeta dei nostri tempi.
Taking A Chance on God, Stati Uniti, 2011
Brendan Fay, regista e produttore
Dan Messina, Editore e Direttore della Fotografia
Ilene Cutler, vicedirettore
Peter Wetzler, Compositore