Un appello ai vescovi cattolici del Camerun a non continuare a contribuire alla persecuzione anti-gay
Articolo di Bob Shine pubblicato su Bondings 2.0, blog dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 16 febbraio 2016, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
I sostenitori delle persone LGBT chiedono ai vescovi cattolici del Camerun di ritirare la richiesta di “tolleranza zero” per l’omosessualità. I sostenitori delle persone LGBT sono alla ricerca di un intervento di Papa Francesco: infatti supplicano i vescovi cattolici del Camerun di ritrattare una dura dichiarazione anti-gay pubblicata il mese scorso.
A seguito di un incontro la metà di gennaio, la Conferenza Episcopale Camerunense (NECC) ha rilasciato un comunicato che invoca “tolleranza zero” per l’omosessualità. La decisione, approvata all’unanimità, dichiara che “questa cosa abominevole che va contro natura rischia di diventare un’epidemia sociale” come ha riportato 76 Crimes, un sito che documenta gli sviluppi globali nella discriminazione e criminalizzazione delle persone LGBT.
Durante la discussione della Conferenza sull’omosessualità, i singoli vescovi hanno presentato le loro condanne personali. Il presidente del NECC , l’arcivescovo Samuel Kleda di Douala, ha commentato che l’omosessualità “minaccia… le fondamenta della Chiesa.”
Il Camerun, nel quale il 38% della popolazione è cattolico, criminalizza l’omosessualità con fino a cinque anni di prigione e gravi sanzioni pecuniarie. I vescovi del paese hanno approvato un documento profondamente preoccupante sull’omosessualità, che porta il Forum Europeo dei Gruppi Cristiani LGBT a definirlo come uno dei “paesi più ostili” dell’Africa per le persone LGBT.
Dato che questa realtà legale è accomunata ad un profondo stigma sociale, il gruppo per i diritti umani LGBT “Alternatives Cameroon” sta chiedendo clemenza da parte dei vescovi del Paese. In un comunicato stampa riportato da 76 Crimes, l’organizzazione ha affermato:
“La Chiesa cattolica ha fallito nel dimostrare come la sessualità individuale possa influenzare la coesione sociale e l’equilibrio o la sostenibilità della famiglia. Al contrario, crediamo che l’appagamento sessuale di un individuo non possa fare a meno di contribuire alla coesione, stabilità e la sostenibilità. “Con questo linguaggio ipocrita ed odioso che condanna l’omosessualità, la Chiesa cattolica (che conta più o meno il 37% dei cristiani) sta contribuendo alla destabilizzazione della società, della famiglia e della loro coesione.”
Il comunicato dice anche che i leader cattolici cercano di dividere i camerunensi con “l’istituzionalizzazione dell’odio,” contraddicendo l’“approccio più conciliante” di papa Francesco. E si conclude con due appelli:
“Chiediamo alla Chiesa cattolica, per compiere la sua missione primaria, di promuovere la pace, l’amore e la tolleranza e, infine, di essere vicina agli oppressi e a chi è rimasto indietro.
“Infine, facciamo appello a Papa Francesco (il capo della Chiesa cattolica) perché controlli i prelati camerunensi, tra cui i vescovi della Conferenza Episcopale Nazionale, e armonizzi il discorso della Chiesa.”
Quando papa Francesco fece la sua visita pastorale in Africa lo scorso autunno i cattolici e i sostenitori delle persone LGBT in tutto il mondo gli chiesero di condannare le leggi che criminalizzavano l’omosessualità e fare appello per la misericordia a favore delle minoranze sessuali e di genere. Francesco è rimasto in silenzio. Mentre non vi è alcun collegamento diretto al Papa, è facile vedere come i vescovi del Camerun si sentano autorizzati a fare tali dichiarazioni quando il Papa si rifiuta di condannare le leggi anti-LGBT.
È importante sottolineare che, comunque, l’appello dei vescovi per la “tolleranza zero” sfida gli insegnamenti della stessa gerarchia che richiedono di accogliere tutte le persone con “rispetto, compassione, delicatezza” e di opporsi ad ogni segno di discriminazione.
Papa Francesco vorrebbe una Chiesa più decentrata che rispetti le decisioni locale, e questo potrebbe essere un bene. Ma quando le persone soffrono molto e persino muoiono a causa delle azioni dei leaders ecclesiastici, allorà c’è un motivo d’intervento per un’autorità maggiore, in accordo con il principio della sussidiarietà. Papa francesco è rimasto in silenzio l’autunno scorso, ma non è troppo tardi per lui per farsi sentire e porre fine al pregiudizio episcopale mostrato così apertamente.
Testo originale: LGBT Advocates to Cameroon’s Bishops: Retract Demand of “Zero Tolerance” for Homosexuality