Todos, Todos, todos. La casa di Dio è una casa “per tutti” (Is 56,6-7)
Riflessioni bibliche di Suor Donna McGartland* pubblicate sul sito dell’associazione LGBT+ cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 20 agosto 2023, liberamente tradotte con Google Translate, revisione di Innocenzo Pontillo
“Tutti quelli che… si attengono alla mia alleanza, li condurrò sul mio santo monte e li rallegrerò nella mia casa di preghiera; i loro olocausti e sacrifici saranno graditi sul mio altare, perché la mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutti i popoli» (Is 56,6-7).
Ho davvero letto correttamente quella riga del primo testo liturgico di oggi? TUTTI quelli che si attengono al patto? La casa di preghiera di Dio è per TUTTI i popoli? Non solo per coloro che sono battezzati o che vanno in chiesa la domenica, non solo per coloro che leggono la Bibbia o per coloro che sono stati ordinati o confermati oppure che si trovano in condizioni che gli altri gli impongono.
Isaia chiarisce che TUTTI coloro che abbracciano l’Alleanza di Dio, inclusi gli stranieri che prestano servizio amorevolmente nel nome del Signore, vivranno sul monte santo di Dio.
La lettura del vangelo di oggi sfida anche coloro che la pensano diversamente e che pongono le loro condizioni per l’accettazione degli altri.
In questa lettura di Matteo, Gesù sembra trovarsi in una lotta. Una donna cananea, una pagana, lo implora per la guarigione per sua figlia. Gesù afferma di essere stato “inviato solo alle pecore perdute della casa d’Israele“. Arriva al punto di dire a questa straniera: “Non è giusto prendere il cibo dei bambini e gettarlo ai cani”. Lei, tuttavia, rivendica il suo legittimo posto e continua a supplicare. “Ti prego, Signore, anche i cani mangiano gli avanzi che cadono dalla tavola dei loro padroni”.
Le sue parole toccano profondamente Gesù e lui cambia atteggiamento, rispondendogli con ammirazione: “O donna, grande è la tua fede!” Sua figlia sara guarita.
Mi chiedo spesso cosa stesse realmente pensando e vivendo Gesù in quel momento. Essenzialmente ha paragonato questa donna a un cane. Credeva davvero a quello che diceva? Questo non è il Gesù che ho imparato a conoscere, un Dio che cerca i perduti e libera coloro che sono legati. Cosa stava realmente accadendo in quel momento?
Credo che Gesù si stesse davvero rivolgendo ai suoi discepoli quando parlò alla donna cananea. Erano i suoi discepoli, dopotutto, a insistere sul fatto che lo Straniero, la cananea, non fosse degna della sua attenzione. Gesù si rivolge alla donna usando le parole dei discepoli. La donna, invece, si rivolgeva a Gesù come a un vero israelita. “Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!”.
Questa donna si stava davvero aggrappando al patto menzionato in Isaia. È quasi come se Gesù la stesse invitando a fare propria questa verità e quando l’ha fatto, ha risposto lodando la sua fede. I discepoli di Gesù devono essere rimasti confusi.
Non è difficile fare il salto dallo straniero cananeo a quelli di noi che si identificano come persone LGBTQIA+. Ricordo di essere stata a una messa in cui l’omelia era sta tutta sui mali dell’essere una persona LGBT. Sono rimasta profondamente ferita, non solo perché ha sminuito le persone LGBT, ma perché tutti quelli che ascoltavano le sue parole sentivano qualcosa che era contrario al messaggio d’amore di Gesù. Ho pregato: “Figlio di Davide, abbi pietà di lui”. Sapevo che quelle parole non venivano da Dio; né dal nostro Vangelo.
La casa di Dio è un luogo in cui tutti sono benvenuti e invitati “a rallegrarsi nella casa di preghiera [di Dio]”. Come proclama Isaia: “La mia casa sarà una casa di preghiera per TUTTI i popoli”.
Qualsiasi cosa contraria a questo messaggio è semplicemente un non attenersi al patto che Gesù ha riassunto chiamandoci ad “amare Dio con tutto il tuo cuore, mente e anima e ad amare il nostro prossimo come noi stessi“.
Possiamo tutti noi abbracciare questa chiamata all’amore e dimorare così nella Casa di Preghiera di Dio, qui sulla terra.
*Suor Donna McGartland è una delle autrici del libroi “Love Tenderly: Sacred Stories of Lesbian and Queer Religious” edito in italia col titolo “Nella giustizia e nella tenerezza. Nella giustizia e nella tenerezza. Storie sacre di religiose lesbiche e queer” (Effatà editrice, 2022, 272 pagine).
Testo originale: A House of Prayer for ALL Peoples