Una decisione storica, il Vaticano vieta ai vescovi di appoggiare le terapie riparative
Articolo di Robert Shine* pubblicato sul sito dell’associazione LGBT cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 15 luglio 2021, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Il Vaticano ha dato istruzione ai vescovi spagnoli di ritirare ogni appoggio a un gruppo, abbastanza conosciuto nel Paese, che pratica le terapie riparative. È probabilmente la prima volta [che il Vaticano prende le distanze dalle terapie riparative].
Come riporta [il settimanale cattolico spagnolo] Vida Nueva, lo scorso giugno la Congregazione vaticana per il Clero ha emanato un comunicato destinato ai vescovi spagnoli, in cui li invita a prendere le distanze da un gruppo noto come Verdad y Libertad (Verità e Libertà), fondato nel 2013, che propone una forma di terapia riparative che molti cattolici hanno accettato, tra cui sacerdoti e religiosi:
“Assolutamente non è un ente ecclesiale, e la Conferenza Episcopale in quanto tale non l’ha mai né appoggiata né autorizzata” dichiarano alcune fonti [della Conferenza Episcopale Spagnola], che proseguono “né tanto meno c’è stato un appoggio alle loro iniziative. Invitiamo inoltre chi si considera danneggiato [da Verdad y Libertad] a sporgere denuncia civile, in quanto, dal punto di vista canonico, noi non possiamo intervenire in ciò che fanno”.
“Il fatto che vi abbiano partecipato dei credenti non vuol dire che l’attività dell’associazione sia appoggiata dalla Chiesa. Lo ha affermato in modo chiaro la Santa Sede, che ci ha invitato a comunicarlo in maniera chiara e trasparente nelle nostre diocesi” ci dice un vescovo, il quale poi lamenta il fatto che i promotori di Verdad y Libertad si siano fatti forti dell’etichetta di “cattolici” e che abbiano reclutato pazienti in ambienti cristiani.
Già nel 2019 c’era stata un’informativa secondo cui “cinque o sei” vescovi (secondo un ex membro di Verdad y Libertad) avrebbero partecipato alle iniziative del gruppo e indirizzato delle persone, anche giovani, alle terapie riparative:
Già nel novembre 2019 la Santa Sede aveva dato un primo avviso, quando [i vescovi spagnoli] prepararono un’informativa su Verdad y Libertad e la sottoposero al cardinale [Beniamino] Stella. Il documento raccoglie le testimonianze di vari consacrati che denunciano di aver subìto pratiche “vessatorie” giustificate dall’idea che “l’omosessualità si può cambiare”.
In risposta, il cardinale Stella invitò i vescovi a compiere indagini presso i sacerdoti e i seminaristi che avevano preso parte alle attività dell’associazione. Tuttavia, secondo una fonte interna a una diocesi in cui il movimento ha messo radici, in quella diocesi non c’è stata nessuna indagine interna.
La questione delle terapie riparative era in discussione da prima dell’informativa rivolta ai vescovi del 2019, e in maniera molto accalorata, in alcuni ambienti della Chiesa spagnola.
Il Governo, per esempio, ha aperto un’indagine contro la diocesi di Alcalá de Henares dopo che un giornalista ha scoperto il suo sostegno alle terapie riparative, illegali in diverse parti del Paese, ma la diocesi ha difeso il suo supporto ai professionisti che offrono tali terapie. Il vescovo Juan Antonio Reig Pla, già noto per le sue esternazioni anti-LGBTQ, è arrivato ad affermare che i cattolici che sostengono le terapie riparative dovrebbero essere proclamati martiri.
Questo intervento del Vaticano segna un precedente per altri Paesi e situazioni. La Spagna non è l’unico Paese in cui la gerarchia ha sostenuto le terapie riparative, e molti cattolici credono ancora nel mito fallace che l’omosessualità sia curabile, ma ai più alti livelli della Chiesa sembra che la mentalità stia cambiando: lo stesso papa Francesco, secondo l’attivista lesbica Jayne Ozanne, avrebbe espresso dubbi sulle terapie riparative nel 2019.
L’intervento della Congregazione per il Clero pone anche un’interessante questione: la dottrina cattolica considera l’omosessualità una caratteristica innata e naturale, anche se troppi pastori ignorano tale verità; ma se ora, in particolare da parte di questa Congregazione, si aderirà più strettamente a questo punto della dottrina, la preoccupazione per i sacerdoti e i religiosi che hanno subìto tali pratiche potrebbe aprire la porta a una revisione dell’esclusione degli uomini gay dal sacerdozio, esclusione sancita dalla medesima Congregazione.
Al di là di tutto, è una vittoria il fatto che il Vaticano sia intervenuto contro tali pratiche dannose.
* Robert Shine è direttore associato di New Ways Ministry, per cui lavora dal 2012, e del blog Bondings 2.0, blog quotidiano di notizie, opinioni e testi spirituali relativi al mondo LGBTQ cattolico. È laureato in teologia alla Catholic University of America e alla Boston College School of Theology and Ministry.
Testo originale: In Historic First, Vatican Instructs Spanish Bishops To Disavow Ex-Gay Group